Benvenuti nella sezione della ragnatela riservata ai dibattiti, il primo tema che verrà affrontato sarà il MALE.
Per partecipare alla tavola rotonda, inviatemi via mail le vostre opinioni al seguente indirizzo, oscuros@tin.it DOPO AVER LETTO LE REGOLE DEL SITO. Per non perdervi nella vastità di tale argomento, vi propongo di partecipare rispondendo alle seguenti domande che saranno una utile griglia: 1) Cos'è il male? 2) Perchè un essere umano compie un'azione malvagia? 3) Quando un'azione è da considerarsi malvagia? 4) Esiste una morale assoluta?
Se avete idee per altri temi di dibattito comunicatemeli allo stesso indirizzo!
Ecco le risposte di Marisa:
1) 3) e 4) Il male...Secondo me è quello che ognuno di noi non vorrebbe che fosse fatto a se'. Non puoi dare una definizione del male come pue fornirla un vocabolario. Tu vorresti essere torturato? Se no, per te quello è male; se sì quello per te non lo è. Altrimenti avremmo tutti la stessa concezione del male e saremmo o tutti malvagi o tutti santi.
2) Secondo me per convenienza: per soddisfare un proprio bisogno materiale o istintivo. La risposta è breve ma perchè andare a cercare risposte lontane quando basta guardare nello specchio?
Passo ad esporre la mia opinione:
1) Il male è l'opposto del bene. Anche se sembra un serpente che si morde la coda, trovo questa definizione corretta: essa implica che l'esistenza del male è legata indissolubilmente a quella del bene. Da ciò si noti non deriva immediatamente che se il mondo è popolato solamente da malvagi il male non esistrebbe, conclusione a prima vista paradossale, ma che l'idea del male è definita come negazione dell'idea del bene (come l'idea di infinito è definita come negazione dell'idea di finito). Con parole chiare: se un'azione si può definire giusta (appartiene a ciò che viene nella morale in questione definito bene) o sbagliata (appartiene a ciò che viene definito male) essa è un'azione morale altrimenti non lo è. Le azioni dell'uomo sono per lo più morali, così non è per gli animali, essi seguono i loro istinti e l'uccisione di una preda non è né giusta né sbagliata: per loro non esiste la morale, non esiste il bene e non esiste il male.
2) Nasce tutto da un desiderio che non è conforme alla morale seguita, esso può variare dalla più semplice ed innocua disobbebienza all'atto più perverso od osceno. Credo di potere affermare che tutti abbiano provato varie volte nella loro vita desideri proibiti probabilmente anche del peggior tipo poiché siamo quasi tutti dei potenziali "malvagi" ma cosa impedisce di realizzare questo desiderio? La prima barriera è quella della nostra coscienza morale o superego che riconoscendo il desiderio come deplorevole lo combatte (a volte riesce anche a riccacciarlo indietro nell'ID con i devastanti effetti che Freud ha denunciato). Se questa prima battaglia è vinta dal desiderio (magari aiutato nell'intelleto con pseudo o vere giustificazioni per poter rabbonire la coscienza) vi sono altre due barriere entrambe di carattere fobico deterrente assai migliore della coscenza. La prima è la paura, nel caso che la soddisfazione del desiderio compoti la violazione del codice penale, è quella di essere arrestato. L'altra, forse la più potente in assoluto, riguarda la nostra vita sociale che verrebbe danneggiata se i nostri istinti malvagi venissero a conoscenza del "vicinato". Posso citare a dimostrazione di ciò, i suicidi causati dalla vergogna dei pedofili francesi arrestati vergogna non tanto generata da ciò che hanno fatto (altrimenti sarebbe insorta prima) ma dal fatto che ciò che hanno fatto si è venuto a sapere. Quindi una volta che fossimo distanti dalla civiltà probabilmente si manifestebbe la parte oscura che alberga in tutti noi; questa situazione è stata descritta brillantemente da Conrad in "Cuore di Tenebra" e da Goldind ne "Il Signore delle Mosche" ed anche (nel caso le accuse risultassero confermate) dai fatti accaduti in Somalia.
3) Quando è definita tale dalla morale che si segue; ciò significa che per chi la commette è tale solo se ne prova il rimorso, cioè solo se lui stesso la ritiene malvagia. Quando una persona ha una propria morale che differisce enormemente da quella dello Stato in cui vive (morale definita dalle leggi), poichè non prova, né proverà rimorso per i reati da lui commessi, in quanto azioni corrette dal punto di vista del reo, viene giudicato incapace di intedere e di volere.
4) Non lo credo, abbiamo già molti esempi di morali tutte diverse, almeno in qualche punto, tra loro: le varie morali religiose e quelle degli Stati. Durante il suo processo di formazione, un'individuo si crea una propria morale, per la maggior parte assorbita da quella della sua famigla e dell'ambiente circostante. Una volta che abbia raggiunto un adeguato livello spirituale ed intellettuale può esaminare queste sue leggi morali e modificarle od abbrogarle sostituendone con delle altri. La morale che così si viene a formare può identificarsi completamente (anche se ciò è raro) con una delle morali "principali" (religiose o statali) oppure essere un misto di queste o addirittura avere degli elementi opposti alle morali standard. Ogni persona quindi ha una sua morale legata al periodo storico-culturale e al luogo in cui vive ed agli eventi che gli sono accaduti, con che basi si può fare una graduatoria di queste leggi di vita e trovare così la morale assoluta e perfetta?