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Nonostante le promesse che Amedeo II aveva fatto in periodo bellico (aveva persino dovuto rifugiarsi presso una famiglia valdese di Rorà), a guerra finita ricominciò l'intolleranza. Furono cacciati i Valdesi di nascita francese, circa 3.000 persone, e lo stesso pastore Arnaud dovette finire i suoi giorni esiliato in Germania. Successivamente, nel 1740, fu emanato un "Compendio degli editti concernenti i Valdesi" che raccoglieva tutte le norme a cui essi dovevano sottostare. Se queste rendevano la vita grama, erano tuttavia finite le persecuzioni armate . Durante la rivoluzione francese il Piemonte fu annesso alla Francia, e i Valdesi accolsero con comprensibile soddisfazione un regime che li liberava da tante odiose restrizioni, ma al ritorno dei Savoia fu ripristinato il regime precedente. I tempi però erano mutati e benchè il vescovo di Pinerolo insistesse per un pignolo rispetto di tutte le norme contro i Valdesi, vi furono importanti progressi:
Il 17 febbraio il Re Carlo Alberto promulgò le "Lettere Patenti" con cui venivano riconosciuti ai Valdesi i diritti civili e politici, anche se "nulla è innovato quanto all'esercizio del loro culto".
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