Il Cristianesimo delle origini
credeva nella Reincarnazione. Questi passi di antichi documenti,
tratti dagli insegnamenti degli antichi Padri, lo attestano :
"L'anima
disincarnata che ancora non e' riuscita a risolvere il mistero
che la vincola, viene condotta davanti alla Vergine di Luce, la
quale, dopo averla giudicata, la consegna ai suoi messaggeri che
la riuniscono ad un nuovo corpo"
(Pistis Sophia, Sacro Testo
Gnostico).
San Paolo (66 d.C.)
Chiamato l'Apostolo delle genti,
fu all'inizio un acerrimo nemico dei Cristiani, ma sulla via di
Damasco, dopo una visione divina, si converti' completamente.
Imprigionato per anni a Gerusalemme, fu portato poi a Roma e decapitato
insieme a S. Pietro.
Storici e studiosi, ed anche
S. Agostino (Confess. Libro VII-21), affermano di aver ritrovato
tutti gli insegnamenti e la concezione platonica nelle Epistole
di S. Paolo al mondo cristiano del suo tempo.
Nell'insegnamento di S. Paolo
traspare con chiarezza, nonostante le inevitabili manipolazioni
e reinterpretazioni, la verita' della preesistenza, della reincarnazione
e della legge sul Karma, nel viaggio di evoluzione dell'uomo verso
l'unita' finale in Spirito.
Dice S. Paolo:
"Cosi'
Egli ci ha prescelti prima ancora della creazione del mondo, ancor
prima della discesa ad una piu' bassa condizione di vita, ed il
suo trasferimento da invisibili a visibili mondi, ed il bisogno
dell'anima di corpi grossolani"
(Epistola agli Efesini)
"Il Signore
amo' Giacobbe ed odio' Esau' ancora prima della loro nascita"
(Epistola ai Romani)
"Ma se
vi lasciate guidare dallo spirito non sarete piu' sotto la Legge...
perche', fratelli, non vi fate illusioni, non si inganna Dio,
poiche' tutto cio' che un uomo semina, quello egli raccogliera'"
(Epistola ai Galati)
"Ma in
tutte queste cose noi siamo gia' piu' che vincitori. Io sono persuaso
che ne' morte ne' vita, ne' angeli, ne' principati, ne' presente
o futuro, ne' potenza, ne' creature, potra' mai separarci dall'amore
di Dio... poiche' anche noi, pur essendo molti, siamo un solo
corpo in Cristo"
(Epistola ai Romani).
Origene, 185 d.C
Figura gigantesca nella storia
della Chiesa, immediato erede degli Apostoli, imprigionato e torturato
sotto l'Imperatore Decio, scrisse oltre duemila testi ed e' considerato
fino ai giorni nostri uno fra i pił eminenti Padri della
chiesa, pur se, nel concilio del 553, venne considerato eretico
per la sua dottrina.
Insegno' la preesistenza, la
rinascita e la finale reintegrazione di tutte le cose in Dio.
Fino al III secolo fu chiamato il Principe della scienza cristiana,
e Maestro della Chiesa da vari santi. Fu egli stesso figlio di
un martire cristiano, Leonida. Leggiamo il suo insegnamento tratto
da due suoi testi:
"L'anima
non ha ne' principio ne' fine... ogni anima entra in questo mondo
fortificata dalle vittorie oppure indebolita dai difetti della
sua vita precedente"
(De principiis)
"Non
e' forse ragionevole pensare che le anime vengano immesse nei
corpi secondo il loro spirito ed operato... e che coloro che abbiano
usato il corpo per compiere il bene abbiano diritto a corpi dotati
di qualita' superiori? Ad un certo momento l'anima depone il corpo
e lo scambia con un secondo corpo."
(Contra Celsum)
S. Giustino Martire,
167 d.C.
Antico Padre della Chiesa fu
decapitato a Roma, tratto' il cristianesimo come la piu' perfetta
filososfia. Egli insegno' esplicitamente la trasmigrazione dell'anima
da corpo a corpo, difese apertamente la teoria della metempsicosi
nel suo insieme. Leggiamo in un suo dialogo:
"Le anime
che sono divenute indegne di vedere Iddio sotto le loro spoglie
umane, vengono congiunte a corpi inferiori".
San Clemente Alessandrino,
220 d.C.
Uno dei piu' celebri ed illuminati
dottori della Chiesa cristiana,filosofo eclettico e poeta: particolarmente
famoso il suo Inno al Redentore. Insegno' nel suo apostolato le
antiche dottrine e contribui' a fare di Alessandria, con la sua
scuola filososfica, uno dei piu' celebri centri del sapere del
mondo antico.
"L'uomo
e' stato creato dopo molti esseri e molte cose, ma l'anima umana
gia' esisteva, essa e' la piu' antica di tutte queste cose"
(Protreptico)
"Noi
esistevamo prima della fondazione del mondo: avevamo vita nello
sguardo di Dio. Perche' il nostro destino sara' vivere in Lui.
Abbiamo avuto esistenza fin dal principio, perche' il Principio
era il Verbo...poi l'anima, a punizione dei suoi misfatti, venne
rinchiusa e costretta a migrare di corpo in corpo"
(S. Clemente Alessandrino)
Vescovo Sinesio, Patriarca
di Cirene, 370-430 d.C.
Filosofo e scrittore frequento'
la scuola neoplatonica e risenti' anche dell'influenza del movimento
gnostico. Convertitosi poi al Cristianesimo, venne eletto alla
Cattedra vescovile della Cirenaica. Attento osservatore, annoto'
nel suo Epistolario notizie e fatti del suo tempo, scrisse importanti
opere e vari inni religiosi; insegno' nel suo apostolato la reincarnazione
dell'anima.
"L'anima
che non fece rapido ritorno alla Regione Celeste dalla quale era
stata inviata giu' sulla Terra, dovette sopportare errabonda il
viaggio attraverso molte vite"
(Sinesio)
Sant'Arnobio, Rettore
di Sicca, III d.C.
Padre della Chiesa scrisse
la celebre apologia del Cristianesimo: Adversus Gentiles. Sostenne
e diffuse la dottrina della persistenza e della trasmigrazione
delle anima, dal basso della coscienza materiale fino all'elevazione
in Dio.
"Noi
moriamo piu' volte e piu' volte risorgiamo da morti"
(S. Arnobio)
Tertulliano Florente,
III secolo d.C.
Apologeta e scrittore convertitosi
al Cristianesimo verso il 190, e' il primo e piu' importante degli
apologisti. Fu un uomo unilaterale ed estremista nelle sue convinzioni.
Con Tertulliano il Cristianesimo di allora, debole e ristagnante,
passo' all'offensiva, attaccando con vigore il paganesimo e la
filosofia in generale, tacciandoli di deviazione di pensiero dalla
retta via. Fu un personaggio eminente nelle prime controversie
teologiche dell'epoca. Insegno' la rinascita e la persistenza.
Nemesio, Vescovo di Emesa
in Siria, IV sec. d.C.
Nella sua opera "Sulla
Natura dell'Uomo" trova punti di incontro e di conciliazione
tra la filosofia greca ed il cristianesimo. Asseri' che chi credeva
nell'immortalita' dell'anima, non poteva non accettare la preesistenza
e la rinascita. Difese apertamente quelle antiche dottrine, pur
non concordando sempre sulla forma di trasmigrazione dell'anima
sostenuta da altri antichi Padri.
S. Atanasio, Patriarca
di Alessandria, 298-373 d.C.
Celebre dottore della Chiesa,
detto il "Padre dell'Ortodossia", segui' nell'egesi
biblica "il principio di Origene" ed accetto' ed insegno'
la dottrina della preesistenza e della trasmigrazione, e che l'anima
ritorna all'origine divina, da cui e' discesa attraverso l'esistenza
di molte vite.
San Girolamo, 331-420
Uno dei Padri della Chiesa
latina, fu propugnatore dell'ortodossia, inquieto ed oscillante
tra l'atteggiamento contemplativo ed ascetico, e quello battagliero
e polemico, che lo coinvolse in varie dispute teologiche. Nella
corrispondenza tra Girolamo e S. Agostino si sente tutto il travaglio
per una teologia nuova che si andava costruendo ed elaborando.
Dopo lungo pellegrinare fisso' la sua dimora a Betlemme e vi passo'
tutta la vita fino alla morte. Importante la sua nuova traduzione
della Bibbia, da cui in seguito derivo' il Vulgata.
La dottrina della preesistenza
e della rinascita fu concepita da Girolamo come cosa da celarsi.
"Fin
dai tempi antichi la dottrina della trasmigrazione e della rinascita
e' oggetto di insegnamenti segreti, in quanto verita' tradizionale
da non divulgarsi, perche' le masse non sono in grado di comprenderla"
(San Girolamo - Epistola
a Demetriade).
Sant'Agostino, 354-430
Il piu' eminente Padre della
Chiesa latina, fatta eccezione per Origene. Fu il piu' dotto e
gagliardo propugnatore del Cattolicesimo, fu filosofo e teologo.
Formatore della prima teologia dogmatica ed anche spesso in contraddizione.
Nelle epistole 131 e 132 inviate a S. Girolamo, chiede risposte
a domande come:
"Per
ognuno che nasce viene creata un'anima nuova?"
"Se qualcuno
nasce cieco, quando ha peccato se e' un'anima nuova?"
ed in una lettera si confida
a S. Girolamo dicendo: "Non
mi ci
raccapezzo
piu'".
La teologia di allora stava
gia' tentando di creare nuove concezioni ideologiche al di la'
della preesistenza e della rinascita. Leggiamo alcuni passi di
Sant'Agostino:
"Prima
ancora di questa vita, o Dio, fui io forse in qualche luogo? O
in qualche altro corpo? Ma non ho nessuno che possa narrarmelo,
ne' padre, ne' madre, ne' esperienza d'altri, ne' esperienza della
mia memoria" (Le
Confessioni)
"Il messaggio
di Platone, il piu' puro e luminoso, ha dissipato le tenebre dell'errore
ed ora traspare attraverso Plotino cosi' simile al suo Maestro.
Dato che cosi' lungo periodo di tempo li separa si direbbe che
Platone sia rinato nella persona di Plotino"
(Contra Academicos)
Trinitą Russa - Icona
Bizantina - Mosca
Sant'Ambrogio, Arcivescovo
di Milano, 340-397 d.C.
Sant'Ambrogio si distinse per
l'altezza di ingegno e la nobilta' d'animo, largamente riconosciuta
dai suoi contemporanei che gli conferirono il titolo onorifico
di Gran Padre della Chiesa. Stimato e temuto, esercito' notevole
influenza sugli avvenimenti storici e politici dei suoi tempi.
Scrisse trattati sulla Sacra Scrittura, introdusse il Canto dei
Salmi, e riformo' la liturgia del suo tempo. Insegno' la preesistenza
dell'anima e la trasmigrazione seguendo nell'esegesi biblica e
nella concezione allegorica il Metodo di Origene. Furono propugnatori
di queste dottrine anche altri grandi Padri, come S. Gregorio
di Nissa e Sant'Eusebio da Vercelli.
Dopo
il Concilio del 553 la Chiesa militante pronuncia l'anatema contro
la reincarnazione. Le antiche dottrine, tacciate di eresia, vengono
combattute e sostituite da una teologia in parte gia' precedentemente
elaborata nel corso dei secoli ed in parte in via di formazione.
Nel corso dei secoli, fino ai nostri giorni, religiosi e santi
evitarono di menzionare queste dottrine, che furono quasi completamente
dimenticate; in parte per evitare conflitti con l'ordine della
Chiesa che imponeva nel suo insegnamento una tematica teologica
ben determinata; ed in parte perche' le masse nel corso dei secoli
non sentirono l'esigenza di uscire dai concetti predisposti di
una salvazione esteriore.
(Questo testo e' tratto
da "L'Eterno Auriga" luglio-agosto 1987)
Testo raccolto da Athanor -
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