Chi è lautore? Dario de Judicibus è un consulente di gestione della conoscenza, una disciplina in cui convergono competenze di tecnologia, sociologia, psicologia e antropologia. Laureatosi in Fisica nel 1984, padre di una bellissima bambina, nel tempo libero collabora a diverse riviste. |
Se il bambino viene criticato, impara a condannare. Da questo scritto della dottoressa Eva Lewin (I bambini imparano ciò che vivono) l’Autore prende spunto per un’ampia riflessione sul rapporto genitori-figli e sulla delicata funzione di educatore. Un rapporto che deve rimanere aperto al dialogo e all’ascolto. I bambini, si sa, sono attenti osservatori del nostro agire, a ben poco servono le belle parole se poi con i fatti cadiamo nella contraddizione. Ascoltare i bambini, osservarli, è fondamentale per poterli capire. Dialogare con loro, onestamente, senza porsi sul piedistallo quali assoluti detentori della verità ma confrontandosi con loro accettando - perché no? - anche di mettersi in discussione, renderà possibile quello scambio che è fondamentale per una sana crescita. Infine, ci si potrà magari anche stupire, in qualità di genitori, di quanto si possa imparare dai nostri figli, riscoprendo il bambino che vive dentro di noi e riappropriandoci di quegli spazi che si credevano perduti. Dedichiamo al bambino preziosi momenti del nostro tempo libero ed un po’ più della nostra attenzione; un buon dialogo e la comprensione reciproca si possono rivelare più utili della punizione inesorabile, del divieto perentorio, del ricatto morale o, peggio, della minaccia; quest’ultima pericolosissima in quanto può seriamente minare lo sviluppo interiore del bambino, inducendo assurde paure, insicurezza, sensi di colpa e di inadeguatezza nei confronti della vita. Incoraggiandoli, gratificandoli ed infondendo loro la fiducia in se stessi, permetteremo ai bambini di diventare individui sereni, indipendenti nelle loro scelte e responsabili delle loro azioni. Una lettura, questo godibilissimo libro di Dario de Judicibus, che invita alla riflessione e che consiglio a tutti i genitori di buona volontà. |
Non dobbiamo forzare i nostri figli a essere ciò che non sono, ma piuttosto dobbiamo presentare loro delle possibilità di scelta e lasciare che seguano le loro attitudini e i loro desideri. Ogni individuo è qualcosa di unico, e questo vale tanto per noi quanto per i nostri figli. Per quanto ci assomiglino e siano in un certo senso una parte di noi, infatti, essi non sono né possono essere considerati delle semplici estensioni del nostro essere. Tutti i bambini, per quanto piccoli siano, sono comunque degli individui a tutti gli effetti, con attitudini, capacità, desideri, preferenze e sogni propri. Ne consegue che se cercassimo di forzarli a essere ciò che non sono, o peggio ancora, ciò che noi avremmo voluto essere e non siamo mai diventati, finiremmo per mortificare il loro essere degli individui. Non solo è giusto che seguano le proprie inclinazioni, ma è importante anche che le nostre aspettative non li scoraggino nel loro cammino di apprendimento; non devono cioè rinunciare a fare ciò che desiderano solo perché noi ci aspettavamo che facessero una scelta differente. I figli non sono una proprietà dei genitori, e tanto meno devono essere un mezzo per realizzare i sogni degli adulti. Bisogna insegnare loro, piuttosto, a diventare sempre più padroni della propria vita, se non addirittura ad esserne gli artefici. |