Vorrei
Vorrei che il tempo si potesse comandare,
portandolo avanti o indietro a piacimento.
O, sabbia della clessidra, fermati!
L'onda del mare avanza, la luna ordina,
il castello rischia di cadere, e io sono lì, a guardare...
Le stelle danzano il rito di un satanico destino,
calunniose o gaie che importa?
Il loro riso macabro mi terrorizza, come le tenebre
scure e nere, in una notte di novembre.
Squillate, trombe che introducono la nuova vita!
Suonate, flauti dai dolci tasti di madreperla!
Scoccate, frecce argentine dall'arco di candidi cupidi!
Avvolto in uno scialle di speranza chiedo udienza al tempo,
contando i granelli di sabbia, scandendo, all'unisono,
il battito del tempo, codardo, crudele...
Angeli della felicità, dove siete?
In questa greve esistenza attendo, l'abisso che mi sarà tomba,
contemplando la floridezza dei miei sentimenti.
Consumando la mia anima in continui raggiri,
corro verso l'orizzonte per cogliere almeno un raggio obliquo!
Ma io seguo invano il Dio che si ritira;
l'irresistibile, nera, funesta, rabbrividente notte:
O, maledette tenebre, ritiratevi!
Non lasciatemi sull'orlo della palude,
evitatemi il supplizio dell'abisso, lampo infernale!
Eden che mi attira e respinge,
che lussuria, e che sprezzo.
Da parte sua, l'orologio, a voce bassa: - Il dannato è maturo.
Ma avverto vanamente questa carne corrotta. L'uomo è cieco,
sordo, fragile, come un muro abitato e tarlato da un'insetto! -

04/11/1995

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