Padre Mariano da Torino
Rivista "La Posta di Padre Mariano"
Gennaio 1999
 
P.Mariano da Torino PENSIERI DI PADRE MARIANO DA TORINO  
SERVO DI DIO (1906-1972)
(Paolo Roasenda, Torino 1906 - Roma 1972)

Mariano è il nome che il prof. Paolo Roasenda scelse quando divenne frate cappuccino a 34 anni nel convento di Fiuggi (Frosinone).

Cambiò il nome di battesimo, secondo l'uso dei cappuccini, e scelse questo nuovo - Mariano- per onorare- scrisse poi - Colei cui tanto devo. Penso con gioia che ogni volta che fanno il mio povero nome, risuona qualcosa di Lei.

Fu sacerdote e religioso cappuccino, conferenziere in ogni parte d'Italia e all'estero. Parlava nei cinema, nei teatri e nelle piazze.

Per 17 anni - dal 1955 al 1972, anno della sua morte - tenne alla televisione tre rubriche: "La posta di Padre Mariano", "In famiglia", "Chi è Gesù ?", con indici altissimi di ascolto. Il martedì era l'appuntamento televisivo con Padre Mariano, che appariva sorridente e sereno sul piccolo schermo con il saluto francescano: "Pace e bene a tutti!".

Era stato professore di lettere classiche nei licei statali di Tolmino, Pinerolo, Alatri e Roma(Umberto I° e Mamiani). Fin da ragazzo fu iscritto all'Azione Cattolica e il Cardinale Vicario lo nominò Presidente della Gioventù Romana di Azione Cattolica. Pubblicò libri ed articoli di cultura classica e di istruzione religiosa.

Fu cappellano negli ospedali romani di Santa Maria della Pietà, Santo Spirito in Sassia e nel carcere di Regina Coeli. Si laureò in teologia e visse i suoi giorni di fede operosa nel convento romano dell'Immacolata Concezione in via Vittorio Veneto, 27, dove sono stati trasportati i suoi resti mortali che sono diventi punto di riferimento di fede per tantissime persone.

Sulla sua tomba ci si raccoglie in preghiera tutti i martedì, giorno in cui andavano in onda le sue trasmissioni, per ringraziare e chiedere la protezione del "cappuccino del video".

Il Card. Ugo Poletti nel giorno dei funerali, 29 marzo 1972, nella basilica di San Lorenzo fuori le mura, lo ha ricordato come l'amico degli umili i quali capivano ciò che lui diceva, l'amico degli afflitti che nelle sue parole trovavano consolazione e incoraggiamento, l'amico degli smarriti e degli incerti che ritrovavano ancora la ragione di vivere, di lottare e vincere.

L'11 maggio 1991, si è concluso il processo diocesano per la sua canonizzazione alla presenza del card. Camillo Ruini e il 22 gennaio 1993 la Congregazione per le Cause dei santi ne ha confermato la validità giuridica. Il 29 giugno 1996 è stata stampata la "Positio super virtutibus", che costituisce una fase decisiva nelle Causa di Canonizzazione del "Frate della TV".

 
 

1. Che vuole l'uomo? Vuole il vero, il buono, il bello..., la felicità, soprattutto, leggi fondamentali di vita. Ad essa tende, l'ama. E ogni volta che vuole la felicità, l'uomo, senza saperlo, vuole Dio. (Paolo Roasenda).
2. Egli [Dio] ha detto che bisogna adorarlo in spirito e verità: appunto per questo ogni essere, foglia e filo d'erba, pietra e monte, cielo e mare, sono un richiamo continuo a Lui. Com'è buono! Se ci ha adornato con tanta smagliante bellezza di tinte, con tante sfumature d'armonie, la dimora d'un giorno, che cosa non sarà mai l'ingresso nella casa eterna, nei padiglioni dell'Amore e della Vita? (Paolo Roasenda,1930).
3. Mi convinco sempre più che il vero apostolato e il più efficace è quello dell'esempio e della santità consumate nel silenzio e nella vita comune. (Paolo Roasenda,1930).
4. La santità non è privilegio del chiostro e dei religiosi: madri di famiglia, operai, impiegate, la più umile delle creature può essere in ogni momento della sua giornata l'anima che fra tutte, in tutto il mondo, ama di più il Signore! (Paolo Roasenda,1932).
5. Siamo sinceri, non mancano i soldi, non manca la stampa, non mancano i conferenzieri: manca la santità voluta e vissuta" (Paolo Roasenda, 1932).
6. Come siamo curiosi noi uomini! Cerchiamo e desideriamo tanto la gioia soprattutto, meno dove c'è piena e integrale (Paolo Roasenda,1937).
7. Proviamo ad essere eroi nelle piccolissime cose di cui è composta la nostra esperienza quotidiana: eroi che si possono vedere, ha detto acutamente un pedagogo, dalla pazienza con cui si trattano i lacci delle scarpe ingarbugliati (Paolo Roasenda,1938).
8. A me sui duri banchi di scuola han detto che i sensi sono cinque. Ma non ci voglio più credere e sono persuasissimo di non fare una scoperta nell'osservare che i sensi sono sei. S'aggiunge ai cinque fratelli un sesto che, latente in tutti, è solo fatto funzionare da chi voglia e quanto voglia. E' questo il senso di Dio: il sentire Dio presente in noi, con la grazia, presente nelle nostre vicende, piccole e vistose, con la sua Provvidenza. (Paolo Roasenda)
9. Noi sciupiamo le cose più belle e con l'uso non le amiamo più. Abbiamo tesori e gemme preziose tra i beni di famiglia e li trattiamo come ferri vecchi. Ci priviamo, perciò, di una delle più belle fonti di letizia che offre la vita cristiana: e, perciò, spesso siamo tristi. (Paolo Roasenda)
10. Sta allegro sempre: che con la sana allegria si fa del bene a noi e agli altri (1938).
11. Il Signore non guarda a quanto facciamo, ma a come lo facciamo. (Paolo Roasenda)
12. Per sorridere bisogna avere il cuore puro, mondo da brutture, da disonesti sogni, da basse passioni: pieno di sole, di bene, di Dio. E' privilegio dei santi saper sorridere. Siate apostoli del sorriso in ogni ambiente. (Paolo Roasenda)
13. Sia la nostra giornata la danza delle ore vissute in Dio, correndo in sereno gaudio verso l'adempimento della sua volontà. (Paolo Roasenda)
14. Oggi, siamo sinceri, milioni di studiosi credono in Gesù Cristo, ma non credono che Egli come espressione dell'amore di un Padre per i figli, sia il segreto, inconscio amore di tutti i figli, la spiegazione di tutta la loro vita, che nelle intime radici è amore. (Paolo Roasenda)
15. Abbiamo tutti una bussola, non inventata da uomini, ma donata a noi da Dio, da lui posta nel più intimo del nostro essere, la ragione cioè illuminata dalla fede, che si chiama coscienza cristiana.
16. Chi rifletta un istante sul perdono di Dio, sente come un brivido di gioia.
17. Chi si ostinasse a chiedere perdono a Dio direttamente, senza la mediazione della Chiesa, farebbe un po' come chi si ostinasse a comporre un numero telefonico che è cambiato da un pezzo. Non riuscirà mai a comunicare con la persona desiderata.
18. Come ogni uomo non è mai all'altezza delle sue idee buone, così non è mai nella bassezza delle sue idee cattive.
19. Essere testimoni della fede non significa fare della propaganda e tanto meno fare colpo; è vivere in modo tale che il modo di vivere sia inesplicabile se Dio non esistesse.
20. Il cristianesimo è il miracolo dell'umiltà di Dio; chi è superbo non può capirlo, chi è umile può gustarlo.
21. Non tutti possiamo essere belli, non possiamo essere più alti di quello che siamo, e neppure più intelligenti, ma tutti possiamo essere più buoni.
22. Per andare avanti bene nella vita c'è un segreto: bisognerebbe guardare con un occhio le cose del mondo e con l'altro Dio; o meglio, tenere gli occhi alla terra e l'intenzione dell'anima a Dio.
23. Una statua è bella non perché è di marmo, ma perché un grande scultore ha saputo trarne un capolavoro.
24. Questo è il segreto del successo fra gli uomini: fare tutto come se dipendesse da noi, ma sapere in fondo che tutto dipende da Dio; quindi avere fede in voi, ma molto più nella Provvidenza di Dio.
25. Vivere, non vivacchiare, la nostra fede. Si vive tutti, in fondo, come si pensa, come si crede; se non si vive come si pensa, si finisce sempre per pensare come si vive.
26. Al termine della vita ci ritroviamo soltanto il bene che abbiamo fatto, come diceva Don Bosco ai ragazzi: "Il bene che si ha, la morte ce lo prende, il bene che si fa, la morte ce lo rende".
27. Diffidate di quelli che dicono di amare gli uomini e non amano Iddio, presto o tardi quell'amore cade e spinge l'uomo ad odiare l'uomo; ma state anche in guardia da quelli che dicono di amare Dio e non amano il prossimo, questi sono ipocriti della più brutta acqua.
28. L'amore è la cosa più preziosa, vale più della scienza, della tecnica, che sono belle cose, ma da sole non bastano a risolvere i problemi umani e spesso i problemi umani non si risolvono perché manca l'amore.
29. L'umiltà è verità, è riconoscere chi è Dio e chi siamo noi. Per averla, un grande santo, san Bernardo, aveva scritto sopra i muri della sua cella queste tre frasi: Che cosa eri, che cosa sei, che cosa sarai. Se rispondiamo a queste tre domande l'umiltà scaturisce anche a quelli che la ignorano.
30. L'uomo, qualunque uomo, come ha bisogno di aria per respirare e di acqua per vivere, così ha bisogno della preghiera che è utile al suo organismo per star bene. E' come una goccia d'acqua che s'immerge nel mare. L'uomo che prega acquista la capacità dell'infinito.
31. Non tutte le creature sono uguali: c'è chi ha più intelligenza, chi meno; chi ha molti soldi, chi pochi; chi ha buona salute, chi è ammalato. Ma chi ha queste doti a profusione ha più responsabilità. Deve rispondere dell'uso delle sue capacità in maniera diversa, perché in questo siamo tutti uguali, ed il rendiconto non è in proporzione dei doni che ci sono stati elargiti, ma dell'uso che si fa di essi.
32. Quando l'amore è sincero, anzitutto è silenzioso, come il cuore, non fa tante chiacchiere, fa i fatti. "Non chi dice: Signore, Signore, entrerà nel Regno di Dio, ma chi fa la volontà del Signore".
33. Se un milione di persone non sa usare il violino, non vuol dire che per questo devo accusare l'inventore. Così è della libertà: possiamo usarne bene o male.
34. Se penso a quanto ha fatto per me il Signore dal 1940 ad oggi, c'è da impazzire di gioia e di riconoscenza.
35. Chi non rinnova continuamente se stesso, non può rinnovare gli altri.
36. Ho preso un nome "Mariano" per onorare- almeno così !- Colei cui tanto devo. Penso con gioia che ogni volta che fanno il mio povero nome, risuona qualcosa di Lei.
37. Un superficiale, un chiacchierone, un sentimentale non sarà mai un apostolo, ma sfiorerà appena le anime. Non si dà se non quello che si ha. Se si ha Gesù, si dà Gesù.
38. Ora basta che il povero Padre Mariano vada in un luogo per una qualunque conferenza, e si riempiono i teatri: la TV è una propaganda incredibile. Quanta gente conosce Padre Mariano! Che responsabilità tremenda per la povera anima mia!.
39. Gli uomini? sono sempre più convinto che sono tutti, sia gialli che rossi che neri che bianchi, più disgraziati che colpevoli. Sarebbero tutti migliori, se lo fossi io, migliore.
40. Quando auguro: "Pace e bene a tutti!" il conto mi ritorna sempre, perché se qualcuno respinge l'augurio di pace, esso ritorna a me ! Ed io ci guadagno . E' promessa di Gesù.
41. Questo è un segreto che non sempre tutti ricordano: non basta voler bene ad una persona, ma per essere riamato bisogna rendersi amabili a questa persona .
42. Un amore non è sincero, non può durare se non c'è anche il sacrificio. E' come la legna, che non può ardere se non si consuma; consumandosi fa luce, oltre che calore. Illumina sempre di più, ma deve ardere, deve consumarsi. Insomma, bisogna perdersi per ritrovarsi. Ma quando ci si perde in questo modo, si ha la gioia poi nella vita di saper gustare insieme la massima più bella dell'amore coniugale: "Per entrambi è più dolce dare che ricevere".
43. L'anima della preghiera è proprio il cuore; e come il cuore non vive se non a condizione che ci sia una ripetizione incessante e provvidenziale dei suoi battiti, così la preghiera che viene veramente dal cuore ha bisogno di ripetizione, senza ripetersi mai; perché è proprio del vero amore dire sempre la stessa cosa senza ripetersi mai.
44. L'amore autentico, non superficiale, ma profondo, vero, reale ha delle possibilità, delle fecondità di conoscenza che non si credono.
45. Molto più tardi compresi che l'apostolato vero, quello che edifica, è uno solo ed è silenzioso: quello dell'esempio.
46. Pochi ma buoni, fanno sempre più di milioni di mediocri.
47. Non posso, anche se convertissi a Cristo tutto il mondo, fare cosa più grande di una Santa Messa. La Messa è tutto... Non la parola divina di Gesù salva il mondo dal peccato, ma la sua morte in croce rinnovata misteriosamente in ogni Santa Messa.
48. Chi trova Dio trova se stesso, entra nella sua anima e fa delle scoperte meravigliose; scopre ricchezze a lui ignote che porta con sé forse da anni.
49. La gente di tutto si stanca, anche del più celebre oratore. Mai si stanca di sentire raccontare la storia di Gesù, ieri, oggi, nei secoli.
50. Il cristianesimo non è tanto una dottrina (sia pure la più alta perché divina), quanto una Persona: l'essenza del cristianesimo è la Persona di Gesù Cristo.
51. Non è il male che faccia male; è il non far bene il bene che lascia crescere il male. C'è un solo modo per combattere il male: fare il bene, ma farlo bene (1955).
52. Gesù è la Parola totale di Dio agli uomini, è il Verbo di Dio, è la chiave di volta del mondo naturale e soprannaturale, è il centro e la spiegazione di tutto.
53. Dio, quaggiù, è discreto, non s'impone, si propone agli uomini. Ha pazienza anche con chi non l'accetta o lo rifiuta. Attende con amore misericordioso. Ne ha una riserva infinita.
54. Gesù è l'oggetto più bello della conoscenza umana. Se ci interessiamo dei personaggi illustri della storia, quanto più non ci deve interessare una conoscenza approfondita di Gesù?
55. - Come dalla sofferenza della conchiglia nasce la perla, così dalla sofferenza dell'uomo nasce qualcosa di grande.
56. Si sono fatte molte diagnosi in questi ultimi anni sulle cause del nostro disorientamento, umano prima che cristiano; sono tutte buone, ma quasi tutte incomplete alla base: il punto di partenza è proprio il più semplice: mancanza di umiltà. Molti credono che questa benedetta umiltà sia buona per l'ascetica, per la mistica: mentre deve essere l'atteggiamento di ogni cristiano in ogni suo rapporto con Dio, con il prossimo, e con il suo io.
57. Il riconoscere le cose come stanno, che tutti abbiamo un po' di torto, fa bene a tutti, spazza via le nuvole grigie del broncio: è un rientrare inni stessi.
58. Com'è che noi non raggiungiamo, nel piano soprannaturale, la nostra perfezione, come invece, nel piano naturale, la raggiunge un seme che si sviluppa in albero, un uovo da cui nasce un usignuolo, il nostro stesso embrione che cresce in uomo completo?...C'è da dire che noi non ci amiamo "bene".
59. Si ha tanto bisogno di amore! in alto e in basso, tra bimbi e vecchi, tra ricchi e poveri, tra dotti e ignoranti, l'unico vero bisogno - inestinguibile perché 'ha inserito Dio stesso nei nostri cuori - è bisogno d'amore.
60. Per noi ha valore pieno solo l'arte che tenga presenti tutti i valori dell'uomo, che dimostri come l'uomo non è solo fantasia, memoria, intelletto, ma anche e contemporaneamente cuore e anima immortale, elevata dalla grazia allo stato soprannaturale.
61. Conosco gente che non crede, o almeno dice di non credere, a nulla. Non ho conosciuto ancora chi non sorrida a Francesco d'Assisi o dica: è un santo che non mi piace...Ognuno vede in lui qualcosa che lui ha e noi non si riesce ad avere, qualcosa che lui è, e noi non riusciamo ad essere. Questo qualcosa è il suo segreto.
62. L'uomo ha una inclinazione naturale vivissima alla gioia e vi tende con tute le fibre del suo essere. E il dramma della terra è appunto qui: non sempre possedere la gioia.
63. Il Signore vuole soprattutto l'adesione nostra sincera e totale alla sua santa volontà! Il resto passa e non torna più (2.3.1972).
64. Cerca la santità, facendo ogni giorno e ogni ora del giorno la volontà di Dio, nel tuo stato. Tutto il resto è vanità (1956).
65. Dio ha suscitato dal nulla queste miriadi di atomi, di semi, di vite, di bellezze splendenti. Dice alla luce: "Vieni" ed essa viene; le dice: "Torna" ed essa torna. Gli astri si affacciano nella notte come sentinelle di scolta, puntuali all'appuntamento e dicono: "Presenti!" Brillano festeggiando chi li ha fatti.
66. Spesso siamo tristi e angosciati. Sapete perché? perché non siamo abbastanza buoni...Noi tradiamo la più profonda attesa della nostra anima, ogni volta che rinunciamo ad un atto di bontà. Ogni volta che lo compiamo, respiriamo meglio. (1967).
67. La vita è un oceano sterminato di miserie umane sulle quali, però, splende il sole della misericordia di Dio.
68. Se c'è in natura del cibo materiale preparato per una bocca che più tardi lo mangerà, non ci sarà un infinito che sazi la fame del mio spirito, fame reale, insopprimibile, come il mio stesso io?
69. Il convertire un peccatore è opera di maggiore potenza che non il creare dal nulla milioni di mondi; ed è più glorioso per il Signore cavare bene dal male, che non avere cavato il mondo dal nulla.
70. Lo vede anche un cieco che una stessa forza intelligente e amorevole mentre "sorgere" il sole sulla terra, vi fa piovere l'acqua, mentre dipinge un'alba o un tramonto, dipinge anche il petalo di un fiore!
71. Il vero nome di Maria è la sostanza della sua vita, è la totalità del suo essere, è lo splendore della sua bellezza che si è inserito tra il "Fiat" redentore e il "Fiat" creatore che ha reso possibile al "Fiat" redentore di mettersi in armonia col "Fiat" creatore di Dio.
72. Son tanto diversi gli uomini tra loro nelle loro fedi: chi crede nel presente e chi crede nel futuro, chi crede nel visibile e chi crede nell'invisibile, chi crede nella pioggia, chi crede nella musica. Crediamo ciascuno di noi in qualche cosa. Ma tutti credono che la creatura che più vale è una mamma: perché soltanto lei ci concepisce e genera alla vita, c'insegna a vivere e ci aiuta a vivere.
73. Evoluzione, caso, natura sono scappatoie: instabile la prima, insulsa la seconda e ingenua la terza, per non chiamare il Donatore col nome di Dio.
74. Se la maternità è la dignità più grande della donna, Maria ha superato anche quella dignità, perché è la madre non di un uomo, ma è la madre di Dio.
75. Il mondo con Dio è un mistero, senza Dio è un assurdo. Preferiamo il mistero.
76. La gioia ha qualche cosa di Dio; mentre il piacere è una pianta che nasce, come la gioia, nello stesso terreno della nostra anima. Per questo è facile confonderle. Si va per strappare una, si strappa l'altra; è appariscente l'una, è più appariscente l'altra. Se non che il piacere appena lo cogliete vi lascia l'amaro nel cuore e appassisce subito qual fiore, mentre la gioia ha le radici nell'infinito ed imbalsama l'anima.
77. Ce n'è tanto poca di gioia sulla terra: qualche istante, qualche permesso, qualche licenza di gioia. Siamo come gli uccelli migratori; stanchi della vita, del viaggio, quando vediamo lontano una nave, un po' di gioia, ci buttiamo sopra per riposarci. E ci fa tanto bene quella gioia! E poi ripartiamo tanto leggeri come gli uccelli.
78. Maria ha capito il perché del soffrire e del gioire umano. Ha colto per prima il sorriso di Gesù in fasce. Lo ha visto fiorire quel sorriso misterioso, e l'ha capito e l'ha gustato, perché se per compatire alla sofferenza di una creatura basta avere un cuore umano, per sentire la gioia di uno che soffre ci vuole un cuore immacolato.
79. Se c'è il cattivo umore in casa nostra, si cerca di portarvi il buon umore con qualche cosa che ci faccia fare una bella risata. Non lo dice anche il proverbio: il riso fa buon sangue? Una bella risata può avere ed ha una funzione curativa eccellente nei riguardi della tristezza.
80. La causa principale della nostra sofferenza non è tanto la sofferenza, quanto il non sapere perché si soffre.
81. Tale è la meravigliosa avventura dei cercatori di Dio. Cercando, cercando, si imbattono in Gesù. Lo conoscono e conoscendolo gustano il vero segreto del suo fascino.
82. Una...Maddalena mi fa compassione; un Giuda mi incute spavento (potrei diventarlo anch'io); ma l'uno e l'altra possono tornare. La negazione di Cristo, nasca dalla mente o dal cuore, è una forma inconscia di fame, rabbiosa e gelosa, ma di fame di Lui. Un giorno può ancora essere sfamata, dopo il sapore amaro della ghianda, col pane profumato della mensa paterna.
83. Voi potete essere un ottimo buddista, prescindendo completamente dalla persona di Budda. Il suo messaggio non è legato alla sua persona. Non così per il cristianesimo. Sopprimete, per assurdo, la persona di Cristo, ed il cristianesimo come un fantasma inconsistente.
84. All'interrogazione: Che vi pare del Cristo? può rispondere bene solo chi è innamorato di lui, essendo lui il grande innamorato di noi.
85. E' meraviglia che molti al vederci non chiedano più: Che cosa pensate voi, cristiani, del Cristo? ma si chiedono invece; Che cosa penserà Cristo dei cristiani?
86. Il Cristo è totale, perché c'è con lui anche la sua mamma che è anche la nostra mamma. Mancherebbe non già qualcosa, ma molto, se mancasse la mamma.
87. Siamo fatti per l'Amore e... abbiamo tutti bisogno di perdono, come del pane quotidiano. Gesù non aveva bisogno che altri gli desse informazioni sull'uomo, ben sapendo egli che cosa vi fosse nell'uomo. Gesù ha detto all'uomo di chiedere ogni giorno insieme pane e perdono.
88. La vita di Gesù è una sola immensa sinfonia umana e divina ad un tempo. Non si può gustarne l'inesauribile ricchezza ne comprenderne i prodigiosi sviluppi, prima che sia terminata l'esecuzione.
89. Saper fare della vita un solo ininterrotto atto d'amore! saper fare della morte un atto di vita, il più bello, il più radioso atto d'amore!
90. Che cosa manca oggi al mondo? chi dice il grano, chi il ferro, chi l'oro o l'uranio. Tutti ripetono in coro: manca la pace. Ciò che, in realtà, manca è il cristiano. I battezzati sono molti, ma i cristiani sono pochi.
91. Siamo come un granellino di sabbia che, sulla riva del mare, dice ad un altro: "Tu sei più piccolo di me", perché per un istante, grazie al sole, fa lui un pochino più ombra del vicino.
92. La forza può far piegare il capo; la bontà sola schiude il cuore al bene.
93. La scelta della persona compagna della propria vita deve farla l'interessato o l'interessata, non altri. Perché non si tratta della scelta del campo da gioco che si fa con la monetina: si tira a caso a chi tocca il sole oppure l'ombra. Si tratta invece di una scelta personale, cosciente, intelligente e responsabile. Chi dei due poi scelga, è una questione che non riesco a risolvere: è lui che sceglie lei o è lei che fa in modo di farsi scegliere da lui? forse si scelgono tutti e due insieme!
94. Spesso Francesco d'Assisi fermava per strada la gente e domandava: "Fratello, ami tu Dio?". Agli uomini che percorrono le strade del mondo continua ancora, cavallerescamente, a fare la stessa domanda.
95. C'è chi dice: "Anima sua, borsa sua". Ci fu anche uno che disse: "Sono forse io il custode di mio fratello?" Ma quell'uno era Caino, e quando parlava così aveva già ucciso suo fratello.
96. E' indispensabile anzitutto [per un apostolo] credere al primato della preghiera: parlare cioè a Dio degli uomini, più che parlare agli uomini di Dio.
97. Fare il male è...poco male. E' meno dannoso all'umanità che "non fare il bene".
98. Fa molto chi ama. Fa molto chi fa bene per amor di Dio quello che fa. Beato chi possiede una sola scintilla di questo amore (1956).
99. Che cosa ci vuole per far del bene agli uomini? Ingegno forse, bellezza, potenza? No: basta ed è insostituibile l'amore. Non si può far del bene se prima non ci si fa amare, e per farsi amare bisogna prima amare.
100. Gesù dice chiaro che non si può e non si deve conquistare la terra se non con l'amore; non dominando, ma servendo; non combattendo contro, ma combattendo per gli uomini.
101. C'è sulla terra qualcosa di più prezioso della parola di Gesù: "Amatevi" ?"? ...Ed è parola così semplice! Per capire la Ragion Pura di Kant o la relatività di Einstein occorrono lunghi studi preparatori: l'amore ai fratelli lo capisce il bambino e non l'approfondisce il dotto; lo sfiora il peccatore e non l'esaurisce il santo. E' la parola più popolare e più semplice; sembra acqua di un ruscello, ma se v' immergi il piede senti il brivido dell'oceano.
102. Non ci deve essere l'illusione di costruire un amore duraturo in pochi giorni, in poche settimane, in pochi anni. L'amore è una costruzione continua, che costa sacrificio.
103. Nell'amore noi attingiamo la nostra vetta più alta, questa è la nostra vera vita: l'amore. Siamo fatti per amare e per essere amati.
104. Esistenze diverse hanno gli uomini: chi studia il mare, chi le piante e chi non studia nulla; ma tutti sanno che la creatura la quale spende più vitalmente la sua vita per l'uomo è la mamma.
105. Tutto quello che è stampato nei miliardi di libri di tutte le biblioteche della terra non vale una mamma. Perché? Perché solo una mamma ci genera alla vita, ci insegna a vivere e ci aiuta a vivere.
106. Prendiamo tutto quello che c'è di buono da chiunque. Amiamo anche quelli che combattono il nostro pensiero, combattendone sempre l'errore, non la persona. Amiamo tutti i popoli per quel che di vero, di grande, di bello, tutti, per distribuzione provvidenziale, posseggono.
107. Oggi- ed è dolorosissima constatazione che tutti facciamo- non ci si intende più, nonostante tanti mezzi di comunicazione(!): perché per intenderci ci vuole tempo, pazienza, amore. Tre cose che, oggi, non si trovano tanto facilmente.
108. Lo schiaffo si misura non dalla mano che percuote, ma dalla guancia che è percossa.
109. Ricorda: Dio non forza nessuno, si contenta di quello che gli diamo, ma non si dona completamente (è la santità) se non a chi si dona completamente a Lui, nella concretezza dei suoi doveri del momento. (1952).
110. Se davvero vuoi farti santa diffida di te, delle tue forze, e conta solo su Gesù: Vivi una vita di Comunione ininterrotta con la sua adorabile volontà. Sappila vedere nelle più tenui sfumature, nei più banali incidenti della vita...Dio non vuole tanto le nostre opere: vuole noi. (1953).
111. Umiltà non è pusillanimità. E' frenare il desiderio disordinato di eccellere, non il desiderio di eccellere - all'immensi desideri di bene, non sempre subordinati alla volontà di Dio - Di fronte alla santità di Dio che cosa siamo? E' qui la radice dell'umiltà: "Chi sono io e chi sei tu, Signore?" (San Francesco) e quindi sottomettersi alla volontà di Dio in tutte le grandi e piccole cose (1952).
112. Che vale il passato? Non tornerà mai più. Viviamo il presente, i brevi minuti della vita presente, donando al Signore tutto quello che possiamo donare. Non lo supereremo mai in generosità, perché Lui ci darà il 100 per uno!
113. Non perdiamo tempo, amiamo! La vita passa così rapida che è uno sgomento, un tormento e...una gioia. Chiedo al Signore non una vita lunga, ma una vita intensa di amore: quando sarà terminata la mia piccola missione quaggiù mi accolga il Signore, nella sua misericordia, con Sé. (1956).
114. Come passa il tempo e l'Eterno s'avvicina! Viviamo sempre in questa vigilia dell'eternità: è così fragile e breve l'apparenza terrena, e non vale proprio la pena di attaccare il cuore a nulla. L'unica realtà che conta è Dio e la santificazione nostra, nella quale c'è la Sua gloria. Un giorno nel bel Paradiso sorrideremo di tante miserie terrene che ci facevano impallidire. (1950).
115. Facciamoci santi: è il più prezioso apostolato: e la Chiesa ha più bisogno di santi che di operai e di apostoli. (1952).
116. Facciamoci santi! E' l'unica realtà che duri, è l'unico uso intelligente della vita. Soprattutto diffidando di noi, confidando in Lui. E' Lui che ci fa santi: noi siamo piccoli calici da riempire di amore.(1956).
117. Viviamo credendo nell'Amore, sperando nell'Amore e amando l'Amore: poco tempo ci rimane quaggiù: corriamo! Nell'eternità sorrideremo, in Dio, di tutte le nostre "preoccupazioni" terrene.(1957).
118. Abbiamo tutti tanto bisogno e sempre del Signore! Senza di Lui non facciamo proprio nulla! Oppure costruiamo sulla sabbia: Come è bello crescere ogni giorno nella fede e nell'amore! Tutto il resto svanisce e rimane sempre solo lui!(1962).
119. E' vero che noi mostriamo la nostra maschera davanti agli uomini; gli uomini ci vedono peggiori o migliori di quello che siamo, mentre noi siamo quello che siamo davanti a Dio.
Il sorriso di P.Mariano P.Mariano da Torino
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LA POSTA DI PADRE MARIANO 
rivista bimestrale che raccoglie documenti, testimonianze e scritti di/su Padre Mariano. Per ulteriori informazioni e per ricevere del materiale a stampa, audio e video: Vice postulazione per la Causa di canonizzazione di Padre Mariano da Torino, Via Vittorio Veneto, 27, 00187 Roma. Tel. e Fax 06/4747713 
Bibliografia 
Padre Mariano da Torino - Essenza e valore dell'umiltà nella vita interiore - Roma 1988 - pp. 160 (Testi di Laurea in Teologia 1949); 
Antonio Ungenti - Padre Mariano da Torino il "santo" della TV- Due audiocassette su P. Mariano, Ed. Paoline Roma,1989; 
Mariano d'Alatri - Padre Mariano annunciatore televisivo del Vangelo- Ed. Paoline (1990) pp. 196; 
Fede e vita cristiana - 10 Teloconversazioni di Padre Mariano - Roma, 1990 - pp. 292; 
Paolo Roasenda - Pagine Costantiniane- Ricerche storiche sui primi anni del regno di Costantino (306-313 d.C.) (Tesi di Laurea in lettere - Torino,1927) Roma,1991; 
Carlo De Biase - Due volti di Padre Mariano da Torino l'apostolo dei mass media - Videocassetta (1991) - Testimonianze di parenti, amici, alunni...; Padre Mariano da Torino - Stime conferenze: "Attualità di Gesù" - "Mistero cristiano"- 2 Audiocassette a cura di Antonio Solinas - Ed. Paoline - Roma, 1992; 
Pace e bene a tutti- Videocassetta 1995, vita di Padre Mariano - Testo di Rinaldo Cordovani - Regia di Carlo De Biase, Durata 25'; 
AA. Vo, Progetto cristiano e comunicazione - 1995, pp. 95 - Padre Mariano da Torino - È uno studio sulla personalità del "frate della TV"; 
+ ". 
"Permeare di vita cristiana [...]il bar, il teatro, l'autobus,la bottega, lo stadio, l'università e la scuola elementare [...]. Essere Spunta all'orizzonte la televisione?  
Egli[l'apostolo,il sacerdote] non si ritiri in un cantuccio, sopportando tutto il male ne possa venir fuori, ma cerchi di prevenire sapendo bene il bene immenso che ne potrà scaturire.
+ Preghiera :    
O Dio, fonte ed amante della vita, che hai dato al tuo servo Padre Mariano il dono di seminare Pace e Bene tra i fratelli, concedi a me e ai miei cari la salute dell'anima e del corpo. Glorifica il tuo servo Padre Mariano e concedi a me la grazia di cui ora ho bisogno.    
Così sia.
 
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