Se in futuro in Trentino le elezioni...

di Gianni Martini

Non dobbiamo andare in nessun altro luogo. 
Ci siamo già tutti, se solo lo sapessimo. 
(Aldous Huxley - L’isola, 1962)

 
 
 
 
Quella mattina, il 10 gennaio 2001, il Trentino si era svegliato sotto una spessa coltre di neve.  

Erano anni che non si vedeva il fondovalle coperto da 70 centimetri di manto bianco. La popolazione a poco a poco si stava svegliando compiacendosi del fatto che se ne poteva stare al tepore della casa in quanto quel giorno era stato dichiarato da poco festivo: il "Giorno dell’Individuazione", lo avevano chiamato.  
Sì, perché quel giorno sarebbero stati individuate le 50 persone che avrebbero guidato il Trentino nei prossimi 3 anni. Questo inverno nevoso era ben diverso dall’inverno dell’anno precedente secco e caldo e questa giornata silenziosa era ben diversa dalle giornate chiassose dell’anno prima in cui molta gente, accorsa anche dalle valli, aveva occupato per giorni i palazzi del potere per protestare non tanto contro le persone quanto contro il sistema che non permetteva al Trentino di andare avanti.  

Le elezioni del novembre 1998, si erano svolte con un nuovo sistema elettorale. Era stata posta una soglia di sbarramento del 10% per evitare, come si diceva allora, la "frammentazione del quadro politico". Non era servito a nulla perché le alleanze elettorali erano finite in breve tempo e, sulla base della constatazione che ormai ciascun consigliere faceva per sé e che mancava di fatto una maggioranza, si era dovuta costituire, come minore dei mali, una Giunta, presieduta, per la quarta volta, se contiamo anche la legislatura precedente, da Andreotti 
Era peraltro chiarissimo che si trattava di una soluzione abborracciata e provvisoria che avrebbe garantito soltanto una navigazione di piccolo cabotaggio. Il malcontento serpeggiava attraverso la popolazione, gli studenti, le categorie economiche, i contadini, le casalinghe, gli anziani. Il mondo era cambiato e il Trentino era fermo.  
Diventava chiaro che sarebbe fra poco diventato una "semplice espressione geografica", come aveva detto nella prima metà del 1800 il Principe di Metternich, Cancelliere dell’Impero Asburgico, parlando dell’Italia.  

D’altra parte ormai molte famiglie erano collegate con HoloNet la nuova rete telematica che aveva sostituito Internet e che ormai tutti, bambini e anziani compresi, utilizzavano.  
Gran parte degli acquisti, generi alimentari non deperibili, libri, dischi, videocassette, abbigliamento, profumi veniva fatta attraverso questo strumento anche in Paesi lontani laddove il prezzo si rivelava più conveniente.  

Molti studenti universitari "frequentavano" corsi a distanza forniti da prestigiose Università australiane, sudafricane e asiatiche (che avevano preso il posto, in termini di reputazione, delle Università americane).  

Molte persone affette da malattie si rivolgevano ai medici di Singapore, del Canada, dell’Islanda e della Scandinavia che fornivano consigli a distanza di elevato profilo scientifico e a prezzi concorrenziali rispetto ai medici trentini, o addirittura italiani.  

Da poco tempo poi si erano formati flussi di pazienti che si recavano in Norvegia, complici le compagnie aeree che avevano abbassato i prezzi, a farsi curare i denti in quanto il rapporto costi-benefici era diventato molto vantaggioso.  

Un pool di cliniche svedesi aveva comperato un ospedale trentino dove gli interventi chirurgici sarebbero stati eseguiti da robot governati e diretti dalla Svezia.  

Tutte le aziende per la contabilità si rivolgevano ormai a società dell’India, dove questa attività veniva svolta con grande professionalità e soddisfazione da parte dei clienti.  

Non dimentichiamo che già nei primi anni ’90 la Swissair aveva appaltato la propria contabilità (e la prenotazione dei biglietti) ad una società di Bombay.  

Questa era la situazione che aveva provocato un’ondata di proteste che aveva raggiunto il culmine nel dicembre del 2000 quando, come si diceva, la gente aveva cominciato ad invadere le strade e le piazze di Trento per chiedere una "nuova società" con il sottofondo musicale della celebre vecchia canzone di Bob Dylan "The Times They Are A-Changin’".  

Ad alcune persone erano tornate alla mente le proteste del 1968 e gli scontri con la polizia. Ma questa volta non c’era nessuno scontro in quanto anche la polizia appoggiava i dimostranti.  

Tutto era cominciato quando una televisione locale aveva trasmesso nell’ora di maggiore ascolto uno splendido cartone animato tratto dalla fiaba di Hans Christian Andersen dal titolo "I vestiti nuovi dell’imperatore"; la trasmissione aveva avuto un successo incredibile proprio per il contenuto della storia che suggeriva come la realtà poteva essere decodificata solo attraverso gli occhi ingenui di un bambino. Quel bambino che, davanti a tutti i cortigiani che decantavano la bellezza dei nuovi vestiti dell’imperatore, aveva avuto il coraggio di dire ad alta voce che l’imperatore era nudo.  

Tutti parlavano della storia e la metafora aveva fatto presa.  

La gente cominciava ad interrogarsi se fosse davvero normale recarsi tutti i giorni alla stessa ora in posti orribili per fare un lavoro che avrebbe potuto fare meglio a casa propria, oppure sull’assurdità di muoversi come formiche dissennate utilizzando automobili che inquinavano l’ambiente, minacciavano la salute e consumavano una quantità sproporzionata di energia di cui solo una piccola parte destinata alla mobilità, sullo stress della vita quotidiana che ci vedeva correre da un luogo all’altro senza poter dedicare un po’ di tempo ai nostri bambini, ai nostri anziani, ai nostri amici e...perché no, a noi stessi.  

Ci si chiedeva se fosse normale continuare a mangiare male e in fretta in luoghi anonimi, abitare quartieri sempre più squallidi e degradati, vivere costantemente in mezzo al rumore. Ci si cominciava a chiedere perché la maggior parte delle persone era nervosa, depressa e pessimista, con visi che ricordavano il romanzo "1984" di George Orwell o il film "Brazil" di Terry Gilliam. Ci si chiedeva se fosse stato giusto barattare 11 mesi e mezzo di vita allucinante in cambio di 15 giorni in "splendidi posti di vacanza" (come dicevano le locandine delle Agenzie Turistiche).  

Queste riflessioni venivano riprese dalla televisione, dai giornali locali che avevano ampliato lo spazio destinato alle "lettere al direttore" e sullo spazio dedicato da HoloNet alle conversazioni locali: il virus della mente si stava rapidamente diffondendo.  

Si era cominciato a capire che le modifiche al sistema elettorale non servivano a nulla in quanto costituivano un intervento sui sintomi e non sulla malattia. Già, ma cos’era che non funzionava? Ciò che non funzionava era l’istituto della delega. I cittadini erano stufi di votare per delle persone che conoscevano poco e che comunque non avrebbero mai potuto rappresentare l’articolato mondo personale e sociale di ciascun elettore. Cosa si poteva fare allora? Non c’era altra soluzione che trovare un modo di riorganizzare la società attraverso un’"uscita dal sistema".  

Ma come? Chi se ne doveva occupare?  

Le proteste sfociarono in proposte costruttive che vennero elaborate nelle numerose discussioni che caratterizzarono quel periodo. D’altra parte era già stato dimostrato dallo scienziato, Premio Nobel per la chimica, Ilya Prigogine che, in particolari condizioni, il caos può dare origine ad un ordine superiore.  

Venne deciso di cambiare le regole per l’individuazione di coloro che avrebbero governato il Trentino e per fare ciò qualcuno suggerì di chiamare un uomo molto colto che aveva frequentato il Trentino, che si diceva parlasse la lingua italiana e che aveva approfondito le teorie logiche di Gödel secondo le quali certe dicotomie non si possono risolvere stando all’interno del sistema di riferimento: Douglas R. Hofstadter, famoso scienziato cognitivista americano. Si pensò di affiancare a questo illustre personaggio tutti i trentini che erano in possesso di una copia del libro scritto da Hofstadter stesso dal titolo "Gödel, Escher, Bach" e pubblicato nel 1984 che risultava esaurito in Italia da parecchi anni.  
Questo nell’ipotesi che i lettori di quel libro fossero persone con una mente aperta, non ancorata a vecchi schemi e quindi in grado di trovare soluzioni originali.  
I primi giorni dell’anno 2000 videro all’opera il Gruppo diretto da Hofstadter formato da 111 persone che avevano il mandato di elaborare nuove regole per dare un governo al Trentino.  
Dopo non molto tempo le regole erano pronte: il Trentino sarebbe stato governato da un’Assemblea di 50 membri non più eletti, ma estratti a sorte. Questo non solo per ragioni economiche (si sapeva bene quanto costassero le elezioni) ma per ragioni pratiche e per tenere conto della Seconda Legge Fondamentale della Stupidità Umana introdotta da Carlo M. Cipolla nel 1988 secondo cui "La probabilità che una persona sia stupida è indipendente da qualsiasi altra caratteristica della stessa persona". Ciò significava che la Natura operava in modo misterioso per mantenere costante la frequenza relativa di certi fenomeni, in questo caso la stupidità e che il metodo del sorteggio avrebbe garantito una percentuale di stupidi al governo uguale (o sperabilmente minore) rispetto ad altre modalità di scelta.  

Le persone individuate sarebbero rimaste in carica tre anni e non avrebbero avuto più la possibilità di essere rielette. Un altro meccanismo che il Gruppo di Hofstadter escogitò fu quello di chiedere alla popolazione, attraverso un referendum, come avrebbe desiderato ripartire il bilancio in modo tale che questo fosse un dato fisso e ineludibile a cui la nuova Assemblea doveva fare riferimento.  

L’Assemblea aveva il compito di esprimere al proprio interno (sempre tramite sorteggio) il Governo provinciale e di nominare i nuovi Ministri (che una volta erano chiamati Assessori).  

Si decise anche alla luce dei dibattiti e delle considerazioni che la popolazione aveva maturato ed espresso di cambiare i nomi di quelli che una volta erano gli Assessorati.  

Non più Assessorato alla Sanità, ma Ministero della Salute e della Qualità della Vita. Non più Assessorato ai Trasporti, ma Ministero della Mobilità.  
Non più Assessorato all’Istruzione e alla Cultura, ma Ministero per lo Sviluppo della Personalità.  
E poi ci sarebbero stati il Ministero dell’Economia Sostenibile, per garantire che la ricchezza consentisse di essere tale senza esternalità negative su altri settori; il Ministero della Natura e dell’Ambiente perché il rapporto fra gli uomini, gli animali e l’ambiente potesse essere mantenuto nel rispetto reciproco; il Ministero dell’Energia che si occupasse di garantire le fonti energetiche in una logica di risparmio e di non inquinamento ed, infine, il Ministero delle Comunicazioni, quale garante dei rapporti fra le persone attraverso l’utilizzo dei media nella logica anche di assicurare privatezza e libertà.  

Quella mattina del primo inverno del nuovo secolo e del terzo millennio, sotto la coltre spessa della neve, i trentini cominciarono ad alzarsi dal letto pregustando, nel tepore delle proprie case, lo spettacolo che avrebbe avuto luogo in televisione nel pomeriggio: il sorteggio dei futuri componenti dell’Assemblea che avrebbe governato il Trentino nel prossimo triennio fra i quali ciascuno degli spettatori avrebbe potuto far parte.  

Trento, 7 marzo 1998

 
 
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