Una figura scura si mosse nell’ombra di una stanza senza finestre, immersa nell’oscurità dell’ambiente e in quella dei suoi pensieri.
L’arrivo di un personaggio molto inquietante nell’Impero Durtend aveva allertato le sue spie, molto portate, come lui del resto, ad identificare il potere di una persona. E questa era davvero spaventosamente potente, tanto che mai, nella sua lunga vita, aveva avuto un simile riscontro.
Già in sè questa notizia lo aveva scosso e costretto a rivedere molti dei suoi progetti per fronteggiare la situazione nei migliore dei modi. Ma, come se questo non bastasse, il misterioso mago si era recato nell’unico posto che lui stesso non aveva mai visitato a Durtend: la Valle del Non Ritorno. O almeno questa era stata la sua ultima direzione prima che riuscisse a scomparire senza lasciare tracce da seguire ai suoi abili segugi.
La Valle del Non Ritorno...un posto misterioso e tetro già da molto prima che lui nascesse. Chissà quali poteri nascondeva e quali misteri celava ? Di certo l’inquietante figuro sapeva cosa andare a cercare e doveva essere di vitale importanza se lo aveva costretto a rivelare la sua esistenza che fino a quel momento era riuscito a tentere perfettamente celata. Perchè era molto difficile nascondersi agli occhi di colui che adesso stava furiosamente passeggiando nella scura stanza. Da ormai 150 anni lavorava ininterrottamente per crearsi una sfera di contatti e influenze sufficenti a informarlo di tutto ciò che accadeva nelle Terre Note e anche oltre. Prima di capire che il reale potere era la conoscenza aveva praticato altri esperimenti, alcuni dei quali avrebbero certamente spinto gli Dei a torturarlo per l’eternità, se da ormai 6000 anni non vi fosse il Lungo Silenzio, periodo nel quale nessuno, forse nemmeno l’Arciprelato Donnel di Quikx, era riuscito a comunicare con il proprio Dio. E ora i suoi 150 anni di lavoro venivano vanificati e sviliti dall’esistenza di un’entita tanto potente quanto misteriosa, che lui stesso non aveva mai visto o percepito.
In seguito alla comparsa aveva frugato tra tutti i libri che possedeva, le sue spie avevano vagato tra tutti i continenti per portargli notizie e lui stesso aveva interogato gli abitanti dei Villaggi Tristi, limitrofi alla Valle del Non Ritorno, per apprendere nuove informazioni.
Ma l’unica cosa che gli era stata riferita era che la guerra sul continente Valard, che ormai infuriava da molti anni, aveva preso una nuova direzione. Dopo che i Tre Signori Oscuri erano stati sull’orlo della sconfitta, una nuova misteriosa entità era intervenuta in loro aiuto. Noto come Jullem, questo essere del quale non si conosceva nulla, aveva dato nuova forza ai Cavalieri Neri di Zorkan, uno dei Tre Oscuri, pareggiando le sorti della battaglia. Per lui questa era stata una buona notizia perchè questo imprevisto avrebbe tenuto impegnato il Cerchio di Fuoco che da tempo era sulle sue tracce, lasciandogli tempo per agire e capire cosa accadeva a Durtend.
Mentalemente evocò uno dei suoi servitori che si presentò a lui immediatamente.
" Mandami Gilht " disse, con una voce profonda e suadente.
Il servitore accennò un rapido inchino e scomparve.
Nessuno consceva il suo reale nome o il suo vero volto. Nelle Terre Note lo chiamavano, o meglio si faceva chiamre Zircon di Uellenir, nei Reami Esterni quei pochi che lo avevano incontrato si rivolgevano a lui col nome di Silente mentre nei Regni del Mare il suo pseudonimo era Il Corvo.
Era giunto il tempo di conttattare vecchi amici e vecchie conoscenze. Sapeva che presto qualcosa sarebbe accaduto e lui doveva mettersi in moto prima che tutto divenisse irrecuperabile.
E poi c’erano le Cinque Torri, come se non bastassero i problemi che già aveva. Nel giro di un anno erano sorte, in vari continenti, enormi Torri, alte quasi una lega e dal diametro impressionante. In seguito alla ‘ nascita ’ di ogni torre inspiegabili fenomeni avevano coinvolto il continente in cui essa era sorta. Piogge di fuoco nel continente Valard, pioggie ininterrotte per mesi e mesi a Goll, terremoti senza precedenti in tutto Tekleran, tempeste e trombe d’aria nelle Terre di Fuco e una lunga e tetra notte a Cadwal. E lui avvertiva che questo era solo l’inizio. Da quando aveva iniziato le ricerche del Sapere Perduto, in seguito a un piccolo aiuto fornitogli dal mago noto come Aleric Korvan I, la sua sensibilità a quello che accadeva oltre il Primo Piano era notevolemtne aumentata, rivelandogli inquietanti informazioni sulle Torri in questione. Per esempio la loro posizione era al vertice di una stella a cinque punte, e per esempio al centro di questa stella un’intera isola disbitata era sprofondata nel mare in un modo a lui ben noto. Per ora tutto sembrava essere cessato e i fenomeni correlati alle Torri si erano interrotti, ma lui, nei suoi sogni, sentiva che il potere che esse sprigionavano era solo mutato e non si era interrotto.
Scosse le spalle. Quella era una minaccia a lungo termine, e già da tempo aveva imparato a risolvere i problemi in ordine di importanza. E il suo attuale problema aveva a che fare con la Valle del Non Ritorno.
Silenziosamente la porta del suo studio si aprì, o meglio si dissolse, per lasciare entrare un uomo molto magro e alto. Il volto non era molto riconoscibile a causa di una cascata di neri capelli che gli ricadevano fin quasi sugli occhi. O meglio, su un solo occhio, visto che l’altro era ricoperto da una vistosa benda nera...un regalo del suo padrone. Portava abiti semplici da viaggio e sul fianco sinistro gli pendeva una stranda spada bastarda: in quella stanza l’arma sembrava assorbire la stessa oscurità, diventando completamente nera.
" Mi hai chiamato ? " parlava sempre in tono informale quando si rivolgeva a lui. D’altronde la loro conoscenza era di vecchia data e lui era uno dei pochi che Zircon poteva definire amico. Era anche uno dei pochi che poteva parlargli in quel modo. Un altro al suo posto avrebbe visto il sorriso sparire dall’uomo che era seduto sul nero trono e in seguito...bè, in seguito sarebbe stato meglio per lui scivolare nel sano dolore della pazzia...piuttosto che rimanere cosciente.
" Si amico mio " Zircon si assestò sul trono in pietra, apparentemente disadorno " Ma prima che parli io, hai nuove notizie per me ? " sorrise, era un sorriso strano, quasi pericoloso.
Gilht non potè fare a meno di rabbrividire " Alcune. La Città dei Saggi fa progressi, e Korvan I ha deciso di accettarmi senza problemi. O meglio, forse qualche problema lo ha, ma per ora credo che abbia deciso di non offenderti. Sai, tendi a fare quest’effetto..."
Il sorriso sul volto di Zircon si allargò.
"...per il resto lì tutto tranquillo. Invece mi è arrivata una voce piuttosto inquietante dal monastero di Paladin di Vestak, a Durtend..."
" Si, so dov’è. Cosa è successo ? " la sua voce tradiva una certa urgenza.
" Sembra che qualcuno, o meglio io direi qualcosa, si sia introdotto nel monastero questa notte, abbia ucciso senza far troppo rumore il Precettore dell’Ordine e poi abbia trafugato una reliquia che tenevano in custodia i Cavalieri, mi pare che il nome fosse..."
" La Coppa delle Anime " concluse Zircon per lui, quasi in un sussurro.
" Mi sorprendi sempre..."
" Bene amico mio, credo che dovrai consegnare una lettera..."
" Dove stavolta ? "
" Al palazzo Imperiale di Quikx, ho un paio di amici là che credo sentano la mia mancanza..." al suo fianco comparve una figura semitrasparente che reggeva della carta e una nera penna di qualche strano animale. La penna si sollevò nell’aria e iniziò a scrivere...
Un grido, quasi contemporaneamente a quello che aveva riecheggiato nella sua mente una attimo prima, gli uscì involontariamete dalla bocca mentre si sollevava di scatto sul letto dalla piccola stanza.
Strinse gli occhi un paio di volte prima di rendersi conto che il sogno era finito e infine la tranquillizzante familiarità della sua piccola camera ebbe l’effetto di calmarlo. Le pareti disadorne e la piccola finestra potevano sembrare squallide, ma per un Guerriero di Paladin erano l’essenza della disciplina e dalla vita di monastero.
Del trambusto in corridoio lo costrinse ad alzarsi, e un attimo prima che aprisse la porta, qualcuno busso.
" Aprite immediatamente Sir Gregor, è successo qualcosa di grave " la voce trepitante che si levava dietro la porta era senza dubbio quella di un novizio.
" Berten " esordì minaccioso il massiccio guerriero mentre apriva la porta " Non dimenticare mai che non puoi dare ordini a un Portatore ".
" S-s-s-cusate Sir Gregor, ma io credevo..." il colorito aveva lasciato le guance del novizio che ora balbettava scuse senza senso.
Il volto contrito e duro di Gregor si rilassò e il Portatore assestò a Berten una formidabile pacca sulla spalla che lo fece arretrare di qualche metro, mentre con l’altra mano, dopo aver sfiorato il pettorale della sua armatura, si trovava ora a stringere in mano una grossa ascia bipenne da battaglia.
" Cosa succede amico mio, cosè tutto questo scompiglio ? " chiese Gregor in tono serio.
" Non avete sentito un grido provenire dalla stanza del Precettore Gholmur ? Tutto il monastero ha tremato per qualche istante, e poi il silenzio è piombato di nuovo tra i corridoi. I Siniscalchi sono stati i primi ad accorgersene e hanno dato ordine di svegliare i Cavalieri e i Portatori, così..."
" Ben fatto Berten " e gli assestò un’altra violenta pacca " Andiamo a vedere cosa è successo ".
" Milord..." bofonchiò il novizio " Se continuerete così non arrivò mai nemmeno al rango di Allievo tutto intero...".
Il robusto Portatore rise e si avviò lungo i corridoi del monastero. Era soddisfatto di non aver sognato il grido che lo aveva svegliato. Già troppo spesso incubi senza apparente senso affollavano i suoi sogni; frammenti di un passato la cui eredità era solo ed esclusivamente il nome che portava e che, da sempre nebuloso, solo ogni tanto lasciava scie di memoria che affioravano nei suoi sogni. Di sè sapeva solamente che era stato rapito in gioventù da una razza abietta e meschina che si dilettava in esperimenti genetici e inseguiva la chimera della creazione di un guerriero perfetto e inarrestabile. Così, o almeno così gli avevano detto, era stato ucciso da quelle creature degli inferi e poi riportato in vita, tramite strani rituali che gli avevano cancellato la memoria e lo avevano potenziato fisicamente oltre ogni immaginazione. Era riuscito a fuggire la sua prigione, uccidendo tutti i suoi carcerieri, e poi aveva incontrato il mago Aleric Korvan I, tuttora suo grande amico. Avevano iniziato a viaggiare insieme, e insieme avevano vissuto molte avvnture, fino a quando il destino e le loro gambe non li avevano condotti ai piedi di un moastero di Paladin. Lì una lucente presenza lo aveva investito con una cascata di purezza e di gioia. Così si era votato anima e corpo a Paladin e ai suoi insegnameti. Il suo aspetto era molto cambiato. Se prima aveva ben poche parvenze di umanità, il colorito cinereo, il volto inespressivo e la morte dei sensi, ora, anche se non era propriamente di bell’aspetto, aveva recuperato la sua umanità.
Ciò che vide una volta giunto nella stanza del Precettore lo strappò dalle sue riflessioni e lo costrinse a invocare il suo Dio con una preghiera.
" Guerrieri " esordì la possente voce dell’uomo che, al centro del cortile interno del monastero di Vestak, stava parlando a una considerevole folla di Guerrieri di Paladin, gloria della Sacra Chiesa di Ullya " Questa notte un portentoso nemico, del quale ignoriamo la natura, si è introdotto nel monastero e ha compiuto un efferato delitto..." nonostante le lacrime solcassero il volto del Siniscalco della Pietra la sua voce rimaneva forte e si levava sui mormorii dei Guerrieri.
Con un gesto congiunto dei due Siniscalchi un gruppo di quattro Cavalieri uscì dall’ingresso del monastero portando un grossa bara di pietra, scolpita di moltissimi disegni che rappresentavano la storia dell’Ordine di Paladin.
" Il nemico non sembra tuttavia privo di onore poichè il Precettore Gholmur è stato trovato con in mano la sua spada, è quindi certo che abbia avuto l’opportunità di difendersi morendo da Guerriero " questa volta aveva parlato il secondo Siniscalco del monastero, mentre la bara veniva condotta al centro del cortile per la cerimonia.
" Precettore Gholmur di Vestak, figlio di Erevan III, Gran Cardinale di Ullya, così i tuoi discepoli e figli ti salutano " sul sarcofago di pietra vennero incrociate le sessanta spade dei Cavlieri mentre i Portatori e gli Allievi iniziarono una lunga preghiera rivolta a Paladin.
" Noi ti salutiamo Gholmur di Vestak, nostro Signore e Comandante. Ti salutiamo cingendo in mano la nostra spada e portando le nostre armature perchè sempre saremo pronti a combattere, onorevole Precettore..." cantarono i Cavlieri.
E venne la vittoria,
venne l’ultima vittoria,
la vittoria dell’uomo
del guerriero,
venne l’eterna gloria
di una vita al servizio
dei giusti,
Conclusa,
finita,
servendo il proprio Signore,
morendo in battaglia,
senza paura,
morendo tra le braccia
del proprio
Dio.
In seguito al canto di addio il Maestro di Magia si avvicinò al Precettore e, pronunciando arcane parole, illuminò di una luce purissima l’ultimo giaciglio del Precettore Gholmur. Poi scesero i Siniscalchi e affiancarono il Maestro, lasciano qualcosa tra le mani del loro defunto Signore. Il cielo stesso parve aprirsi per accogliere la luce che sprigionava dall’ultimo giaciglio del guerriero, e, nonstante da molti anni gli Dei non dessero segno della loro esistenza agli uomini mortali, a tutti i Guerrieri di Paladin, che dall’inizio dei tempi avevano con il loro Dio un rapporto differente degli altri fedeli, parve di vedere il volto del loro Ispiratore dipingersi nel cielo, e una sottile pioggia iniziò a cadere dal cielo, bagnando il volto già coperto di lacrime di tutti coloro che riempivano il cortile. Il giorno seguente lo stesso Donnel, arciprelato di Ullya, sarebbe arrivato da Quikx per dare l’estremo saluto al Precettore.
La cerimonia durò ancora a lungo e fu consentito anche agli Allievi e ai Novizi di unirsi alla giornata di pianto per il defunto Guerriero. Secondo la tradizione la tomba doveva essere lasciata una notte all’aperto per consentire all’anima del defunto un’ultima visita al monastero. Era una tradizione molto antica, che risaliva addirittura alla fondazione dell’Ordine, avvenuto in seguito al grande massacro della Grande Celebrazione, quando l’arciprelato che aveva succeduto Lushka, un giorno, aveva incontrato la forte mano di Paladin. Da allora era nato l’Ordine, e aveva sempre protetto i fedeli e gli stessi rappresentanti della Sacra Chiesa di Ullya.
Così tutti i guerrieri rientrarono e quando la luce che la bara emanava si spense fu possibile vedere quale oggetto era stato lasciato tra le mani di Gholmur.
Si trattava del simbolo di Paladin che ogni guerriero portava sempre con sè e al quale teneva più della stessa vita: il suo era spezzato.
FEDELE GREGOR,
IERI, IN MEDITAZIONE E IN PREGHIERA, IL SANTO ULLYA MI HA RIVELATO IL NOME DEL SUO FRATELLO PALADIN E QUINDI IL TUO. MI HA RIVELATO LA TUA SACRA DEVOZIONE AL NOSTRO CREDO, E MI HA CONVINTO CHE TU SEI LA PERSONA CHE CI PUO’ AIUTARE A RISOLVERE UN GRAVOSO PROBLEMA. COME BEN SAPRAI IL PRECETTORE DEI GUERRIERI DI PALADINE DELL’IMPERO DURTEND, CHE RISIEDEVA NEL MONASTERO DOVE TU SVOLGI IL TUO APPRENDISTATO, E’ STATO ASSASSINATO BRUTALMENTE DA FORZE CHE ANCORA NON COMPRENDIAMO A PIENO MA CHE SEMBRANO IN QUALCHE MODO LEGATE AL NOME DI PALADINE E A QUELLO DI ULLYA. E’ STATA SOTRATTA AL VOSTRO MONASTERO E QUINDI ALLA NOSTRA FEDE UNA PREZIOSA E MISTERIOSA RELIQUIA: LA COPPA DELLE ANIME. NON CONOSCIAMO I POTERI CHE QUESTO OGGETTO NASCONDE MA E’ BEN CONOSCIUTA LA SUA GRANDE IMPORTANZA PER LA CHIESA DI ULLYA. ESSA INFATTI APPARTENEVA AL PRIMO SACERDOTE DI ULLYA E SI NARRA CHE SIA STATA FORGIATA DALLO STESSO ULLYA ASSIEME AL FRATELLO PALADINE. TEMIAMO CHE IL NOME DEL NOSTRO ANTICO DIO NEMICO, TYSIYAN, POSSA CELARSI DIETRO QUESTO FURTO, E CHE L’OMBRA SCURA DEL DIO MALVAGIO CHE DA MILLENNI COMBATTIAMO STIA DI NUOVO PER PIOMBARE SULL’IMPERO. PER QUESTO CHIEDO IL TUO AIUTO, FEDELE FIGLIO, PER QUESTO E’ NECESSARIO CHE LA TUA MANO, E CON LA TUA QUELLA DI PALADINE, SI UNISCANO A NOI PER COMBATTERE UN NEMICO CHE FORSE E’ GIA’ MOLTO FORTE. TI CHIEDIAMO DI PORTARE LA TUA FEDE TRA LE FILA DEL NEMICO E COME UNA LAMA INFUOCATA SPEZZARE OGNI FILO DI TENEBRA CHE ANCORA TIENE ANCORATO ALLA RELTA’ L’INFAUSTO NOME DI TYSIYAN. LA TUA FORZA, LA TUA FEDE E IL TUO VALORE CI OCCORRONO QUI, AL NOSTRO FIANCO, PER FORGIARE DI NUOVO UNA PORTENTOSA ALLEANZA ALLA QUALE NESSUNA MALVAGITA’ POTRA’ OPPORSI.
CI SONO ALTRI FATTI DI CUI VERRAI A CONOSCENZA QUANDO SARAI QUI, FATTI CHE CI PREOCCUPANO ANCORA DI PIU’ PER CIO’ CHE E’ ACCADUTO AL TUO MONASTERO.
TI ATTENDIAMO A QUIKX, CAPITALE DELL’IMPERO, AL PALAZZO IMPERIALE, DOVE CI INCONTREREMO INSIEME ALL’IMPERATORE. PORTA ANCHE I COMPAGNI CHE TI HANNO AIUTATO IN TANTE AVVENTURE.
CHE ULLYA E PALADINE GUIDINO IL TUO CAMMINO.
Donnel di Quikx, Arciprelato della Chiesa di Ullya.
Sir Gregor rilesse attentamente la lettera che gli era stata consegnata nello stesso momento in cui l’arciprelato Donnel, venuto in visita il giorno precedente al monastero, aveva lasciato il cortile principale, portando con sè la tomba di Golmhur presso le cripte del palazzo di Quikx.
Tysiyan. Un nome infausto. Portatore da sempre di morte e distruzione e, soprattutto, causa della nascita dell’Ordine di Paladin. Nei canti di Ullya il nome del Dio Oscuro non veniva più nominato e la Nera Fede era da tempo bandita da tutto Durtend. Le ultime tracce di quel culto malato erano state estirpate dal continente, secondo le cronache, 700 anni prima, durante l’ultima delle battaglie tra i culti contrapposti. Perchè non vi era nulla di più opposto che il credo di Ullya e quello di Tysiyan. Il destino di uno era di preservare la vita e la bontà d’animo era alla base del sacerdozio. L’altro amava il sangue, la dannazione e la violenza in tutte le sue forme. Secondo i Cultori della Storia le due divinità erano fratelli gemelli e per questo nessuna delle due avrebbe mai prevalso sull’altra, anche se la natura violenta degli adepti di Tysiyan aveva più volte spostato l’ago della bilancia in favore della Nera Fede. Per questo Paladin, fratello maggiore di Ullya e quindi anche di Tysiyan, si era schierato a fianco del caritatevole fratello, impugnando per lui le armi e difendendo con accanimento e con forza i suoi fedeli.
E ora dopo 700 anni di silenzio quel nome riemergeva dagli abissi della storia, e a pronunciarlo era proprio l’Arciprelato Donnel. In effetti il simbolo di Paladin spezzato era una prova consistente che l’assassino fosse qualcuno che odiava l’Ordine. E chi, più dei Cavalieri di Tysiyan, aveva motivo di odiare il Sacro Ordine ?
Indipendentemente da questo avrebbe obeddito all’ordine dell’Arciprelato.
"...porta anche i compagni che ti hanno aiutato in tante avventure...", questo voleva dire che prima di andare a Quikx avrebbe dovuto rincontrare due vecchie conoscenze.
" Andiamo Trestan, usa un po’ di delicatezza...non stai mica arando un campo, anche se ogni volta che ti guardo mi viene da pensare che almeno una volta nella vita qualcuno ti deve aver attaccato un aratro al collo ".
L’omone che probabilmente rispondeva al nome di Trestan grugnì e si spostò leggermente di lato rivelando un’altra figura, molto più magra e bassa, che stava trafficando su un tavolo di legno sul quale erano posati diversi sacchetti di sabbia, coloranti e mille altre cose. Nell’angolo della piccola stanza la luce rossastra di un forno scagliava ombre contro le pareti.
" Quando sei a questo punto devi aggiungere delicatamente i coloranti, altrimenti l’unica cosa che vedrai nello specchio, una volta terminato, sarò il tuo brutto muso " di nuovo Trestan grugnì " Ecco, vedi ! Quando la pasta assume questa colorazione devi metterla in forno. Hai capito zucca vuota ? " questa volta Trestan fischiò una nota di assenso.
L’altro uomo sorrise. Sapeva che Trestan non se la prendeva quando lui parlava così, e per la verità, vista la sua mole, se la cavava veramente bene con gli specchi.
Qualcuno bussò alla porta del suo laboratorio. Solo altre quattro persone sarebbero potute arrivare fin lì incolumi, o per lo meno abbastanza in forze per essere ancora grado di bussare.
" Avanti " disse il basso uomo mentre si rimetteva il mantello blu e si allacciava in vita la cintura rossa.
" Luxus " esordì il nuovo entrato, che indossava una tunica nera di un materiale raro e prezioso, molto difficile da trovare, probabilmente seta Draghon " Sono spiacente di disturbarti mentre stai lavorando, ma è arrivato qualcuno che forse gradirai ricevere tu stesso ".
" Non ti preoccupare Misrezel, hai fatto benissimo. E poi tu puoi venire quando vuoi, d’altronde paghi l’affitto anche per me..."
Misrezel sorrise " Quando la metti così...cosa gli devo dire ? ".
" Ti seguo " Luxus si girò verso il suo Apprendista " Trestan, vecchia cornice ammuffita che non sei altro, fammi un paio di specchi curvi e poi portali di sotto che ci diamo un’occhiata ".
L’omone grugnì qualcosa che nella sua lingua, Luxus l’aveva imparato, dovevano essere una decina di consigli su cosa fare con i due specchi che stava per costruire.
Di nuovo Luxus sorrise.
" Allora Misrezel, quali nuove da Dorelon ? " Dorelon era il nome della capitale del regno indipendente nel quale Luxus e i suoi assistenti vivevano, gentilmente ospitati, per motivi ancora ignoti, da Misrezel.
" Oh, bè, niente di particolare. Il Barone ha linciato uno dei suoi generali per motivi che ancora sfuggono alle menti troppo semplici di buona parte del mondo. Ma d’altronde è sempre stato un tipo sofisticato..."
Qualcosa nella voce di Misrezel gli provocò un brivido famigliare che già tante volte aveva provato parlando con il suo ospite ma che mai era riuscito a collegare con la sensazione di famigliarità che provava. Scrollò le spalle. Era ovvio che un abitante della Baronia avesse un che di minaccioso. Altrimenti sarebbe morto prima di vedere due tramonti in fila. Perchè, e di questo si era accorto lui stesso nelle sua sporadiche visite a Dorelon, la Baronia Nera non era un posto sicuro. Per questo era considerato un impero ribelle da Durtend, che suo malgrado, la conteneva. Assassinii e uccisioni erano all’ordine del giorno. Chiunque non pagasse le assurde tasse che il Barone imponeva giorno per giorno veniva picchiato la prima volta, e ucciso la seconda. E le prove di forza non servivano, perchè in un modo o nell’altro il Barone riusciva sempre ad averla vinta. Eppure Misrezel sembrava tenergli testa. Non si sà grazie a quale misterioso potere, ma sapeva tutto ciò che accadeva nel palazzo di Dorelon e le tasse non sembravano infastidirlo.
La mente di Luxus corse involontariamente a qualche giorno prima. Una notte aveva sentito dei rumori provenire dal piano terra della casa. Così, armato di uno specchio e della spada, era sceso in silenzio per vedere un uomo vestito di scuro aggirarsi per le stanze, in cerca di qualcosa da rubare. Poi aveva colto un movimento con la coda dell’occhio e aveva visto Misrezel. L’uomo stava scendendo dalla sua stanza e si era piazzato in un angolo del soggiorno. Poi aveva sollevato un braccio in direzione del ladro. All’improvviso quello aveva urlato e si era girato in direzione di Misrezel, iniziando a fenendere l’aria con il coltello, come per scacciare un nemico invisibile. Questa scena era durata poco, perchè all’improvviso il ladro si era pugnalato da solo, con l’espressione distorta dall’orrorre.
Quello notte Luxus non aveva più dormito, ma non aveva mai accennato il fatto con il suo ospite.
" Allora, chi è quest’uomo misterioso ? ".
" Vedrai..."
Scesero nel cortile dove, all’ombra di un grosso albero, li attendeva un enorme omone, che stava finendo di togliersi, aiutato da uno scudiero trasparente che fluttuava a mezzo metro da terra, gli ultimi pezzi di quella che doveva essere una pesante armatura.
" Per tutti gli specchi piani !!! "esclamò Luxus, e mentre diceva questo l’omone si girò di scatto, inciampando nell’armatura e finendo lungo disteso nell’erba. Luxus iniziò a ridere.
" Posso aiutarla Milord ? " chiese impeccabilmente lo scudiero, sollevando un sopracciglio " Vuole indossare l’armatura senza il mio aiuto...lo sa che è molto difficile...ci hanno creati appositamente per quello...."
Luxus caddè i ginocchio e iniziò a rotolarsi nell’erba, mentre la sua risata riecheggiava in tutto il cortile e per le stanze vuote dell’enorme casa..
" Oh...vattene " ordinò l’imbarazzato cavaliere al suo scudiero.
" Milord..." e scomparve.
Il basso uomo vestito di blu riacquistò il suo autocontrollo, e asciugandosi le lacrime col mantello, si avvicinò al suo imbarazzato interlocutore e gli tese la mano.
" Come stai vecchio mio ? " guardò un attimo l’armatura " Sei salito di grado ? ".
" Sì " rispose con fierezza Gregor " Adesso sono Portatore di Pace...è un grande onore..." aggiunse.
" Complimenti " esplose Luxus abbracciando l’imponente Portatore " Così abbiamo un Portatore di Pace tra di noi, anche se non so cosa voglia dire di preciso, ma mi sembra una gran cosa...".
" Bè...sì ".
" Ma pensa...mi volto un attimo, faccio un paio di specchi e tu mi diventi Portatore..." scosse la testa "...non ci si può distrarre..." alzò gli occhi " E Aleric ? ".
" E’ appunto il motivo per cui sono qui. Sei pronto a fare un bel viaggetto ? ".
" Come sempre ".
" Partiamo allora, strada facendo ti spiegherò ogni cosa " concluse risoluto il Portatore.
" Chissà perchè, ogni volta che ti sento dire una cosa del genere, il mio spirito d’avventura si smorza terribilmente..." e detto questo si girò urlando ‘ Razza di specchio opaco e senza cornice, scendi che devo partire...’.
Gregor sorrise...erano tornati i bei tempi.
" Aleric..." disse una voce bassa e piatta, ma che dava l’impressione di poter assumere decine di variazioni differenti " Aleric ci sei ? ".
" Si, ci sono " rispose una figura ammantata, che sedeva dietro un grande tavolo in legno. La figura sollevò un medaglione che portava al collo. La voce che lo aveva chiamato proveniva proprio da lì.
" Bene, allora posso entrare " la porta dello studio si aprì per far entrare un uomo scuro di carnagione, non molto alto e con i capelli leggermente brizzolati.
" Silk " disse Aleric leggermente seccato " Mi spieghi perchè devi usare il medaglione per parlarmi quando stai fuori dalla porta ? Non ti ho dato quell’oggetto perchè tu ne abusi inutilmente ".
" Credo che un vero motivo non ci sia, è solo che la tua voce, quando arriva dal medaglione, è così buffa...".
" Tutto qui ? ".
" Siamo nervosetti eh ? " Silk sorrise " No, è che è arrivata una lettera per te ".
" Di chi è ? ".
" Credi che io legga impunemente la tua corrispondenza ? Andiamo, per chi mi hai preso ! " protestò con candida innocenza Silk mentre allungava la lettera al suo amico.
Gli occhi di Aleric scorsero la pergamena che stringeva tra le mani e un malinconico sorriso gli si dipinse sul volto. Silk, che lo stava gurdando, notò che il suo viso, se osservato da occhi esperti, tremolava leggermente, come se fosse riflesso su una pozza d’acqua agitata dal vento o da chissa cosa. Anche quello era un lascito dei suoi tragici viaggi compiuti prima che divenisse il Governatore della Città dei Saggi.
" Bene " disse Aleric dopo essersi alzato dallo scranno " Credo che partirò per un lungo viaggio " la sua voce tradiva un certo entusiasmo.
" Starai via molto ? ".
" Dipende " e mentre diceva questo una parete scivolò di lato rivelando un laboratorio segreto dal quale Aleric iniziò a prendere oggetti.
" Starai via molto " affermò più per se che per altri Silk.
" Ti affido il compito di Governatore amico mio " disse sollenemente Aleric.
" Puoi stare tranquillo Aleric. Farò del mio meglio, come sempre del resto ".
" E’ qusto che mi preoccupa " e prima che Silk avesse il tempo di rispondere il mago venne avvolto da un turbine di nebbia che lo fece scomparire aprendogli i sentieri della magia.
Nella non troppo fredda notte primaverile, fuori dalle porte di Quikx, capitale indiscussa dell’Impero Durtend e del Sacro Credo di Ullya una piccola fiammella brillava illuminando, a turno, due figure. La prima stava a gambe incrociate vicino al fuoco. Una lieve luce scaturiva da un piccolo oggetto fissato sulla sua fronte da una fascia e andava a illuminare una piccola cornice di legno che era vittima di opere di restauro da parte del possessore. La statura non troppo alta, il fisico magro e la posizione stessa richiamavano la positura di uno Gnomo, anche se in realta la persona in questione era indubbiamente umana. Per chi lo conosceva poi, alcuni suoi comportamenti potevano richiamare indubbiamente il carattere delle piccole e ingegnose creature, primo di tutti era l’eccessiva logorria di cui a volte cadeva vittima. Questa era una di quelle volte.
L’altra figura, molto più grande e robusta ma pure essa umana, era distesa all’interno del circolo di luce proiettato dalle fiamme e con lo sguardo frugava fra i veli della notte in cerca di chissà quale segreto. In quel momento, come molto spesso accadeva quando i due si incontravano, la grossa figura taceva e ascoltava anche troppo attentamente quanto l’altro uomo stava dicendo.
" Insomma mi stai dicendo che quando sei tornato al monastero dopo il nostro ultimo viaggio ( che se non sbaglio deve essere stato un bel po’ di tempo fa ) ti ha accolto un comitato, tra cui il vecchio e defunto ( pace all’anima sua ) Precettore, e ti ha detto ‘ Gregor, da oggi sei Sir o Lord o il titolo che usate voi miltari..."
" Non siamo militari..." protestò debolmente Gregor.
Luxus, che era indaffarato con uno specchio, agitò la mano nella quale stringeva un piccolo cacciavite per zittire il grosso amico "...e come li chiami tipi che non riescono a portare a compimento una frase senza metterci in mezzo Sir, Lord o Signore. Comunque ti hanno detto ‘ Gregor, da oggi sei Lord e quindi porterai questo nuovo titolo e il tuo addestramento continuerà a migliorarti ’, e poi ti hanno stretto la mano, fatto una bella cerimonia e messo addosso un’armatura più pesante. Giusto ? ".
" Bè..." rispose un po’ a disagio Gregor "...detta così sembra una cosa comune, perfino banale. Ma per chi non capisce l’Ordine, penso che possa rispodere alla realtà. Anche se devo dire che da te mi aspettavo un po’ più...".
" La smetti " lo interruppè seccato Luxus " Il fatto che io abbia detto la nuda verità non ti dà il diritto di fare sfoggio delle tue nuove abilità a mie spese ".
" Ma che cosa stai dicendo ? " rispose stupito Gregor, che girandosi vide uno degli specchi di Luxus sospeso a mezz’aria che roteava su se stesso " Per i Libri di Zyadan, ti giuro che io non centro niente con quello !!! ".
" Ah no eh ? E se non sei tu chi è ? Lo specchio che ha deciso di prendersi un giorno di ferie e quindi di volare via ? " allungò le mani per prendere il piccolo oggetto " E vieni qui tu, razza di ingrato, ti ho creato io, per Vagel !! Se non ci fossi stato tu saresti ancora un mucchietto di sabbia in chissà quale spiaggia noiosa e deserta !! " ma lo specchio non voleva proprio saperne e continuava a sfuggire al suo padrone.
Intato Gregor, che aveva lanciato un incantesimo di rilevamento insospettito da quello che stava succedendo, era strisciato verso il suo zaino e aveva sfoderato la sua poderosa ascia di pietra.
" Fatti indietro Luxus, qui intorno c’è un mago che ha voglia di vedere il terreno da vicino. Dopo che gli avrò staccato la testa dal collo, s’intende..." e fece un passo avanti in maniera molto minacciosa mentre mormorava preghiere propiziatorie al suo Dio. Affrontare un mago non era cosa da fare a cuor leggero.
Una risata soffocata uscì dalle tenebre, per poi trasformarsi in una vera e prorpia esplosione di ilarità.
" Chi è ? " gridò fuoriosamente il grosso Portatore mentre il Mago degli Specchi era finalmente riuscito a recuperare il suo prezioso oggetto " Chi è che si burla di noi ? Sei forse privo d’onore da nasconderti ai nostri occhi ? ".
" Questo devi dirmelo tu, amico mio ".
" Questa voce..."
" Questa voce ? " disse Luxus mentre aveva ricomincato a lavorare al suo specchio " Zuccone. Chi vuoi che sia...."
" Aleric !!! " gridò quasi Gregor mentre dalla ombre proiettate dal fuoco usciva un robusta, quasi grassa per la verità, figura. Immediatamente il grosso guerriero posò l’ascia e si precipitò a stringere la mano all’amico.
" Quanto tempo fa sei arrivato ? ".
" Abbastanza per capire che il nostro amico non è affatto cambiato " si rivolse a Luxus " Come stai vecchio mio ? " chiese.
" Per la verità...sono contento di essere qui. E sono ancora più contento che tu sia arrivato, non ce la facevo più a intrattenere noiose conversazioni con lui. Adesso te lo sciroppi tu..." e così dicendo sfiorò la piccola cornice che aveva in fronte, mormorò qualche parola e la luce si spense.
" Abbimo un sacco di cose da raccontarci " disse entusiasta Gregor, rivolgendosi all’amico mago.
" Sì, e la notte non è mai troppo lunga. Perciò sediamoci vicino al fuoco, e mentre mi preparo da mangiare raccontami cosa hai fatto in questo anno...".
" Che gli Dei ci salvino " borbottò Luxus mentre si rigirava nel sacco a pelo.
INTERLUDIO:
" Così hai adempito il tuo compito " disse con soddisfazione una figura incappucciata, che emanava un’aura di potere tremendamente forte.
" Sì, come mi era stato chiesto " una voce cavernosa e profonda, che congelò l’aria, rispose.
" Dovè ? ".
" Tieni ".
La figura incappucciata osservò attentamente una coppa fatta d’oro e pietra mentre con una mano seguiva tutti gli intagli e le incisioni presenti su di essa.
" Vistenal " chiamò " Adesso tocca a te occuparti del Sigillo ".
" Dubiti di me ? " una terza figura umana, bassa e non molto robusta, uscì dalle tenebre della caverna in cui i tre si trovavno " Non ho mai fallito prima d’ora e non mi piace che mi si tratti come un incapace ".
" Io ti ho sempre trattato per quello che sei " fece una pausa mentre dalla tunica fuoriuscivano vapori verdastri " Per quello che mi riguarda, mi occuperò personalmente del Pugnale Eterno. Signori, ci rivedremo qui a missioni compiute. Nel frattempo Lord Disticon, controlla che tutto proceda secondo i piani. Non voglio dovervi ricordare che sono io quello che sta risciando di più e che se verrò scoperto, almeno uno di voi..." posò lo sguardo su Vistenal "...troverà una fine dolorosa, molto dolorosa..." e scomparve.
" Lo odio, lo odio con tutto me stesso " sussurrò il basso uomo.
" Non è saggio parlare così, io conosco il suo potere, e non è bene sfidarlo ".
" Non ora, sicuramente non ora. Se solo potessi rivelare chi è senza andare incontro a morte certa..."
Quikx era senza dubbio la città più grande delle Terre Note, in competizione solo con l’Oscura Olaborn, nel Continente Maledetto. La struttura era relativamente semplice. Due enormi strade attraversano Quikx come una croce, erano queste le due principali arterie del traffico cittadino...sempre intenso e nevrotico...il sogno di ogni mercante e l’incubo di ogni contadino forestiero che non riusciva a tornare a casa senza essere privato di metà dei suoi soldi da truffatori e venditori ambulanti. Tutto sommato, però una cittò piacevole...oltre che il luogo probabilmente più sicuro al mondo. L’Impero Durtend...forte dei Guerrieri di Paladin, di un esercito imponente, del Clero più potente delle Terre Note e di una tacita alleanza col Cerchio di Fuoco era quanto di più inattaccabile ci fosse...esclusa, forse, solo l’Isola dei Pirati o l’Isola Elleiaka. In tempi passati il nemico era riuscito a penetrare a Quikx, seminando morte e distruzione e una volta, molti secoli prima, alcuni sicari erano persino riusciti ad introdursi nel palazzo Imperiale per uccidere l’Imperatore, tentativo sventato solo da un eroe il cui nome si perdeva nella leggenda, ma che era uno degli ispiratori dell’Ordine.
Così non era difficile immaginare con quale gioia ed emozione Gregor Derfilian, Portatore di Pace, agognasse l’incontro con l’Impertore ma soprattutto con Donnel, Arciprelato e maggiore autorità religiosa di tutto il continente Goll. La sua mente militare inoltre esaminava criticamente le difese della città, constatando che, in un eventuale assedio, tutta la parte dedicata ai mercati e alle abitazioni del ceto povero, sarebbe stata sacrificata in favore della città alta. Inafatti la massiccia espansione che Quikx subiva da ormai molti anni aveva impedito il consolidamento di mura di cinta sufficentemente robuste da reggere a un assedio. Solo le muragli della città vecchia erano state fatte secondo regole militari...Ma la sola città alta sarebbe stata sufficente ad accogliere l’intera popolazione di Quikx, che all’ultimo censimento, risultava essere di oltre mezzo milione di persone di cui circa duecentomila erano soldati...e risiedevano nel palazzo Imperiale....................................continua.....