In lavorazione

Al centro

(di Stefano Borsari)

Mi sposto al centro, verso chi non conosco, verso ogni paura. Verso un pulsare di cuore.
Verso l'unico tratto di speranza chiara, fuori dal compromesso che mi uccide.

Eppure, mi credevo avanti. Perlomeno sopra la media. O in media. Oggi conosco la misura
dell'orgoglio, della vanità, dell'egoismo leggiadro, di quel passare in ogni cosa e non essere.

Le colpe le ho distribuite al mondo, in parti eguali. Con preciso, impegnato lavoro ho
dispensato. Ogni gesto ha fatto ritorno, puntuale, inesorabile.

Vivo questo cristallo, questa sfera di mago, e non ho scampo. Cadono altri stucchi d'alibi, altre maschere che non sapevo.

Ho questo monte davanti. Ho tentato ogni fuga. Se ne sta li, odiosamente tranquillo. Senza
fretta, gioca col tempo. Il mio tempo, che sento così unico, imprendibile, volatile.

Stremato, in questi giorni di maggio, so che non può durare. Che non posso resistermi. Vorrei
farla finita. Cerco una dimensione d'amore. E questo è niente. Vorrei anche trovare.

E' che sono duro. Il mio ombelico è davvero più grande del mondo, e infinitamente più
contorto. Me lo racconto, sperando che serva, credendoci almeno.

Come un piccolo mare, ho bisogno d'infrangermi. Ho bisogno della roccia più salda, per aprire
quest'onda, per schiumare nel vento, per gridare il mio nome.


Nel frastuono della bufera, lì esisto, perlomeno ho vissuto. E' lì che tremo, che vivo la
dimensione di foglia, di frammento del mondo. E' lì, quando abbraccio quel vento che urta, quella forza
che invade e descrive il pulsare di qualcosa che non conosco, ancora.

Ma nella calma di un lieve mattino, nell'abbraccio d'altro uomo, d'altra donna, in quel calore
denso di persona, di qualcosa al di là di me stesso, di un condividere pieno, v'è altrettanto pieno intento. Piena vita.

Nel perdersi nell'amore più dolce. Nel colmarsi di così tanto bene, nel riversarlo con gioia in ogni più piccolo gesto.

E' la stessa matrice, che temprato alle piccole guerre non vedo, non sempre, e dimentico.
Ogni tanto, riposo.



Stefano







26/4/95

Al centro


Al centro
con questo tuo universo
attraverso altre isole
rechi la precisa natura
l'ala di una vita al volo.

Espansione di suoni
questo vibrare di quiete
gemma di contrasti attorno
distillo appena l'incanto di una forma


1/5/95

Ricordami male


Ricordami male
ricordami come un fucile allo stomaco
un deserto che asseta
ricordami.

Oggi temo di non segnare il passo
di essere così evanescente
in perdita di contatto
così libero che svaporo.

Oggi sei questo specchio
lastra sulla mia vita
questo vuoto di luci
divagare dell'ombra
essere proprio qui.

Dunque mi affido a te
già che di me non so
già che riesco a vederti
e questo baro gioco rassicura.



12/5/95

Dove la solitudine


Dove la solitudine è d'oro
c'è quella morte d'ozio
quell'argine che non ti lascia.

Divani di quiete
lastre in pralinato rosa
angoli di sonnecchiato agire.

Sbriciolo fra le mani
l'udire di un cigno
l'accodarsi tra canne, cipressi.

Senso di un divagare
questo muovere intorno
tuffo di mondi
attese d'orizzonte,
ancora attese...



15/5/95

Nel segno dell'amore


Nel segno dell'amore
apri almeno una porta, cento porte
apri quanto ti resta
quanto ancora sepolto.

Nel segno dell'amore
òrnati d'ogni gesto
esprimi l'intero progetto
il tuo cosmo di vita.

Ama di più, ancora
divampa in questa fiamma
questo marchiare di lacrime
dirompe sull'argine d'ogni paura.

Ti ho incontrata così
nel fluire del vento
nello specchio del sogno,
così ti ho persa.



16/5/95

Al centro 2


Al centro
mare d'alghe
distesa di sargassi, al centro.

Mi afferro al ventre
tento ogni movimento
non esce gesto, grido.

Tratteggio una fuga
navigo tra le coltri
evito l'assillo del giorno
mi rifiuto di andare.

Non penso più, nemmeno
placo rumori di mente
resto con la mia larva
in questo guscio dove infrango il mondo.



16/5/95

Occhi


Occhi puliti di bambino
sopra, una vita che strappo coi denti
un abito che non indosso
punto isolato sul muro.

Poi questa forza
di foglia che cade dal ramo
di goccia che stilla più piano
di ameba sepolta nel mare.

Questo calore è dolce
mi tiene vita al cuore
è ancora così poco,
il tramonto davvero lontano.


16/5/95

Non m'interessi più

Non m'interessi più
ho soltanto un ricordo
quest'oggi
qualche vuoto risuono lontano.

Oggi sei più vicina
via terra, perlomeno dicibile
ma è tempo d'altro.

Questo maggio m'inghiotte
col suo vibrare forte
col suo dirmi ogni giorno "c'è vita!".

Questo maggio m'incanta
nell'invito ad esistere
nella mano che tende ogni amico.

Non m'interessi più
almeno come facevo un tempo
non ricerco quel suono
non ritrovo il riparo
la tua vita è distinta.

Ho sofferto abbastanza, mi dico
ora lascio il giudizio alle stelle.
Esisto in quel poco che vivo:
questi gesti di bimbo che cresce.


17/5/95

Oggi non sono buono


Oggi non sono buono
ed ho voglia d'esistere
d'essere raso al suolo
trovare un preciso percorso di vita.

Oggi, sento qualcosa di saldo
avverto il mio corpo deciso
eppure da giorni qui piove
la terra non ha visto più sole.

Esco dalle pareti, oggi
mi sperdo così fra questa gente
navigo tra i fatti del giorno
stempero il pigro moto.

Non dovrei fare tanto:
decidere almeno qualcosa
aprire soltanto il mio cuore
darmi il tempo di vivere, mordere
la coda del mio drago verde.


18/5/95

Ora che non ci sei


Ora che non sei qui
la casa è grande
ed io più grande ancora.

Ora che non ci sei
so che non chiamerai
che non mi stanerai da queste nubi.

Ora che non ti ho qui
passo i miei giorni solo,
conosco ogni palmo di muro.

Ora che sono uno
che non devo impegnarmi per niente
ho davvero più tempo che vita.

Ora che sono qui
su questo eterno limite
non risolvo più nulla, oggi di ieri:
sento solo che manca il tuo cuore.


18/5/95

Muta ogni filo


Muta ogni filo d'erba
per noi però è diverso
ancoràti all'idea di noi stessi
decidiamo incoscienti di resistere.

Muta ogni nube in cielo
come queste ventate di cuore
questo muovere contrasto d'emozione
eppure amiamo d'essere nostri fari.

Muta ogni mia parola
in questa turba di avvolti pensieri,
mi precede nel gesto:
quel fluire nel tempo, non più perso.


22/5/95

Allora sono qui


Allora, sono qui
non più morto di ieri
non più vivo di un possibile domani
semplicemente sono.

Accetto quest'ibrido di vita
questi lati di scuro
questa tagliente luce di diamante
quest'incontrarsi d'anime.

Perché non sei che questo:
incroci molle d'estasi
dirigi piano soffi di una brace
tendi deciso la tua pelle d'asino
solo tamburo della stessa tua vita.


22/5/95

Se vuoi piangere vieni


Se vuoi piangere vieni,
appoggia e non temere
accoglierò con un antico amore
quel tuo nuovo dolore
quest'assenza che oggi ti percuote.

Sono selvaggio anch'io
anch'io ti ho uccisa
anch'io volevo il sole
ogni notte contemplo la mia luna.

Se vuoi pingere, allora
non temere questo sordo rottame
non temere i miei gesti
non temere neppure il mio cuore.

Potrò unirmi al tuo coro
potrò forse sentire il tuo petto
potrò rendere ancora un sentimento
potrò tendere ancora questa mano.

Se vuoi piangere, vieni
è mosso il vento
non più nera di ieri è la mia luna:
credo saprò donarti questo fiore
ritrovarti l'azzurro nella sera.


24/5/95

Quando lo dico


Quando lo dico
la mia voce tace,
si affacciano ancora fantasmi.

Quando sento l'amore
il mio cuore ha paura,
cerco il solo rifugio nei gesti.

Quando affiora la voce
voglio udire più chiaro
nutrire potente il coraggio
superare ogni timido gesto.

Allora prendo tempo, come adesso
lascio pure che corra la mia vita
lentamente mi muovo, mi assaporo
frutto ammaccato dell'antico vento.


25/5/95

Lo vedo nel sorriso


Si che la vita esiste
nello spunto di mezzo pomeriggio
in questo dialogo breve di fratelli,
nel tuo gesto leggero che danza.

Lo vedo nel sorriso del tuo viaggio
in quella forza di toro che accompagna
in quel volere andare, prendere, volare.

Allora vieni qui,
fermati qui un momento
regalami la tua fertile nota:
oggi avverto il tuo bene, più d'un tempo
assaporo e perdono
davvero, non sai quanto.


25/5/95

Poi c'è quell'uomo


Poi c'è quell'uomo
era prima di me
era piede di terra
mano di calce.

Lo vedo ancora
chino sul suo giardino
su pensieri più grandi
assorto all'eccesso nel frusciare di mente.

Non ci abbracciamo ancora
presi da stessi géni
tu che mi sogni grande,
io che vivo nell'ora.

Romperò il vetro un giorno
morderò la tua mano
ti accetterò regalo del destino
accoglierò da grande l'inespresso,
questo antico genitore bambino.


3/6/95

Al centro 3


Al centro
dove non v'è distinzione
puoi perdonarti ogni cosa
so perdonarmi ogni cosa.

Al centro
riconosci un dolore
lo accarezzi bambino
lo conduci alla vita per mano.

Al centro
abbracci ogni paura
le sorridi leggero
le offri amore, discreta compagnia.

Più di te
più del tuo solo andare
provo ad essere uomo
appendo l'anima al filo del mio cielo.


3/6/95

Al centro 4


Al centro
è ancora poco
meno dell'idea d'esistere
meno del gesto che affiora.

Al centro
ogni cosa ha colore
ha suono e voce
ha la nota che trascina.

Al centro
di noi due solo uno
quel muovere il segno
quell'essere schiuma di mare.

Dove culla quest'onda
dov'io comunque sono
oltre questo carrello
più di quell'auto, di una pila di scarpe
più della novità del giorno.

Fresco d'ogni mattina
non scado alla vita
misuro l'odore che dilegua
scorro fra le mie dita
attraverso la nube nella sera.
Più d'ogni cosa, esisto.


8/6/95

Sono come bandiera


Sono come bandiera
questo vento d'estate mi calza
profondo si dispiega qui ogni bene
nel naufragare d'orti
rilucire di stagno
attraverso quest'onda
viva vita s'imbatte
e mai si lagna.


15/6/95

Viaggio ancora


Viaggio ancora
odo queste montagne
riavvicino emozione di fuoco.

Pochi giorni
non qui per te
non per vago dovere
guardo solo il mio cielo.

Stacco uno spicchio
apro fili di spire
entra la luce antica
ripercuote l'affondo
vita viva mi svela.

Già che mi voglio bene
non violento il mio sogno
non violento ogni giorno la paura.

Oggi a me stesso dico
non temere la smentita del tempo:
ogni assoluto esplora
costruisce se stesso nella quiete
non per affanno dell'oberato giorno
non nelle mille lucerne della sera.


20/6/95

Nel tuo pianto


Ti chiedo di me
del mio tempo
di debiti ancora sospesi.

Racconto le frasi che so
discreto, leggero nel suono
di fronte quel vento di mare, di monte.

Appena muovi, muovo
s'incrina la tua voce
mostri appena il dolore
nel tuo pianto il silenzio.

Eppure mi rispetti
bambina di vita più dura
sai ridere così, per un sorriso
ultima di un cuore che ascolta.

Oggi nell'orizzonte ti rivedo
fermerei questo mondo
truccherei l'orologio del tempio
per un abbraccio in più:
quello che non ti ho dato


20/6/95

Ricerco la tua voce


Ricerco la tua voce
ed altro ancòra
in questo breve viaggio
nel tragitto che esplora.

Ricerco quanto resta
quanto avverto di te
la natura del cenno che tarda.

Oggi non voglio nulla
lascio cadere il cielo
attento alla mia verità
alla fonte che muove la vita.

Strappo il bene coi denti
questo vento di bene che affiora
perché per vita nasce ogni mio amore.


21/6/95

Senza branco


Senza branco
fisso questa mia ora
ne ho bisogno e la temo.

Bevo di questa solitudine
di questi spazi che il silenzio nutre
dello slegare il ritmo dall'affanno
del più umano sottratto potere.

Temo questo bagliore
quest'ombra che muove la sera
temo l'andare solo, l'intricare
ma non sentire saldo questo cuore.


21/6/95

Tolgo ogni odore


Tolgo ogni odore
profumo d'arancio
riaffioro dal contatto.

Eppure mescolavo nel mondo
ogni mio senso, ogni mio percepire
mi vestivo di molti ed altri ancora.

Oggi doso ogni uomo
ogni densa voragine di donna,
quel portare una goccia nel silenzio.


21/6/95

Vi manderò più fiori


Oggi non ho più moglie
non amante, non cuore in tempesta
oggi ritorna a se questo destino.

Anniversari inutili
in quest'ora che muore
lontani come cave di miniera.

Vi manderò più fiori
senza offrire la sera
tengo per cara ancora
questa pelle più nuda
oggi non amo aurora
non è più mio il mattino.

Non mia colpa d'esistere
non colpa l'esser io
non colpa questo perdersi
questo muovere al cielo
l'annaspare di terra
non colpa, offri la tua bandiera
questo drappo leggero
quel mostrare il tuo limite.

Scogli dei quattro venti
cos'è dentro quest'uomo,
come leggo quel gesto che traspira?

Scogli dei quattro mari
lo sentite l'odore di marcio,
questo vuoto di libertà vera?

Scogli d'ogni mio affanno
riposate stasera,
datemi solo pace
seme di vita sincera.


22/6/95

Al centro 5


Al centro
pigrizia infinita
falso reso più vero
negativi di vita.

Al centro
volontà senza slancio
incerta origine
più stanchezza che dubbio.

Al centro
il piacere d'esistere
nell'attimo di quiete
nell'incontro che ride
nel sogno che cammini.

Al centro
le mie mani
questi arnesi di mondo
fabbri di sola vita
amiche più evidenti, più costanti.

L'umiltà di quest'ora
non dire nulla
ascoltare il silenzio
sapere che quel suono si fa voce
portarti verso il cuore
bagnare il mio mattino
dell'attimo che m'arde d'ogni odore.


29/6/95

C'è solo vita


Vogliamo qui ogni bene
annulliamo l'alone di stanca
c'è solo vita e vita
non questa nave di silenzio.

Accendiamo sorrisi
riprendiamo quel nascere
e non temiamo più ogni giorno
di non esistere, consistere.

Questi fiori d'estate
questo sole che ama
questo denso appartenere che chiama


7/7/95

Al centro 6


Al centro
non rinuncio ma aggiungo
alzo ogni posta
voglio tutto me stesso.

Al centro
padre potere orgoglio
quella pista di umiltà
quel gioiello che vedi.

Al centro
cosmo fragile
insaziato bisogno d'amore
spazi per l'abbandono.

Al centro
non andartene ancora
eppure ho questo timore lontano
foglia di lieve paura.

Al centro
infine
amo.


7/7/95

Al centro 7


Ho me stesso qui dentro
soffiati cristalli
scintille di bosco
stelline di fuoco, la notte.

Ho paure, e foglie d'erba
quei miei prati di fiore
così galoppo come uomo
nudo al grandioso vento.

La mia rupe
una torre d'inverno
il retaggio di antiche magie
vado verso la luce, più luce.

E questo Dio che adoro
questa donna che amo
quest'uomo a cui sorrido
complice d'ogni vita.

Al centro
infine
prego.

Al centro

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