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Il Forte della Torre
Ricostruzione del forte del 1560
(disegno di P.Paschetto)
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Sulla collina che sovrasta Torre Pellice si possono ancora osservare, anche da lontano,
i resti di una imponente fortificazione.
Sin dal 1100 vi era stata costruita una torre
(da cui il nome del paese) con accanto un castello ed alcune case.
Un ramo dei Rorengo di Luserna vi pose la sua dimora e signoreggiò sul borgo fino al 1537,
quando la valle fu invasa dai soldati del re di Francia che bruciarono forte e castello.
Ma già nel 1560 il duca di Savoia
Emanuele Filiberto, riorganizzando i suoi possedimenti,
volle che vi fosse eretto un forte per tenere sotto controllo la popolazione valdese e
lo munì di una guarnigione di un centinaio di soldati. Non durò a lungo, appena
trent’anni dopo i francesi rioccuparono la valle e provvidero a demolire il forte.
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Nel 1655 la valle ritornò in possesso dei Savoia che si affrettarono a far ricostruire
il forte ampliandolo. Gli fu data la solita forma pentagonale con solidissime mura e
terrapieno interno. Vi era intorno una largo fossato, anche se a secco, e un ponte
levatoio dava accesso alle costruzioni interne: due caserme per i soldati, l’alloggio
per il comandante, una cisterna un forno e un pozzo per l’eventualità di un assedio che
in realtà non si verificò mai. Le guarnigioni che si succedettero si comportarono spesso
con prepotenza nei confronti della popolazione con furti taglieggiamenti e violenze di
ogni genere. Proteste circostanziate e suppliche al sovrano non mutarono, se non
temporaneamente, la situazione. Si arrivò nel 1663 ad una aperta ribellione da parte
dei Valdesi (la cosiddetta guerra dei banditi) che portò in luce una serie
impressionante di soprusi.
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Il forte del 1655
(disegno di P.Paschetto)
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Il malfamato forte non ebbe vita lunga; nel 1690 un repentino cambio di alleanze
del Duca Vittorio Amedeo II di Savoia portò ad una nuova invasione francese che
occupò anche il forte e, quando verso la fine dell’anno fu costretta ad andarsene,
lo minò accuratamente riducendolo definitivamente ad un cumulo di rovine. La popolazione
ed i Valdesi in particolare non poterono che rallegrarsene perché per secoli non era
servito in loro difesa, ma solo per angariarli.
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I resti del forte oggi
(foto di P.Gardiol)
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