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STORICI
VALDESI

Le Rocciaglie

Le Rocciaglie in un'incisione inglese del XIX secolo



Da ALLE PORTE D'ITALIA di Edmondo De Amicis

Le termopili Valdesi: le Rocciaglie

«...L'aspetto delle Rocciaglie, in quel punto, è veramente maestoso e terribile.

Dei massi enormi, in cui si potrebbero scavar delle case, s'avanzano fin sulla sponda, intercettando quasi il cammino; alcuni staccati, franati dalle alture; altri incastrati nei fianchi del monte, simili a mostri smisurati che sporgan fuori la testa deforme; altri inclinati come torrioni che minacciano rovina, sospesi quasi sopra il sentiero, ...

Il letto stesso del torrente, molto ripido, è tutto ingombro di colossali massi bianchi, dà l'immagine delle rovine d'una gradinata titanica, che scendesse dal monte Roux fino a Torre.

La montagna va su, quasi inaccessibile, tutta a pareti diritte, a scaglioni di rocce, a spigoli, a denti, a piccoli precipizi, a piccole frane, piena di minacce, d'insidie e di orrori; erta, maligna in maniera da non credere che ci possano stare degli uomini altro che appiccati, o appesi per le corde alle bricche, o rannicchiati nelle buche, come gli uccelli nei nidi. ...

Quello è il tratto più angusto della val d'Angrogna . Il sentiero si assottiglia ancora, la riva si alza, le falde dei monti dalle parti quasi si toccano: ecco la porta di Pra del Torno.

Un piccolo ponte ad arco accavalcia il torrente, il quale precipita fra due muraglie. Rasente una di queste passa il sentiero sopra un sostegno artificiale di pietre e di legna, che si butta giù con pochi colpi di zappa. Minacciati di un assalto, i Valdesi rovinavano quel sostegno, e nessuno passava più. La stretta era fortificata. ...»

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