LUOGHI
STORICI
VALDESI

Da dentro a fuori del Ghetto:
repressione e libertà


Nonostante le promesse che Amedeo II aveva fatto in periodo bellico (aveva persino dovuto rifugiarsi presso una famiglia valdese di Rorà), a guerra finita ricominciò l'intolleranza. Furono cacciati i Valdesi di nascita francese, circa 3.000 persone, e lo stesso pastore Arnaud dovette finire i suoi giorni esiliato in Germania.

Successivamente, nel 1740, fu emanato un "Compendio degli editti concernenti i Valdesi" che raccoglieva tutte le norme a cui essi dovevano sottostare. Se queste rendevano la vita grama, erano tuttavia finite le persecuzioni armate .

Durante la rivoluzione francese il Piemonte fu annesso alla Francia, e i Valdesi accolsero con comprensibile soddisfazione un regime che li liberava da tante odiose restrizioni, ma al ritorno dei Savoia fu ripristinato il regime precedente.

I tempi però erano mutati e benchè il vescovo di Pinerolo insistesse per un pignolo rispetto di tutte le norme contro i Valdesi, vi furono importanti progressi:

  • la costruzione degli ospedali di Torre Pellice e Pomaretto

  • la costruzione e avvio, grazie anche all'aiuto dell'inglese William S. Gilly, del Collegio Valdese, scuola di preparazione per insegnanti e pastori

  • l'intervento del colonnello inglese Charles Beckwith, reduce di Waterloo, che prese a cuore l'istruzione dei Valdesi e la diffusione del Vangelo. Sotto la sua cura furono costruite in ogni villaggio quelle scuolette che ancora oggi sono ricordate come "Scuole Beckwith"

Fu però solo nel 1848 che la condizione di ghetto e discriminazione sociale in cui si trovavano i valdesi ebbe una svolta decisiva.

Il 17 febbraio il Re Carlo Alberto promulgò le "Lettere Patenti" con cui venivano riconosciuti ai Valdesi i diritti civili e politici, anche se "nulla è innovato quanto all'esercizio del loro culto".

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