Racconti di Fantascienza
SEI IL VISITATORE N.
DAL 09/03/97
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Racconto del mese di MAGGIO-GIUGNO
III
LA COLONIA 127
Quando la vidi davanti a me, non scherzo e non faccio della retorica, mi si fermò il cuore.
Quante ore a progettare quella stazione davanti a me!
E nessuno la voleva, nonostante fosse bellissima.
Ma per essere completamente sincero , nench'io avevo mai pensato di venire a vivere qui...
La calotta posteriore si aprì come un fiore per farci entrare.
Intorno a me, molti respiravano rumorosamente.
SAPEVO COSA STAVANO PENSANDO.
Non sarebbero morti, dopotutto!
Io invece cominciai a preoccuparmi.
Mi guardai in giro in cerca di uno scienziato, uno specializzato o almeno un tecnico di classe A, sapendo che non ne avrei trovati.
Così mi avevano detto quando mi avevano preso, nessuno di loro si sarebbe macchiato di un reato così asociale come il mio.
Come avrei potuto gestire la stazione con il solo aiuto degli scrittori, che avevano fatto parte dei tecnici di infimo grado ?
Decisi comunque di credere per altri cinque minuti nei miracoli, e mi diressi al palchetto delle comunicazioni, dove la mia voce sarebbe stata amplificata e sentita da tutti.
Visto che esso era sopraelevato, molti dei miei compagni di viaggio mi videro per la prima volta.
UN SILENZIO MINACCIOSO MI FECE RIMPIANGERE IL CAOS DI PRIMA:
" C'è uno scienziato, uno specializzato o un tecnico di classe A tra di voi?"
Domandai con voce più calma possibile.
" Per farne cosa, Scienziato?
Ti mancano i tuoi amichetti?"
Mi domandò una voce ironica e tagliente.
Il silenzio si ruppe allora in favore di un brontolio minaccioso.
Feci un rapido calcolo.
Eravamo 1.400 circa.
1.399 facevano parte di una categoria che la società aveva perseguitato, messo un galera, ucciso.
ED IO PER LORO ERO LA SOCIETA'.
Deve essere vero che quando c'è di mezzo la sopravvivenza, il cervello trova da solo la strategia giusta.
O almeno fortunatamente per me fu così.
La poesia mi salì alle labbra in maniera spontanea:
" Come le tue guance nel mattino della mia vita,
così la rosea vellutata aurora viene, mamma.."
" Bella!"
"Sentita!"
" Un pò emotivamente carica, ma piacevole.."
" No, è retorica!"
Non ero più uno scienziato, ero uno di loro.
Improvvisamente la mia poesia non era più una condanna, ma la possibilità di una vita nuova.
Sentii che solo ora non ero più sulla terra,che solo ora ero libero da essa.
Fuori, il grande schermo aveva in primo piano Deimos, ed il mio cervello elaborò un piano di sopravvivenza:
" Organizzerò delle classi di apprendimento.."
Cominciai a dire.
" E' necessario che la maggior parte di voi diventi un tecnico di classe A, poi ci vuole qualche specializzato ed un gruppetto di scienziati.
Lo faremo con l'aiuto del computer di bordo che può scovare le vostre doti latenti.
Dovremo lavorare duro, sperando che chi ci ha mandato qui abbia attivato la colonia, rifornendola come io avevo previsto nel progetto, di fattorie, ovini, caprini e spero ardentemente di qualche cavallo..
Vedrete, diventerà un bel posto in cui vivere!"
Potete non credermi ma un momento dopo, guardando i visi degli altri, ebbi la sensazione che questo fosse non solo l'inizio della nostra storia, ma quasi l'inizio di una nuova storia dell'umanità.
SOLO IL TEMPO CHE IO NON VEDRO' POTRA' DIRE SE LA MIA SENSAZIONE ERA GIUSTA.