La tragica storia di Hiroshima ci riporta indietro di circa 50 anni, durante la II° guerra mondiale. In quel periodo, la tensione militare aveva fatto incrementare notevolmente la ricerca riguardante un uso bellico dell'energia nucleare.
"Manhattan Project" è il nome in codice dato all'imponente impiego di risorse umane, intellettuali e materiali che gli Stati Uniti predisposero per arginare l'offensiva tedesca e giapponese e per conseguire prima degli avversari la conquista del "potere nucleare". La possibilità di un utilizzo su grande scala dell'energia atomica si era resa evidente ai fisici fin dalla scoperta del neutrone e delle reazioni nucleari, ma tali importanti scoperte furono realizzate proprio nel periodo in cui la situazione politica, nel mondo, si andava deteriorando, a causa di due importanti circostanze: l'espansionismo armato del Giappone (che inizia con l'invasione della Manciuria nel settembre del 1931) e la nascita del Nazismo in Germania (con la nomina di Adolf Hitler a Cancelliere nel gennaio 1933). Repressione politica e sociale, instabilità e violenza militare si diffondevano in tutta l'Europa, sfociando ,come già detto, nella Seconda Guerra Mondiale.
In questo contesto Szilard intravide la possibilità della costruzione della bomba atomica e, poiché la scoperta della fissione nucleare fu fatta in Germania, proprio nel momento in cui questa espresse la propria determinazione a conquistare l'Europa, si rese concreto il pericolo di un utilizzo catastrofico della energia atomica. Egli, noto fra i fisici europei quale uomo di ingegno e di azione, si consultò con Einstein e lo indusse a scrivere una lettera al Presidente F.D. Roosevelt, nella quale lo mise in guardia sulla possibilità della costruzione di armi nucleari. Questa lettera fu consegnata a Roosevelt l'11 ottobre, 1939 e dieci giorni più tardi, su ordine del Presidente, si tenne la prima riunione del Comitato Consultivo sull'Uranio (il "Briggs Uranium Commettee"), a Washington, DC. Tuttavia negli Stati Uniti non nacque ancora interesse intorno alla questione, mentre ulteriori sviluppi delle ricerche si ottenevano nel Regno Unito, dove, nel febbraio del 1940 i due fisici Otto Frisch e Rudolf Peierls, prepararono un'analisi teorica della possibilità di fissione veloce nell'U-235. Il loro rapporto conteneva la prima valutazione fondata (benché grossolana) della dimensione della massa critica ("una libbra o due") e della probabile efficienza, e proponeva schemi pratici per il progetto della bomba e la produzione dell'U-235. Il lavoro dei due fisici risultò così convincente che un comitato di studio viene costituito ai più alti livelli governativi (chiamato in codice MAUD Committee) il 10 aprile. Entro dicembre il MAUD pubblicò un rapporto in cui si individuava nella diffusione gassosa il metodo più promettente per l'arricchimento dell'uranio. Il problema più importante da risolvere era, infatti, la produzione di sufficienti quantità di uranio "arricchito" per poter sostenere una reazione a catena. All'epoca l'uranio-235 era molto difficile da estrarre, essendo il rapporto tra minerale di uranio e uranio metallico di 500 a 1 e la quantità dell'isotopo 235 pari all'1% rispetto al 99% dell'uranio 238, inutile per la costruzione di una bomba atomica. A complicare la questione è il fatto che i due isotopi hanno caratteristiche chimiche del tutto simili e ciò li rende inseparabili con metodi chimici.
Numerosi scienziati affrontarono il problema, in tutto il paese, nelle diverse università (Columbia, Berkeley, Princeton), finché si misero a punto due tecniche per la separazione dell'U-235 dall'U-238, quella della diffusione gassosa, adottata nell'impianto che fu costruito a Oak Ridge, nel Tennessee e quella della separazione magnetica, messa a punto da Lawrence (l'inventore del ciclotrone).
Nel corso dei sei anni tra il 1939 e il 1945, più di due miliardi di dollari furono investiti nel Manhattan Project, tre complessi di ricerca furono costruiti ex-novo, vere e proprie città-laboratorio, a Los Alamos, a Hanford, a Oak Ridge e circa 100000 persone furono impegnate nei lavori cantieristici oltre che nella ricerca di base.
La formula per raffinare l'uranio e assemblare una bomba atomica fu concepita da alcune fra le più fervidi intelligenze del nostro tempo, sotto la guida del dr. Robert. J. Oppenheimer, il quale seguì il progetto dalla sua prima concezione alla sua definizione. Alla fine venne il giorno di verificare, a Los Alamos, se il "Gadget" (nome in codice della bomba) sarebbe stato il più grande fallimento della storia o se, invece, avrebbe consentito la fine della guerra.
La mattina del 16 luglio 1945, alle 5:29.45 ad Alamogordo, nel New Mexico, l'esplosione di una bomba atomica diede inizio all' "Era Atomica" Alcuni partecipanti al progetto, visti i risultati dell'esplosione, firmarono una petizione contro l'utilizzo del "mostro" che essi stessi avevano creato, ma non riuscirono a fermare "la storia".
Come tutti sanno la bomba atomica fu usata due volte durante la Seconda Guerra Mondiale, ad Hiroshima e Nagasaki, in Giappone. La prima volta fu usata una bomba all'uranio (Little Boy), la seconda una bomba al plutonio (Fat Man), entrambe trasportate da B-29, gli aerei dell'aviazione militare americana, appositamente equipaggiati e riconvertiti.
Se, fino ad oggi, non si è ancora utilizzata un'ulteriore bomba nucleare per fini militari, dobbiamo ringraziare la provvidenza. Durante questi ultimi tempi, in cui la paura per una guerra atomica si è fatta via via sempre maggiore, ci farebbe bene ricordare le parole di A. Einstein che, nel suo "testamento spirituale", esortava tutti i capi di stato a non utilizzare mai più ordigni nucleari : "...In considerazione del fatto che in ogni ulteriore guerra mondiale verrebbero certamente impiegate armi nucleari e che tali armi mettono in pericolo la continuazione stessa dell'esistenza dell'umanità, noi rivolgiamo un pressante appello ai governi di tutto il mondo affinché si rendano conto e riconoscano pubblicamente che i loro obbiettivi non possono essere perseguiti mediante una guerra mondiale e li invitiamo, di conseguenza, a cercare mezzi pacifici per la soluzione di tutte le questioni controverse tra loro. [...] Noi rivolgiamo un appello come esseri umani ad esseri umani: ricordate la vostra umanità e dimenticate il resto. Se sarete capaci di farlo vi è aperta la via di un nuovo Paradiso, altrimenti è davanti a voi il rischio della morte universale...".
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