La tana del lupo

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Un esempio di romanzo storico poliziesco perfettamente riuscito. Accurata la ricostruzione storica degli ambienti, reali e vivi i personaggi; la vicenda, condotta con grande maestria, è ricca di colpi di scena e lo stile narrativo semplicemente superbo.

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Questa, brevemente riassunta, la trama del romanzo:

Corre l'anno 1796. Gli eserciti della Francia rivoluzionaria dilagano in tutta Europa, abbattendo i vecchi governi ed innalzando ovunque "alberi della Libertà".
Nel Piemonte meridionale il disordine è indescrivibile: si susseguono passaggi di eserciti, colpi di mano di patrioti giacobini e di banditi anti-francesi.
Su questo sfondo caotico e mutevole, muovono le indagini del capitano francese Fortin e del suo giovane aiutante Gérard; i due sono sulle tracce del "Rosso", il terribile brigante abilissimo nello sparire, dopo ogni colpo, senza lasciare alcuna traccia di sé. All'improvviso, però, l'assassinio di una giovane nobildonna del luogo li distoglie da quella caccia. Il nuovo caso sembra, all'apparenza, di semplice risoluzione, ma il graduale confluire di elementi contrastanti complica la faccenda...
Intanto gli eventi storici incalzano: gli eserciti delle opposte fazioni (francese ed austro-russa) si schierano per affrontarsi nella sanguinosa battaglia di Novi, del 15 agosto 1799.

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Nel romanzo si fa anche riferimento al leggendario personaggio di Mayno: il giovane bandito, il Robin Hood dei boschi e delle montagne della "provincia mandrogna". Abilissimo nell'arte del travestimento, che fece di lui un uomo dai mille volti permettendogli di farsi beffe sia dell'esercito piemontese, sia di quello francese, e noto per la bellezza e la nobiltà del suo aspetto, per la sua intelligenza ed astuzia e per la sua generosità, Mayno incarnò il difensore e il vendicatore dei diritti dei poveri e degli umili contro l'ingiustizia e la tirannia dei potenti:

"Liberté, égalité fraternité
i Franseis an caròsa
e i Lisandren a pé!

Liberté égalité fraternité
la moglie tua dammela a me!

Liberté égalité fraternité
Spogliarti te vestirmi me!

dice il testo di un'amara canzone che cantavano i contadini delle campagne alessandrine alla fine del Settecento, quando le truppe francesi avevano invaso le terre distruggendo e saccheggiando; il tanto desiderato avvento di una rivoluzione egualitaria si spegneva in ruberie ed ingiustizie ancora più gravi che non l'antico regime sabaudo..."

(citazione tratta da "Storie e luoghi segreti del Piemonte", di Maricla Boggio).

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Chi è l'autrice?

L'autrice è nata a Novi Ligure, dove vive tuttora ed insegna. Appassionata di storia, ha esordito con il romanzo "L'inverno dell'Aquila".
"La Tana del Lupo" è la sua seconda opera.

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"Seguire l'avvocato Porta, poi, era veramente un'impresa: preferiva il cavallo al calesse e gli piaceva galoppare veloce: tenergli dietro non era semplice... Uomo inquieto, pieno di conoscenze e di giri amorosi, quando non era nei guai per la politica, c'era per le sue tresche con donne maritate e, poiché gli capitava spesso di essere tenuto d'occhio dagli infelici che rendeva cornuti, agiva in modo da far perdere le sue tracce per abitudine, per prudenza, per istinto... insomma, doverlo pedinare era un vero supplizio! Ma Fortin imprecava e minacciava punizioni, così i segugi si organizzarono bene e riuscirono a non farsi seminare dall'avvocato, in una delle sue numerose uscite fuori città...
Il cavaliere fece un lungo giro per le colline, un po' viaggiando sulla strada, un po' infilandosi nei boschi: scese giù fino al rio, si rinfrescò e poi sparì di nuovo, nel folto della vegetazione, su per la costa di un colle; ricomparve in cima, sopra "La tana del Lupo", passò davanti alla locanda, salutò Andrea, ma non si fermò: puntò in mezzo ai vigneti e galoppò ad una cascina lungo la strada per Gavi, la Bontempa: lì si fermò, smontò di sella e sparì dentro la casa. Passò un'ora e dall'abitazione non giungeva segno di vita: tutte le finestre avevano le gelosìe chiuse, nel caldo rovente ed immobile di quel pomeriggio d'estate, l'unico rumore era il frinire ostinato della cicala... Temendo di essere stati ancora una volta raggirati, i segugi sanculotti pensarono bene di fare irruzione nella casa...
-... Che cosa? Lo avete sorpreso a letto con la moglie del fattore?- Fortin aveva gli occhi fuori dalle orbite - Così adesso sa di essere pedinato e, in più, ci facciamo tutti la figura dei voyeurs! Oh, parbleu!-
... E così fu: il giorno dopo, all'alba, sull'albero della libertà, che i francesi avevano innalzato sulla piazza principale, c'era un foglio raffigurante la Libertà, una donna un po' discinta, in abiti classicheggianti ed armata di lancia, così come gli occupanti l'avevano fatta impersonare sul carro allegorico il 14 luglio, intenta a chiudere a chiave una camera da letto, mentre un Fortin piccolo piccolo la ammoniva con l'indice alzato: "Qui no!".
Il capitano era verde di bile, mentre nei caffè si sghignazzava... i pedinamenti furono temporaneamente sospesi."

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