DAGMAR

Del mio passato, malgrado i miei piu' concreti e lodevoli sforzi e la mia piu' attenta ricerca, non conosco in realta' molto. Potevo avere qualche mese, mi hanno detto, quando fui trovato in una rudimentale zattera a ridosso della sponda orientale dello Shunta, fiume ora benevolo ora maligno a seconda dell'ira divina. Qui fui accolto e accudito nei boschi di Sumar, nel profondo Est, in una comunità di orchetti della dinastia Shan, di indole benevola che mi trasmisero le prime basi delle mie conoscenze magiche. Ma la mia ambizione mi porto' a lasciare il villaggio, limitativo e poco stimolante , e a recarmi a Tyrsis, citta' ricca e splendente, stravagante e stupefacente, dove conobbi il principe Nick a cui mi rivolsi per apprendere e approfondire le mie conoscenze sulla guarigione. Dopo vari anni e stremanti e laceranti selezioni tra i vari chierici di corte, fui spedito per meditare ai piedi del vulcano Agiva, ove risiede il segreto della vita e il tempo astratto e impercettibile, privo di futuro e di passato, anche se mutevole  nella sua eternita'. 
Ma cosa ne avrei fatto dei miei poteri?
Suggestionare?
Mistificare?
Uccidere?
Correva voce che in un villaggio lontano accadevano violenze e scelleratezze. Era la mia prova. Dovevo partire. Il mio impulso di avventura , pur nella piu' completa sorpresa di tutti, mi porto' alla partenza. E giunsi finalmente alla Capitale, dove, dopo essermi equipaggiato, trovai altri impavidi combattenti contro il male, a cui mi unii per la mia strenuante battaglia e per salvare quei luoghi ove ferve l'opera dell'uomo e raggiungere il giusto e la conoscenza eterna. 

Dagmar, degli Unicorni Alati

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