Lo sapevo che era un'illusione ma che tu ti saresti lasciato ingannare e, senza volere capire e vedere, avresti inseguito fino all'ultimo il tuo miraggio; vittima di una chimera che, nel tempo, si è sempre nutrita nei fumi di speranza e d’entusiasmo d’ingenui come te che, con una strana doppiezza (questa è la vera natura umana), spesso offuscano volutamente la propria mente con calcoli e ipocrisie.
Tu credevi di cogliere il frutto dell'Albero della Vita, di superare il limite oltre il quale l'uomo diventava Dio - e quindi pigro, annoiato, egoista, grasso, sazio di tutti gli appetiti, padre di tutti i vizi.
Eccola, la data che era confine dei tuoi sogni - e quindi irraggiungibile - le calende greche della tua era. E i sogni sono magia e bellezza, solo quando non sono realtà.
La realtà del sogno è l'incubo, l'assurdo.
In questa notte ti ho guardato cantare, ballare nella luce dei fuochi d'artificio, urlare agli scoppi inutili dei petardi, abbracciare senza amore la sconosciuta chi ti era vicina per caso e ubriacarti di rumori e di luci.
Ti ho visto augurare a persone che disprezzi e sempre disprezzerai quanto te stesso un futuro, diverso e migliore.
E oggi ti guardo svegliarti dopo avere festeggiato per tutta la notte la fine del sogno mentre ancora ti rifiuti di capire.
Lo so che hai la testa che rimbomba di fatica e dolore, ma apri i tuoi occhi. Adesso tutto è finito e anche tu puoi vedere: nulla è cambiato. Per questo sei impazzito di gioia? Per questo nulla di cui ti sei liberato. Per questo nulla nuovo che è arrivato.
Cancellati dagli occhi l'ultimo inganno: non viviamo il 2000 - l’anno dei sogni - ma solo un banale, inutile, malato 1999+1. Oggi come ieri, domani come oggi.
Il 2000, quello vero, la Terra Promessa, non è per noi.
Che giorno che data che ora stai aspettando adesso, piccolo uomo?