Fin dai primi secoli dell'era cristiana la nascita
di Gesù, evento centrale della cristianita', fu raffigurata a mezzo
di affreschi, bassorilievi, incisioni, su pareti, sarcofaghi e formelle
inseriti in edifici del culto. Tali testimonianze sono numerosissime ed
anche molto interessanti in quanto l'evoluzione della loro iconografia
riguarderà anche lo sviluppo del presepe.
Nel corso dei secoli con il termine presepe (oppure
presepio da praesaepe, is oppure praesaepium, ii=greppia, mangiatoia e
poi per traslato, stalla, grotta) è stato attribuito via via soltanto
alle reali presentazioni plastiche sia della sola scena della Natività
sia di quelle che nel corso dei secoli, sono state aggiunte quali l'Adorazione
dei pastori, l'Adorazione dei Magi, l'Annuncio ai pastori, ecc. E’ infatti,
fin dall'alto Medioevo, che nelle Chiese e nelle Confraternite venivano
allestite, sotto forma di sacre rappresentazioni, i vari episodi del ciclo
della natività; è dunque probabile che da tali sacre rappresentazioni
(presepi viventi) si sia passati a quelli con figure scolpite. Ma nessun
reperto o testimonianza scritta ci è giunta di opere della
Natività fino alla metà del XIII secolo. D'altra parte una
sorta di embrione del presepe può essere individuata nelle "tettoie"
in legno rette da tronchi d'albero che già Papa Liberio (352 - 355)
fece erigere a Roma nella Basilica detta appunto " S. Maria ad praesepe"
e che oggi è nota come S. Maria Maggiore. Tale tettoia retta da
tronchi d'albero, quasi lo schema essenziale di una stalla, veniva posta
davanti ad un altare presso il quale, il 24 dicembre di ogni anno veniva
celebrata la Messa di mezzanotte. Altre furono erette in altre Chiese,
a Roma (S. Maria in Trastevere), nella chiesa denominata di S. Maria della
Rotonda e certamente in altre chiese di altre città. Si sa pure
che Papa Gregorio II (731 - 734) fece sistemare sotto la tettoia di S.
Maria Maggiore una statua d'oro della Madonna con il Bambino e che anche
in altre chiese furono collocati sotto tali tettoie affreschi o statue
che ricordavano il Sacro Evento. E’ tradizione solo poeticamente e devozionalmente
accettabile che "l'invenzione" del presepe sia di San Franceso nella Santa
notte di Greccio del 1223. Il presepe non ha data precisa di “nascita”
ma si è andato formando attraverso un insieme di usi, tradizioni,
costumi, addobbi, quadri nelle chiese e sacre rappresentazioni.
Il primo presepe con personaggi è del
1283, fu scolpito da Arnolfo di Cambio su committenza di Papa Onorio IV.
E’ un'opera poderosa della quale rimangono certamente scolpite da Arnolfo,
solo cinque statue Il miracolo di Greccio ebbe certamente vasta risonanza
e potrebbe aver stimolato l'allestimento di presepi. E’ fuor di dubbio
che l’Ordine Francescano per primo ne favorì il diffondersi . A
Napoli dove i Francescani furono protetti dagli Angioini e fondarono conventi,
il primo presepio fu donato dalla Regina Sancia, nel 1340 alle Clarisse:
ne è giunta a noi solo la Madonna giacente. Mentre in altre località
italiane le Natività sono quasi tutte a bassorilievo a Napoli saranno
numerosi i presepi a statue monumentali, ieratiche, opera di un unico artista
ad uso quasi esclusivo di chiese.
Nel corso del '500, mentre si intravedevano segni
forieri di movimenti riformistici della cristianità, si verificherà
in tutta Italia un’intensa ed artisticamente valida produzione di presepi
quasi tutti per chiesa. In Piemonte e in Lombardia, sacre rapprescntazioni
con statue in pietra a grandezza naturale e con scenografia saranno costruite
nei Sacri Monti di Varallo e Varese; nel Duomo di Modena esiste tuttora
il bellissimo presepe in terracotta di Antonio Bagarelli (1527) oltre quello
di Guido Mazzoni detto "Il presepe della pappa"; nelle Marche a Piobbico
(Urbino) - riprodotto dalle Poste italiane in un francobollo di qualche
anno fa' - e in Urbino presepi dello scultore Federico Brandani; a Faenza
in quel secolo vennero prodotti in ceramica colorata "calamai a presepe";
a Leonessa (Rieti) "figulini" abruzzesi plasmarono un monumentale presepe
con ventisei statue, animali e cavalli; in Puglia, ad opera dello scultore
Stefano da Putignano, sorgeranno in chiese di varie località presepi
con statue scolpite in pietra, ambientati in grotte costruite con rocce
naturali. A Napoli lo scultore rinascimentale Giovanni Marigliano (Giovanni
da Nola) creerà per varie chiese splendidi presepi anche con elementi
paesistici (di queti ultimi non è rimasto nulla), con statue lignee
policrome a grandezza naturale e tuttora si ammirano cinque statue residue
del presepe commissionatogli da Jacopo Sannazzaro in occasione della pubblicazione
del suo poema: "De partu Virginis". San Gaetano da Thiene, fondatore dei
Chierici Teatini, giunto a Napoli nel 1534, avendo il culto del presepe,
ne incrementò la costruzione e specie i monasteri femminili fecero
a gara per possedere il più bel presepe. Le statue erano lignee
e con occhi di vetro.
Alla fine del '500, in pieno clima controriformistico
la Compagnia di Gesù ma soprattutto Francescani, Tealini e, dopo
poco gli Scolopi al fine di alimentare e incrementare sempre più
la fede e la pietà popolare favorirono la diffusione del presepe
napoletano barocco che fu detto anche mobile perché veniva smontato
e ricostruito ogni anno. Le monumentali statue furono sostituite da manichini
in legno, scolpiti da valenti artisti; tali statue per i giunti a snodo
potevano essere variamente atteggiati, erano di altezza inferiore, avevano
parrucche, occhi di vetro parti policromate ed abiti. Assumono, ora, carattere
importante la scenografia la prospettiva e lampade, specchi e lamiere riflettenti
e finti damaschi dietro i quali le statue erano celate, inquadrando il
presepe come una scena tetrale. Oltre ai personaggi tradizionali, compaiono
gradualmente, spunti laici che nulla hanno a che fare col sacro evento;
il mercato la fontana, il cascinale, la taverna.... Sono evidenti, dunque,
i caratteri del barocco imperante: spettacolarità, senso del movimento,
tendenza al naturalismo, a preferire, cioè, la realtà circostante
e non più i canoni liturgici e delle opere sacre ma quelli estetici
del tempo. Innumerevoli furono gli scultori di importanti monumenti e statue
che si dedicarono anche alla scultura, di tali manichini: Pietro Ceraso,
Domenico Di Nardo, Giacomo Colombo, il quale, trasferitosi a Genova, dette
poi impulso notevole alla produzione del prescpe in Liguria. Contemporaneamenle,
sempre per effetto della Contoriforma, per l'influsso del presepe d’arte
napoletano, anche in Puglia e in Sicilia il presepe diventa "mobile" con
statue di misura ridotta in terracotta, cartapesta, creta-cartapesta o
addlrittura materiali preziosi (corallo, oro in Sicilia).
Verso la fine del XVII secolo l'artista napolelano
Michele Perrone spinto dalla necessità di soddisfare una richiesta
via via più numerosa ed estesa ideò un manichino, di altezza
inferiore a quello a snodo, con l’anima di filo in ferro dolce ricoperto
di stoppa e per il quale erano scolpiti in legno soltanto la testa e gli
arti. Fu una innovazione importantissima perché, consentendo estrema
mobilità e duttilità di atteggiamento a ciascuna figura conferiva
veridicità naturalezza alla scena di cui faceva parte e creava l’avvio
al presepe rococò.
Furono le istanze rococò, il teatro, in
particolare l'opera buffa e insieme il realismo, insieme con la moda e
le spinte culturali del tempo, le molte compononti del presepe del Settecento
napoletano. La teatralità, già elemento essenziale del presepe
barocco, divenne• massima per l'estrema flessuosità ed adattabilità
del manichino di ferro e stoppa, per la tendenza a riprodurre nelle scenografie
e nelle scene, Napoli con le sue piazze, il suo mercato, i suoi concertini
all'aperto, le sue taverne.
Fu il presepe napoletano del '700 come lo definì
lo studioso Raffaello Causa nel suo "IL PRESEPE CORTESE": "...voce tipica
della cultura artistica nella Napoli del Settecento... il presepe che diremo
"cortese" per differenziarlo dal vecchio presepe di chiesa... si rivela
esperienza mondana, sostanzialmente disincantata e laica, giuoco alla moda
della corte, dell'aristocrazia e dei ricchi borghesi ... disimpegno di
elite cui si attendeva nelle ore sfaccendate del giorno.
La favola del presepe “cortese” espressione diretta
di una società giunta al crepuscolo, si chiuse definitivamente con
la partenza dei Borboni da Napoli.
Nel corso dell'800, con l'ascesa di una borghesia
via via più folta ed attiva nasce il “pastore (statua/figura) tutta
in terracotta di varia qualità e misura accessibile a tutte le borse;
il presepe così si rinnova e rispecchia una vita pullulante di interessi
e mestieri.
Esso testimonia usi, costumi, tradizioni.
In quest’ultimi anni il presepe sta vivendo un
periodo particolarmente felice sia per l’attività di abili fantasiosi
artisti, artigiani, hobbisti, sia per l’interesse di collezionisti appassionati,
di simpatizzanti di folle di visitatori pere i quali tutti i Natale è
presepe.
E’ ad alcuni di questi artisti che verranno dedicate
le pagine che seguono