Bioetica e movimenti religiosi alternativi: il caso dei Testimoni di Geova.

Premessa

Da tempo la riflessione etica si è trasferita dalle aule dei convegni e delle commissioni al capezzale del malato, che è il topos dove sorgono i dilemmi, il luogo in cui le discussioni etiche si concretizzano in decisioni che portano a particolari comportamenti. Di fronte a questi atteggiamenti, in particolare alla classe medica, si impone un esame attento degli elementi cognitivi in base ai quali il comportamento di un paziente può essere giustificato a rifiutare determinati presìdi e terapie. Come ha appropriatamente evidenziato il prof. Antonio G. Spagnolo, "chi è coinvolto nella decisione clinica ha indubbiamente una responsabilità maggiore dell’eticista accademico, in quanto la sua interrelazione personale col paziente, i suoi valori, il suo stile di ragionamento modulano in modo significativo la decisione: messe da parte le argomentazioni, è lui che deve convivere con la decisione, portarla a compimento, affrontarla in casi analoghi nel futuro". (Leadership Medica, "Bioetica clinica: l'etica al letto del paziente", n. 5/2001, p. 5).

Infatti, ogni decisione del medico va giustificata al paziente, perciò ad ogni medico si impone l’esigenza di una maggiore conoscenza dell’analisi etica dei singoli casi: i valori implicati e le conseguenze possibili. In tale ottica, primo fra tutti, si pone il problema di valutare se l’obiezione posta dal paziente a un certo trattamento medico e/o chirurgico sia espressione di una libera volontà. Tale problema diventa ancor più cogente nel caso in cui il gruppo religioso di appartenenza del paziente intervenga con propri rappresentanti a "tutela" dei diritti del paziente-affiliato. Infatti, la stretta relazione tra medico e paziente viene indebolita quando le decisioni vengono prese in un processo che coinvolge pesantemente il gruppo di appartenenza.

Libertà di coscienza?

I Testimoni di Geova sostengono di essere impegnati in una salvifica opera di testimonianza allorché bussano alla vostra porta e si offrono di ragionare con voi - attraverso la loro letteratura - sull’unico modo per ottenere la salvezza dall’imminente distruzione di questo malvagio mondo disapprovato da Dio; da perfetti estranei, essi si propongono come strumenti per la vostra salvezza eterna! Per un tale genere di persone non dovrebbe costituire un’offesa o un grave atto di violazione degli altrui diritti il fatto che un medico si offra di salvaguardare la loro integrità fisica; d’altronde la tutela della salute dei pazienti è il principale obbligo della professione medica e ogni ostacolo alla salvaguardia di tale salute dovrebbe interessare tutti i medici.

Pur rispettando la scelta religiosa di ogni credente, non si può assimilare l'obiezione dei Testimoni di Geova all'emoterapia ad una qualsiasi obiezione di coscienza. Innanzitutto, perché non di scelta si tratta, bensì di obbligo normativo: il Testimone di Geova che dovesse abbisognare di tale presidio terapeutico, si trova di fronte al dettato dell’organo ufficiale del geovismo – il quindicinale La Torre di Guardia del 15/7/1961, pp. 446-448 - che così stabilisce: "se (il Testimone di Geova) continua ad accettare trasfusioni di sangue o a donare sangue ... Quale ribelle oppositore e infedele esempio per i conservi della congregazione cristiana, egli deve essere stroncato da essa mediante la disassociazione" (parentesi aggiunte). [1]

La Torre di Guardia del 1°/8/1968, p. 479, evidenzia che vanno applicate misure disciplinari anche nei confronti dell’adepto che non si opponga ai giudici che ordinano una necessaria trasfusione (per esempio, nel caso di un minore); si noti il linguaggio adoperato: "E’ il cristiano (= Testimone di Geova) obbligato a sottoporsi a una trasfusione di sangue semplicemente perché una corte l’ordina? … si è notato che in alcuni casi in cui le corti hanno ordinato trasfusioni di sangue non c’è stata evidentemente la ferma risoluzione da parte di chi professava d’essere cristiano. Alcuni hanno indicato alla corte che, benché non autorizzassero le trasfusioni, non vi si sarebbero opposti se la corte le ordinava. … E’ questo un essere ‘con fermezza risoluti’ a ubbidire alla legge di Dio sul sangue? E’ vero che la corte ha la responsabilità di ciò che fa, se ordina il sangue; ma se il cristiano dice a un giudice che, benché egli non acconsenta alla trasfusione, non vi si opporrà se la corte l’ordinasse, in effetti egli coopera con essa nel violare la legge di Dio. … La misura in cui il cristiano resisterà alla somministrazione della trasfusione di sangue nel suo caso o nel caso di una persona a suo carico è cosa che quella persona deve decidere e che la sua congregazione deve esaminare" (parentesi aggiunte).

Quindi non c'è libertà di scelta quando una delle due alternative è la sanzione, sia essa fisica oppure no. [2] Che oggi si parli di dissociazione, anziché di disassociazione, cambia ben poco. [3]

Inoltre, ai responsabili delle sedi locali dei Testimoni di Geova, definiti "anziani", non viene chiesto di limitarsi a controllare la scrupolosa attuazione delle direttive del Movimento, [4] ma - come evidenziava una circolare geovista del 3/1/1996, riservata ai soli "anziani" - "se in qualche situazione critica il comitato sanitario vi chiede di rimanere con il paziente all’ospedale perché i medici minacciano di fargli una trasfusione, fate del vostro meglio per cooperare. Potreste dover organizzare le cose in modo che altri anziani e fratelli maturi vi assistano affinché ci sia sempre qualcuno presente fino a che il paziente migliori e la minaccia di una trasfusione sia eliminata". [5]

Riguardo al ruolo del "comitato di assistenza sanitaria", di cui si parla nella citata circolare, un manuale [6] riservato ai soli "anziani" afferma: "il comitato di assistenza sanitaria dovrebbe essere chiamato solo quando il paziente ha bisogno di un medico disposto a collaborare, quando si profila uno scontro fra medici e paziente o quando quest’ultimo è minacciato di trasfusione coatta". Tuttavia, le direttive impartite dal Movimento prevedono che se un Testimone di Geova deve affrontare un intervento chirurgico, egli dovrebbe contattare il "comitato di assistenza sanitaria", competente per territorio, non direttamente ma "mediante gli anziani della congregazione" [7] locale cui appartiene; il principio esplicito cui uniformarsi è: "non è opportuno contattare i medici o gli ospedali da soli, senza l’assistenza del Comitato sanitario" [8]. A scanso di ogni equivoco, una successiva circolare [9] esplicitava: "suggeriamo di contattare il comitato sanitario, tramite gli anziani della propria congregazione, prima di un eventuale ricovero in ospedale, sia per accertamenti diagnostici e strumentali sia per sottoporsi a veri e propri interventi chirurgici". Perché il Movimento avversa i "ricoveri autonomi" da parte degli affiliati? Le ragioni sono elencate in un’altra circolare geovista del 1°/1/1987:

"1) i fratelli trattano personalmente con i sanitari e spesso esigono ricoveri urgenti o altre prestazioni quando non è il caso di chiederle, oppure, senza una guida, si rivolgono a personale sanitario che non è favorevole e che può creare loro seri problemi;

2) spesso scelgono di dichiarare che sono Testimoni di Geova all'ultimo minuto o alla persona sbagliata rischiando di essere trasfusi e di compromettere gravemente la loro relazione con Geova. … Solo in casi eccezionali, urgenti e imprevedibili, si può concepire un ricovero senza avvisare il comitato di assistenza sanitaria."

I "comitati di assistenza sanitaria" geovisti possono apparire sotto la veste di un collettivo "eticista di parte", ma nella sostanza occorre porsi il problema se non ci si trovi di fronte ad organi che svolgono funzione di "polizia dell’etica del gruppo" e se tra le loro prerogative non vi siano il "fare indagini" e "l’impartire punizioni". Qualunque sia la decisione del paziente, il medico dovrebbe accertare che essa non sia l’effetto di una coercizione, morale o psicologica.

Per giunta, l’Organizzazione geovista attribuisce grosso rilievo a un "tesserino" (chiamato dai Testimoni "Dichiarazione di volontà relativa alle cure mediche ed esonero da responsabilità") in cui i Testimoni esprimono la volontà di non sottoporsi all'emotrasfusione (vedi figura n. 1).

Fig. 1 – Dichiarazione di volontà

Il Movimento raccomanda a tutti i Testimoni di portare con sé la "dichiarazione", quando ci si reca alle assemblee (cf. Il Ministero del Regno, maggio 1994, p.6); inoltre annualmente, di solito a gennaio, tutte le comunità geoviste italiane ricevono precise direttive dalla sede romana del Movimento riguardo a questo documento: la firma delle dichiarazioni, la controfirma dei testimoni nonché la data sono apposte sotto la supervisione degli "anziani", ciascuno dei quali riceve un elenco aggiornato dei proclamatori battezzati per assicurarsi che tutti abbiano debitamente compilato e firmato il proprio tesserino (Si veda Il Ministero del Regno, gennaio 2001, p. 2). Chi può aprioristicamente negare che in queste procedure sia insito un certo grado di coazione? Purtroppo, questi "anziani" non si limitano a controllare la scrupolosa attuazione delle direttive, ma: "molti (Testimoni), grazie all'aiuto offerto dagli anziani, sono riusciti ad evitare trasfusioni di sangue, mantenendo l'integrità. Tutto ciò è stato molto edificante e ha glorificato il nome di Geova" (Il Ministero del Regno, maggio 1994, p.6).

Inoltre, ai figli non battezzati dei Testimoni di Geova si assegna il "tesserino d’identità" riprodotto in figura n. 2.

Fig. 2 - Tesserino d’identità

In La Torre di Guardia del 15/6/1991, p. 31, troviamo la conferma di un atteggiamento da "Grande Fratello" orwelliano, che i vertici del Movimento geovista hanno assunto nei confronti degli affiliati, affinché questi ultimi siano letteralmente terrorizzati al solo pensiero di ricevere del sangue a scopo terapeutico. In questa rivista, a proposito della condotta che i genitori geovisti devono tenere con i propri figli, viene detto: "Ma noi, da parte nostra, stiamo facendo del nostro meglio per istruirli in questa faccenda essenziale [del sangue]? I genitori cristiani dovrebbero riflettere seriamente su questa domanda, poiché sembra che alcuni genitori abbiano assunto un atteggiamento sbagliato in relazione ai loro figli e al sangue. Sembra che alcuni ritengano di non avere, in realtà, molta voce in capitolo per quanto riguarda il fatto che i loro figli minorenni siano trasfusi oppure no ... alcuni genitori, sapendo che il personale sanitario potrebbe facilmente ottenere un'ordinanza del tribunale per trasfondere un minore, potrebbero pensare di avere le mani legate, di non poter o dover far nulla come genitori. Non è assolutamente così!"

Altrove (Il Ministero del Regno, settembre 1991, p. 3) il Movimento intima ai genitori adepti: "avete fatto tutti i passi ragionevoli per proteggere i vostri figli piccoli da una trasfusione di sangue? Come reagirebbero i vostri figli davanti alla prospettiva di una trasfusione? Avete discusso come famiglia cosa potreste fare per affrontare efficacemente una situazione di emergenza in cui c’è il rischio che venga praticata una trasfusione? … Se i genitori trascurano queste responsabilità, può succedere che ai figli venga praticata una trasfusione nel corso di un trattamento medico. Cosa si può fare per evitarlo? … dovete essere fermamente risoluti a rifiutare il sangue per voi e per i vostri figli" [10].

In sostanza il Direttivo geovista sta dicendo che i genitori non possono permettere che i propri figli ricevano del sangue, anche se indispensabile. Gli adepti devono agire facendo sì che, fin da piccoli, i figli subiscano un condizionamento mentale che, anche successivamente, impedisca loro di decidere autonomamente. La Torre di Guardia del 15/6/1991, pag. 18, quindi, spiega cosa fare: "... se avete figli, siete sicuri che sono d'accordo con il punto di vista biblico sulle trasfusioni e che sono in grado di spiegarlo? Credono veramente che questa è la volontà di Dio? Sono convinti che violare la legge di Dio sarebbe così grave da poter mettere a repentaglio le prospettive di vita eterna di un cristiano? I genitori saggi esamineranno queste cose con i figli, siano essi giovanissimi o quasi adulti. I genitori possono ipotizzare situazioni in cui ciascun giovane deve rispondere a domande che gli potrebbero essere fatte da un giudice o da un funzionario ospedaliero."

D’altra parte, già La Torre di Guardia del 1°/6/1968, p. 337, affermava: "I padri cristiani sono obbligati a insegnare questa legge e a farla rispettare per quanto riguarda i figli minorenni, poiché secondo la legge di Dio i padri sono i guardiani spirituali e religiosi come pure i custodi domestici e paterni dei figli minorenni ... Si sforzano di impedire ai loro figli di violare la legge che Dio diede a Noè e anche il decreto del concilio di Gerusalemme. Giustamente cercano di proteggere i loro figli affinché non prendano entro di sé sangue estraneo".

É evidente che a un genitore Testimone è categoricamente ordinato di fare di tutto per impedire al figlio minore di assumere in alcun modo sangue. Per loro non è una scelta, un fatto di coscienza, è piuttosto un obbligo, come dice chiaramente la rivista.

Chi legge queste informazioni si rende conto del loro reale significato? Si sta ordinando ai genitori di tenere con i propri figli dei corsi di addestramento affinché siano capaci, in condizioni di estrema pressione emotiva, di far credere alle autorità - medici e/o magistrati - di essere autonomi in una scelta dalla quale dipende la loro vita. E per imparare bene la lezione devono essere perfino fatte delle prove, come in un teatro, "ipotizzando situazioni in cui ciascun giovane deve rispondere a domande"[11].

Inoltre, La Torre di Guardia del 15/6/1991, p. 31, incoraggiando i Testimoni a violare le ordinanze della Magistratura, afferma: "se sembrasse probabile che un tribunale autorizzi una trasfusione, un cristiano potrebbe scegliere di non rendersi reperibile per tale violazione della legge di Dio". E, come attestano le cronache nazionali ed internazionali, purtroppo questo "consiglio" è stato ripetutamente applicato da diversi Testimoni di Geova. Anche il periodico geovista Svegliatevi! del 22/10/1989 narra un'esperienza del genere accaduta a una famiglia americana la cui figlioletta aveva estremo bisogno di una emotrasfusione. Un'infermiera dell'ospedale, di fede geovista, violando le norme della deontologia professionale [12], non appena seppe che i medici si stavano accingendo all'intervento trasfusionale urgente (poiché la bambina aveva un ittero gravissimo), telefonò di nascosto ai genitori informandoli del fatto. I genitori narrano: "... gettammo letteralmente alcune cose in una valigia, mettemmo un po' di roba da mangiare e altre cose in sacchetti della spesa e ci precipitammo verso l'automobile ... Un quarto d'ora più tardi giunsero a casa nostra una macchina e un'ambulanza con i lampeggiatori accesi. Cinque funzionari del dipartimento della Sanità e dei Servizi Riabilitativi della Florida bussarono alla porta. Mia madre si alzò dal letto, andò con calma ad aprire e disse semplicemente che la bambina e i suoi genitori non c'erano." [13]

Addirittura, con la circolare geovista dell'1/12/1981 si affrontavano gli aspetti sanitari e quelli legali della questione della sottrazione dei minori alle emoterapie indispensabili; l'aspetto più agghiacciante veniva esaminato alla fine di detta circolare, nel foglio di consigli di contenuto riservato, in cui si arrivava addirittura a consigliare agli "anziani" di proporre alcuni "suggerimenti" ai genitori Testimoni di bambini talassemici o leucemici per precostituirsi delle vere e proprie prove in caso d'imputazione ex art. 591 c.p., ovvero nel caso in cui "il figlio morrà per mancata trasfusione".

In definitiva, sull’emoterapia l’Organizzazione geovista "impone" l’esercizio dell’obiezione di coscienza ai propri affiliati che, se non fosse per la paura dell’espulsione, risolverebbero il conflitto interiore tra la norma giuridica ed il precetto confessionale diversamente da come richiede il Movimento. Infatti è spesso accaduto che, venuto meno il veto dei vertici dottrinali geovisti, i singoli Testimoni si sono di buon grado sottoposti a trattamenti sanitari prima vietati (come nel caso dei trapianti d’organoPer approfondire...e delle vaccinazioni Per approfondire...). Questo dimostra che per i Testimoni di Geova l’obiezione all’emoterapia non è libera determinazione dell’individuo, ma atto obbligato e indispensabile per conservare l’appartenenza al gruppo; da mezzo di valorizzazione della personalità umana si trasforma in strumento di difesa integralistica dell’identità del gruppo geovista, che viene a sovrapporsi anche alle leggi dello Stato.

I singoli Testimoni di Geova dovrebbero essere liberi di esprimere il loro consenso informato su un trattamento medico senza controlli e minacce di sanzioni da parte del gruppo, con conseguente timore di subire un ostracismo generalizzato da parte del gruppo e dei familiari ed amici ad esso aderenti [14]. Probabilmente, il miglior suggerimento da dare ai medici che hanno in cura Testimoni di Geova ai quali occorre praticare emoterapie è quello di invitarli a tenere contatti diretti con questi pazienti, senza tenere in considerazione l’interfaccia costituita dai "comitati di assistenza sanitaria", espressione concreta delle direttive del Movimento. Va da sé che ciascun caso va esaminato e trattato individualmente, al fine di comprendere veramente le convinzioni del paziente e la profondità di attecchimento dell’ideologia geovista, senza ingombranti e condizionanti ingerenze esterne [15].

Se interpellaste un esponente del Movimento geovista, questi affermerebbe che ogni Testimone è "libero di scegliere" se sottoporsi a emoterapie. Ma una siffatta risposta costituirebbe un vero e proprio stratagemma linguistico per il fatto che ai Testimoni di Geova viene attualmente consentito di accettare solo alcuni emoderivati autorizzati dal Movimento. Pertanto, la libertà di cui parlano i Testimoni è quella che riguarda la disponibilità ad accettare le conseguenze della propria scelta, compreso l’ostracismo derivante dall’esclusione dal gruppo. Seguendo questa stessa logica, potremmo affermare che una persona è libera di disobbedire alle leggi di una nazione, purché sia disposta a pagare le conseguenze di questa sua scelta!

Una Testimone di Geova, aderente all’AJWRB [16], ha riassunto la situazione con queste parole: "In cosa consiste, poi, la libera volontà o libertà di scelta? Se un rapinatore mi punta una pistola alla testa e pretende che gli dia il mio denaro, si può dire che io sia libera di esercitare una scelta in quella circostanza? In realtà io non voglio dargli il mio denaro, ma non desidero neppure morire. C’è ben poco da scegliere, non vi pare? . . . il potere esercitato dall’Organizzazione sui Testimoni di Geova è dello stesso genere .... In caso di necessità di certi derivati ematici, la scelta è tra il morire o l’essere espulsi per aver dato ascolto alla propria coscienza. A differenza del caso del rapinatore, non è a rischio il mio portafoglio, ma la mia pace mentale."

Domande indagatrici

Per comprendere fino a che punto un Testimone di Geova abbia una precisa comprensione delle implicazioni connesse al veto sull’emoterapia, dettato dal Movimento, è stata preparata una serie di domande da rivolgergli. Probabilmente, anche medici e magistrati potranno valersi di questo strumento di indagine per comprendere fino a che punto la posizione assunta dall’affiliato sia frutto di una libera scelta dettata dalla propria coscienza. Per ciascuna domanda viene proposto un commento contenente spunti di riflessione utili per incoraggiare il Testimone ad effettuare una valutazione autonoma. Non è improbabile che, con l’ausilio delle argomentazioni che seguono, si possa scoprire come un gran numero di Testimoni di Geova non sia adeguatamente informato così da prendere una decisione veramente autonoma sulle emoterapie. Eppure, purtroppo, questi stessi Testimoni sono pronti a sacrificare la propria esistenza o la vita dei propri figli pur di sostenere una direttiva incoerente, che è stata frequentemente modificata e che, è auspicabile, potrebbe essere revocata da un giorno all’altro, com’è già accaduto nel caso dei bandi geovisti su vaccinazioni, trapianti d’organo e diversi trattamenti con componenti ematici.

 

A queste domande il Testimone di Geova risponderà citando alcuni brani biblici (Genesi 9, 3.4; Levitico 17, 11; Atti 15, 28.29; 21, 25). Di fronte a un così preciso riferimento a fonti scritturistiche, sarà opportuno evidenziare che i versi citati, relativi all’ "assumere sangue", si riferiscono al mangiarlo o al berlo, per poi chiedere al Testimone: Quale verso biblico consente di includere una trasfusione di sangue nel divieto di "mangiarne"?

La questione è: stabilire se una emotrasfusione equivalga a "mangiare sangue". E’ evidente che una trasfusione non corrisponde a un pasto, piuttosto il trattamento trasfusionale corrisponde a un trapianto di tessuto o di organo [18]. Quale potere nutritivo avrebbe un’alimentazione a base di sangue? Il sangue trasfuso, così come un rene o un fegato trapiantato, non viene usato dal corpo come mero alimento. Eppure il Movimento geovista si sforza di convincere gli adepti che una emotrasfusione equivalga ad alimentazione per via venosa. Infatti, in un noto manuale di indottrinamento geovista (La verità che conduce alla vita eterna, Roma 1990, p. 167) è scritto: "Alcune persone possono ragionare che ricevere una trasfusione di sangue in effetti non significhi ‘mangiare’. Ma non è forse vero che quando il paziente non può mangiare per bocca, i medici spesso lo alimentano con lo stesso metodo secondo cui si somministra la trasfusione di sangue? … Se un medico vi dicesse di astenervi dall’alcool, significherebbe ciò semplicemente che non dovreste prenderlo per bocca ma che lo potreste trasfondere direttamente nelle vostre vene? Naturalmente no! E così, 'astenersi dal sangue' significa non immetterlo affatto nel nostro corpo" [19].

Innanzitutto, è azzardato stabilire un’analogia tra il sangue e sostanze, come il destrosio, usate direttamente dal corpo come nutrienti senza la necessità di essere da esso digerite [20]. Inoltre, fare un paragone tra alcol e sangue è del tutto fuorviante: si tratta di fluidi decisamente diversi tra loro. L’alcol si trova in una forma che è direttamente assorbibile dall’organismo come alimento, invece il sangue - una volta trasfuso - non viene digerito o utilizzato come cibo; il sangue resta lo stesso tessuto fluido con le sue funzioni e strutture. Inoltre, per usare la stessa metafora citata dalla fonte geovista, la prescrizione del medico di "astenersi dall’alcool" imporrebbe al paziente di non far uso di uno sciroppo antitosse, di un colluttorio, di un dopobarba o di una soluzione antisettica perché contenenti alcol?

E ancora, se a un paziente viene prescritto di non "mangiare carne", verrebbe violata tale prescrizione, allorché lo si sottoponesse a un trapianto d’organo (fegato, cuore, rene…)?

Per adoperare il sangue come alimento, esso dovrebbe essere mangiato: dovrebbe passare per l’apparato digerente (bocca, stomaco, intestino ecc.), essere metabolizzato, cessando quindi di svolgere quelle funzioni vitali per le quali, invece, viene trasfuso; d’altronde, avete mai visto un medico prescrivere il sangue come alimento per ristabilire un paziente malnutrito?

La speciosità dell’argomentazione geovista si evidenzia meglio ricorrendo ad un’illustrazione. Considerate due soggetti, incapaci di alimentarsi da soli e per questo ricoverati in ospedale; uno di loro viene solo trasfuso, l’altro viene alimentato per via intravenosa. Quale dei due riceve nutrimento? E’ chiaro che non si prescrive una trasfusione per far fronte ad un caso di malnutrizione, mentre l’emoterapia è necessaria per sostituire qualcosa che il corpo del paziente ha perso, ad esempio le emazie necessarie per la funzione di trasporto di ossigeno ai tessuti. Pertanto, dal punto di vista medico, non ha senso tentare di stabilire un’equivalenza tra l’emoterapia e il sostentamento con il sangue, o un’alimentazione a base di sangue.

E’ appena il caso di evidenziare che la Bibbia non distingue i componenti ematici in principali e secondari, il che dimostra quanto sia arbitraria la posizione dei vertici geovisti: spesso i Testimoni di Geova non capiscono le sottili distinzioni che consentono l'assunzione di certe frazioni di sangue, mentre vietano quella di altre.

Uno degli aspetti più problematici connessi al rifiuto delle emoterapie da parte dei Testimoni di Geova è dato dal fatto che essi accettano terapie a base di immunoglobuline, fattori coagulanti, albumina, ecc., ma oppongono un netto rifiuto ad assumere tutte insieme queste stesse sostanze come componenti del plasma. In base a quale logica a un Testimone è consentito di assumere separatamente ciascun componente del plasma, ma gli è vietato di assumere il plasma nella sua interezza? Forse la causa del divieto risiede nel 90% di acqua di cui è composto il plasma? Eppure quest’acqua è la parte meno "stabile" del plasma, perché essa è facilmente scambiabile con quella presente nelle cellule e nei fluidi corporei extracellulari!

La motivazione di questa incongruenza è così spiegata nella letteratura del Movimento: "È significativo il fatto che il sistema circolatorio della donna incinta è separato da quello del feto; spesso madre e bambino hanno gruppi sanguigni diversi. Il sangue della madre non passa al feto. La parte corpuscolata (cellulare) del sangue materno non attraversa la barriera placentare così da entrare nel sangue del feto, né l’attraversa il plasma in quanto tale. Infatti, se per qualche lesione il sangue della madre e quello del feto si mischiano, si possono sviluppare in seguito problemi di salute (incompatibilità Rh o ABO). Ciò nonostante, alcune sostanze contenute nel plasma passano nel sistema circolatorio del feto. È così anche per le proteine del plasma, come le immunoglobuline e l’albumina? Sì, per alcune di esse è così. Nella donna incinta vi è un meccanismo attivo in virtù del quale alcune immunoglobuline passano dal sangue della madre a quello del nascituro. Visto che in tutte le gravidanze vi è questo naturale flusso di anticorpi al feto, i bambini nascono con un certo grado di immunità nei confronti di determinate infezioni. Un discorso analogo vale per l’albumina, che i medici possono prescrivere nel trattamento dello shock o in altre situazioni. Ricerche mediche hanno dimostrato che l’albumina del plasma viene trasportata anch’essa dalla madre al feto attraverso la placenta, anche se in maniera meno efficiente. Il fatto che alcune frazioni proteiche del plasma passino naturalmente nel sistema circolatorio di un altro individuo (il feto) può essere un altro elemento da prendere in considerazione quando un cristiano decide se accettare o no iniezioni di immunoglobuline, di albumina o di analoghe frazioni del plasma."(La Torre di Guardia del 1°/6/1990, p. 31).

Quindi, il "passaggio naturale" di alcune frazioni del plasma attraverso la barriera placentare viene considerato dai vertici come una valida base per non estendere il divieto a queste frazioni plasmatiche! Perciò - penserà il Testimone - se Dio permette naturalmente l’uso di queste frazioni, perché vietarle?

La presenza di frazioni ematiche fetali nel sistema circolatorio della madre è un fatto scientificamente stabilito da alcuni decenni [21]; tale conoscenza era già una precisa acquisizione scientifica prima del 1990 (anno di pubblicazione del citato articolo di La Torre di Guardia) [22]. Gli stessi vertici geovisti ne erano a conoscenza fin dal 1961, allorquando scrivevano: "Mentre non c’è nessuna immissione diretta di sangue fra madre e il feto, ciò nondimeno del sangue si trasferisce per osmosi dalla madre al bambino attraverso la placenta" (Sangue, medicina e la legge di Dio, cit., p. 26) . Perché, allora, nonostante questa conoscenza, per tanti anni La Torre di Guardia ha insegnato che "è errato sia prendere una trasfusione di sangue che, in sua vece, l’infusione di qualche frazione del sangue per sostenere la propria vita"? (Cf. edizione del 1°/6/1962, p. 351)

In base agli studi effettuati [23] e adottando lo stesso criterio proposto dai vertici geovisti, si può concludere che Dio non obietta neppure alle trasfusioni di componenti ematici principali!

Come può il geovismo continuare a ignorare questi fatti ed insistere nell’indurre gli adepti ad adeguarsi a una norma che troppo spesso si concretizza in decessi peraltro facilmente evitabili, se si ricorresse a emoterapie?

Per quanto riguarda i leucociti, ce ne sono più all’esterno del torrente sanguigno che al suo interno: solo il 2-3% d’essi si trovano nel sangue; perciò un Testimone che accetti un trapianto d’organo, assumerà più leucociti di quelli che riceverebbe attraverso una trasfusione di sangue. Pertanto, il veto sui globuli bianchi appare privo di significato.

Per giunta, si sa che - a parità di volume - il latte materno contiene leucociti in misura da 5 a 12 volte maggiore di quelli contenuti nel sangue; pertanto un neonato riceve più leucociti dal latte materno che da quelli che potrebbe ottenere attraverso una trasfusione. Questa circostanza si realizza anche nel caso del latte vaccino; perciò ogni volta che un Testimone di Geova beve del latte, assume una quantità di leucociti proibiti maggiore di quella che ricaverebbe da una trasfusione di sangue! Ciò vanifica, di fatto, il divieto geovista, rendendolo incomprensibile.

I Testimoni emofilici accettano il fattore VIII e dipendono dalla sua assunzione per vivere. Sanno questi sfortunati Testimoni che le dosi di fattore VIII, necessarie a sostenerli per la normale durata di una vita, vengono estratte da un quantità di sangue che si aggira sui 100.000 litri? [24] Con ciò si evidenzia l'incoerenza della posizione geovista sull'uso degli emoderivati laddove la rivista geovista Svegliatevi! del 22/12/1972 attestava che "quelli che danno ascolto a tale comando (di astenersi dall’emoterapia) ... possono ben risparmiarsi molte angosce a causa dei rischi connessi alle trasfusioni di sangue".

I Testimoni di Geova sono indotti dai loro vertici dottrinali ad assumere atteggiamenti incoerenti, come nella circostanza in cui rifiutano una trasfusione di sangue, che salverebbe loro la vita, e accettano invece di prendere il sangue di 2.500 donatori, contenuto in una sola dose di fattore VIII antiemofilico per fermare un'emorragia. Va detto, quindi, che anche i Testimoni di Geova corrono il rischio di contrarre l'AIDS da sangue contaminato e da emoderivati non vietati dal Movimento e che essi, in effetti, assumono all’occorrenza. Infatti, il Direttivo geovista permette agli adepti di ricevere derivati dal sangue come il fattore VIII (per gli emofilici), la globulina Rh immune (per le donne incinte con l'incompatibilità Rh), l'albumina (antishock), e varî sieri tratti dal sangue (antitossine) per combattere certe malattie. Perciò, col tempo, i vertici dell’Organizzazione hanno dovuto ammettere che i Testimoni che assumono tali componenti del sangue devono essere "disposti o meno ad accettare eventuali rischi per la salute che derivano dall'iniettare un preparato che deriva dal sangue altrui" (La Torre di Guardia del 1°/6/1990, pp. 30-31).

A tutto ciò si aggiunge un problema etico: siccome molti Testimoni di Geova accetteranno trasfusioni di frazioni di sangue non più vietate dal Movimento, facendo così crescere la domanda di sangue, c’è da rilevare come sia moralmente discutibile una direttiva che consente a oltre 6 milioni di Testimoni di Geova di fruire di donazioni di sangue senza che ad alcuno di loro possa essere consentito di donarlo!

Perché il Movimento vieta l’autotrasfusione?

Prima di un intervento chirurgico di elezione, di solito, si prelevano alcune unità di sangue intero del paziente per conservarle oppure per separare, congelare e conservare i globuli rossi. In seguito, se durante o dopo l’intervento il paziente ha bisogno di sangue, gli si può reinfondere il suo stesso sangue conservato. Le attuali preoccupazioni per le malattie trasmesse dal sangue hanno reso comune questo uso del sangue autologo. Tuttavia, il Movimento geovista non autorizza questa metodica. Visto che il comando di "astenersi dal sangue" non può riguardare il proprio, su quali basi si fonda questo divieto?

Notate il bizantinismo espresso in La Torre di Guardia del 1°/3/1989, p. 30: "Ma che dire delle diverse metodiche che prevedono l’uso di sangue autologo? Alcune di queste metodiche non sono accettabili per i cristiani in quanto sono chiaramente in conflitto con la Bibbia … Secondo il Datore della vita, l’unico modo lecito di usare il sangue era quello di offrirlo in sacrificio … Anche se i cristiani non sono sotto la Legge mosaica, la Bibbia dice che è ‘necessario’ che ci si ‘astenga dal sangue’, considerandolo sacro. (Atti 15:28, 29) … Sotto la Legge, cosa bisognava fare del sangue, se non lo si usava in sacrificio? … il sangue non andava usato per altri scopi, alimentari o non. Se veniva tolto a una creatura e non veniva usato in sacrificio doveva essere versato sullo sgabello dei piedi di Geova, la terra. … Questo chiaramente esclude uno dei comuni impieghi del sangue autologo: prelevare e conservare parte del sangue del paziente prima dell’intervento per reinfonderglielo in seguito. … Tuttavia, i testimoni di Geova NON accettano questa metodica. Da molto tempo abbiamo compreso che tale sangue conservato di certo non fa più parte della persona. È stato asportato completamente da essa, per cui va eliminato in armonia con la Legge di Dio: "Devi versarlo sul suolo come acqua"" [25].

E’, quindi, evidente che la motivazione posta a base del rifiuto di sottoporsi a trasfusioni autologhe è il richiamo alla legge mosaica che prescriveva il versamento al suolo del sangue animale. Questa proibizione è assolutamente insensata, se si considera che occorre lo stoccaggio di enormi quantitativi di sangue altrui per ottenere la gran parte degli emoderivati cui fanno ricorso gli stessi Testimoni. Perché, allora, i Testimoni di Geova non obiettano alla conservazione del sangue altrui, necessario per ricavare gli emoderivati cui fanno ricorso, mentre si rifiutano di conservare una parte del proprio sangue per uso personale?

La situazione descritta ci impone la proposizione di drammatici quesiti:

Un fatto è evidente: non è la Bibbia, ma il Corpo Direttivo mondiale che stabilisce fin dove il Testimone può spingersi nel tutelare il diritto alla vita. Appartiene a quel supremo consesso dottrinale geovista, infatti, questa dichiarazione, tratta da una lettera della filiale romana del Movimento [26]: "Perché allora chi si fa trasfondere per esempio un concentrato di emazie può essere disassociato mentre chi si fa praticare un siero antivipera no? Perché attualmente il Corpo Direttivo ritiene di potersi assumere la responsabilità di intervenire nei confronti di chi accetta una trasfusione di sangue in toto o di qualcuno dei principali ed immediati componenti del sangue, mentre non ritiene di dover intervenire nei confronti di chi si limita a prendere una frazione di una frazione."

Storia del mutevole divieto sull’emoterapia

Da quattro decenni è stato codificato il veto geovista contro l’uso del sangue per scopi terapeutici; infatti La Torre di Guardia del 15/7/1961, pp. 446-448, così legiferava: "se (il Testimone di Geova) continua ad accettare trasfusioni di sangue o a donare sangue ... Quale ribelle oppositore e infedele esempio per i conservi della congregazione cristiana, egli deve essere stroncato da essa mediante la disassociazione" (parentesi aggiunte).

All’epoca il divieto si estendeva anche agli emoderivati oltre che al sangue intero, come conferma La Torre di Guardia del 1°/3/1962, p. 143: "si tratti di sangue intero o di frazioni di sangue, sia il sangue stato preso dal proprio corpo o da quello di un altro, se è somministrato mediante trasfusione o iniezione, la legge divina ha vigore. Dio non ha dato all’uomo il sangue perché ne faccia uso come fa uso di altre sostanze; egli esige rispetto per la santità del sangue" [27].

Col tempo i vertici geovisti hanno ulteriormente precisato il contenuto di questo generale divieto iniziale, com’è illustrato nel prospetto seguente.

Oggetto del divieto

fonte geovista

Pietanze con il sangue come ingrediente

La Torre di Guardia del 1°/3/1962

Carne di animali soffocati (non dissanguati)

Ivi

Alimenti per la cui preparazione vengono utilizzati sangue o emoderivati: paté, sanguinacci, wuerstel, insaccati, scatolame, pasta e pane con "farina secca di plasma", tonici e compresse contenenti emoglobina

Ivi

Pesci e insetti non debitamente dissanguati

La Torre di Guardia del 15/7/1962

Gli animali domestici non vanno trasfusi né alimentati con cibo a base di emoderivati

La Torre di Guardia del 15/10/1964

Fattori coagulanti per la cura dell’emofilia [28]

Svegliatevi! dell’8/8/1975

Uso delle sanguisughe per scopi terapeutici

La Torre di Guardia del 15/11/1982

Fertilizzanti e concimi contenenti sangue, "prodotti la cui etichetta indica la presenza di sangue, plasma sanguigno, plasma, globina (o globulina), o ferro ricavato dall’emoglobina (o dalla globina)"

La Torre di Guardia del 15/10/1992

Si tenga presente che negli anni 1950-1960 era alquanto comune, nelle terapie mediche, ricorrere alle trasfusioni di sangue intero; attualmente si fa ricorso al criterio di trasfondere al paziente solo la frazione ematica di cui abbisogna. Anche per questa ragione l’attenzione dei vertici del geovismo si è trasferita al problema di individuare, di volta in volta, gli emoderivati accettabili e quelli vietati.

Infatti, col tempo, il veto espresso su alcune frazioni ematiche dal Movimento è stato revocato senza alcuna dettagliata argomentazione che permettesse agli affiliati di comprendere le ragioni di scelte che, per anni, hanno causato sofferenze e morte a non pochi affiliati. I continui ripensamenti del Direttivo geovista sulla portata del divieto dell’emoterapia hanno causato non poca confusione nelle menti dei fedeli adepti, perciò con La Torre di Guardia del 15/6/2000 si è cercato di mettere ordine in una questione decisamente problematica con un ulteriore cambiamento di rotta. Infatti, ora, "i Testimoni di Geova sostengono che accettare sangue intero o uno qualsiasi di questi quattro componenti principali del sangue [29] (= globuli rossi, globuli bianchi, piastrine, plasma) va contro la legge di Dio"; mentre il veto non si estende più alle frazioni derivate da questi quattro componenti principali (interferoni, interleuchine, emoglobina …), il cui uso è ora lasciato alla coscienza degli adepti. Questa concessione apre la strada all’uso di nuovi rimedi per far fronte alle emergenze, come l’Hemopure®, emoglobina stabilizzata proveniente da sangue bovino, adoperata per trasportare ossigeno ed espandere la massa sanguigna; a proposito di questo prodotto, l’attuale Ministro della salute - l’ematologo prof. Girolamo Sirchia - ha affermato: "è un sostituto temporaneo che non risolve il grande problema delle trasfusioni, ma rappresenta un importante progresso"[30].

Si noti che in un recente passato il Testimone che avesse assunto consapevolmente tali frazioni, sarebbe stato espulso dal Movimento divenendo oggetto di un totale ostracismo da parte di familiari e amici affiliati al gruppo. Non pochi Testimoni hanno criticato questa politica di "piccoli passi" concessivi sulla strada della definitiva eliminazione del veto sull’emoterapia; costoro si chiedono: Tenuto conto dei continui cambiamenti finora intervenuti riguardo all’oggetto del veto sull’emoterapia, è possibile che le frazioni ematiche attualmente vietate, diverranno accettabili nel giro di qualche anno; perciò, come possiamo essere certi che la posizione assunta dal Direttivo rappresenti correttamente la volontà di Dio sull’argomento? E vale la pena di mettere a repentaglio la vita per una questione così controversa?

Sembra quasi che il Direttivo geovista preferisca un graduale abbandono del veto (possibilmente in sordina, grazie ai successi della ricerca medica, che gradualmente dovrebbero rendere privo di effetti concretamente nocivi la parte residuale del divieto), rispetto ad un esplicito e radicale abbandono dell’irragionevole direttiva, responsabile di innumerevoli lutti, con i connessi rischi legali per le rivendicazioni da parte delle numerose vittime.

L’anno 2000 ha registrato anche un ulteriore cambiamento “procedurale” da parte dell’Organizzazione geovista nei confronti di chi viola il veto sul sangue. Abbiamo già menzionato il fatto che, fin dal 1961, il Movimento geovista ha applicato misure disciplinari all’affiliato che si sottoponeva volontariamente ad una terapia trasfusionale. Tuttavia, nel corso degli anni, i vertici geovisti si sono progressivamente astenuti dal sanzionare i Testimoni che accettavano alcune frazioni del sangue (come l’albumina, i fattori della coagulazione, le gammaglobuline, etc.). Ebbene dall’aprile del 2000 il movimento della Torre di Guardia non scomunica ("disassocia") più l’affiliato che si sottopone a emoterapie: il Testimone di Geova che deliberatamente accetta una trasfusione di sangue non viene più sottoposto a procedimento disciplinare da parte dei "comitati giudiziari" geovisti, ma è dichiarato "dissociato". In breve, gli enti esponenziali del geovismo assumono un ruolo ricettizio della volontà dell’affiliato senza farsi promotori di formali azioni sanzionatorie nei confronti di chi viola il tabù geovista sul sangue. Tuttavia, limitare il tutto a semplice cambiamento di procedure è decisamente insincero. Innanzitutto, va rilevato che, dal punto di vista del Movimento, ai "dissociati" viene riservato lo stesso trattamento inflitto agli espulsi: ostracismo rigoroso e drastica alterazione nei rapporti familiari. Espulsione e dissociazione, quindi, sono due facce della stessa medaglia. Allora, cosa si cela dietro questo cambiamento?

Questa modifica sembra assolvere la funzione di tattica diversiva tesa a limitare, in termini di responsabilità, il coinvolgimento del Movimento nelle drammatiche vicende causate da quel dogma funesto. Basterà ricordare che il 29 novembre 1998, nel corso di un noto programma televisivo che trattava la posizione dei Testimoni di Geova sul sangue, il Presidente della Corte Costituzionale della Colombia - dott. Vladimiro Naranjo - affermò che il diniego di una trasfusione di sangue equivale a un "omicidio di primo grado"; egli aggiunse: "La libertà religiosa non è assoluta, esistono dei limiti, una religione che attenta alle aspettative di vita di una persona non può essere legalmente riconosciuta."

E’ pure possibile che il cambiamento si proponga di parare la crescente critica di ambienti scientifici a proposito delle manifeste contraddizioni e bizantinerie legate al dogma geovista.

Altro motivo alla base del cambiamento può essere ricercato nella volontà dei vertici del Movimento di contenere le cause di frizione con l’opinione pubblica con l’inconfessato scopo di rientrare nelle cosiddette mainstream religions, conquistando credibilità dinanzi a varie nazioni europee e allontanando lo spauracchio di vedersi includere nel novero dei culti pericolosi; infatti, la pronuncia di dissociazione viene adottata anche nel caso del Testimone che accetta di svolgere il servizio di leva, proprio per evitare problemi con le Autorità. D’altronde, l’immagine del Movimento è stata recentemente offuscata dall’"incidente con la Bulgaria"[31].

Infine, non si può escludere che il dissenso interno abbia svolto un ruolo non secondario nell’indurre i vertici del Movimento geovista a deliberare questa nuova direttiva. Sia in Italia che all’estero, sono attivi gruppi di Testimoni che non condividono alcuni aspetti dell’ideologia geovista.

I rischi delle trasfusioni

Mentre i vertici del Movimento dichiarano in lungo e in largo che "la posizione assunta dai Testimoni di Geova è soprattutto religiosa; è un atteggiamento che si basa su ciò che dice la Bibbia"(I Testimoni di Geova e il problema del sangue, cit., p. 5); è alquanto sorprendente che, nella maggior parte degli scritti geovisti sul tema delle emoterapie, si ricorre diffusamente ad argomentazioni mediche per obiettare ai trattamenti sanitari a base di sangue e di emoderivati.

Di solito gli argomenti religiosi sono trattati in pochi paragrafi introduttivi, persino in pubblicazioni monotematiche [32], mentre il restante materiale contiene numerose argomentazioni relative ai pericoli dell’emoterapia. D’altronde, non è difficile trovare fonti scientifiche che esaminano i rischi connessi all’uso terapeutico del sangue, per il semplice fatto che nella medesima prassi medica le trasfusioni di sangue sono adoperate tenendo conto che il loro impiego non è del tutto esente da rischi. Dopo tutto alle emotrasfusioni si ricorre in casi in cui è a rischio la vita del paziente.

Figura n. 3 – "che il sangue sia un "farmaco salvavita" è discutibile, ma che uccida è indiscutibile".
(Citazione da p. 10 di Svegliatevi! del 22/10/1990)

Proprio attingendo ai diversi inviti alla cautela nell’uso dell’emoterapia, ricorrenti nella comunità medica internazionale, i Testimoni di Geova - mescolando sapientemente le tante posizioni espresse sull’argomento - hanno buon gioco nel creare la terrificante impressione che l’assunzione di sangue equivalga quasi a sottoporsi al "gioco" della roulette russa! [33] Ecco perché il Movimento intima ai genitori affiliati [34]: "Semplicemente non siete d’accordo sul fatto che i presunti benefìci del sangue prevalgano sui rischi e sulle sue complicazioni potenzialmente letali che esso comporta [35]… Quando un magistrato è chiamato a emettere in gran fretta un’ordinanza, spesso non tiene conto, o non gli vengono ricordati, i numerosi rischi del sangue, fra cui AIDS, epatiti e moltissimi altri pericoli. Voi potete menzionarglieli e dirgli pure che, quali genitori cristiani, considerereste l’uso del sangue di un’altra persona per cercare di sostenere la vita una grave violazione della legge di Dio e che imporre a vostro figlio una trasfusione coatta equivarrebbe a violentarlo."

Sostenere l’idea che la pratica dell’emotrasfusione equivalga a un tentato suicidio implica di credere che l’intera comunità medica - fatta di professionisti che fanno ricerche e somministrano emoterapie - sia composta da individui i quali o ignorerebbero i pericoli connessi o sarebbero così cinici che, pur conoscendoli, le praticherebbero comunque; tale concetto della classe medica non contrasta con le opinioni espresse su di essa dai vertici del Movimento, si pensi al legame dei medici con il demonio di cui hanno parlato ripetutamente le pubblicazioni del geovismo!

I vertici del Movimento si aspettano che l’affiliato li accrediti di una competenza e di un’esperienza in campo medico maggiori di quelle attribuite alla classe medica; per screditarli basterà ricordare quanto hanno sostenuto in tema di trapianti d’organo Per approfondire... e di vaccinazioni Per approfondire... . Anche riguardo a questi trattamenti medici e chirurgici si sono levate voci di allarme dalla comunità scientifica circa alcuni rischi connessi a tali interventi, eppure nessuna persona bene informata negherà l’eccezionale beneficio arrecato all’umanità da questi trattamenti.

Nel contesto della "grande contesa sulla sovranità universale", i Testimoni di Geova sono convinti che quando i medici propongono emoterapie, questi ultimi lo fanno sotto l’influenza satanica! Ciò, di per sé, giustificherebbe perché diversi studiosi e autorità governative considerano rischiosa l’adesione al Movimento geovista.

In questa sede non s’intendono sminuire gli effettivi rischi connessi alle trasfusioni di sangue: come ogni complesso trattamento medico, in certi casi l’emoterapia può essere dannosa; tuttavia, come i Testimoni di Geova hanno pubblicato numerosi articoli sui danni derivanti dall’assunzione di sangue, altrettanti articoli potrebbero essere scritti sui potenziali danni causati dagli antibiotici, dalla chirurgia toracica, dalle droghe adoperate come medicine, perfino dalla tonsillectomia, e si troverebbero più o meno credibili fonti a sostegno. Eppure nessuna persona equilibrata proporrà che questi trattamenti medici e chirurgici dovrebbero essere abbandonati, per quanto alcuni aspetti del rapporto rischi/benefici di tali trattamenti siano oggetto di serio dibattito scientifico tra gli addetti ai lavori.

Scienza e geovismo: un rapporto conflittuale

Uno sguardo alla storia del Movimento geovista consente di concludere che i vertici del gruppo hanno sistematicamente nutrito una buona dose di diffidenza nei confronti della comunità scientifica e di quella medica in particolare. La panoramica, che segue, si propone di illustrare il livello di competenza dei vertici del Movimento riguardo alla scienza e alla medicina, il che permette di comprendere l’humus nel quale si è radicato e sviluppato il veto all’emoterapia.

Joseph F. Rutherford, che fu presidente indiscusso del Movimento geovista dal 1917 al 1941, era affascinato dalle scienze e dallo sviluppo tecnologico; ma questo fascino lo indusse a conclusioni decisamente stravaganti. Non era da meno al Presidente, Clayton J. Woodworth che dal 1919 divenne il direttore del periodico The Golden Age (L’Età d’Oro, ora noto col titolo di Svegliatevi!): si è alquanto benevoli nel definire Woodworth un "picchiatello". Infatti sotto la sua direzione The Golden Age divenne un forum che ospitava le più stravaganti teorie oltre che le specialissime idee di Woodworth su medicina e salute [36]. Basterà citare la battaglia intrapresa dalla rivista di Woodworth contro le stoviglie di alluminio, additate come causa di ogni sorta di terribili malattie!

Figura n.4 - Questo disegno compariva in The Golden Age dell’8 settembre 1937, p. 773, con l’evidente scopo di illustrare che le stoviglie di alluminio provocavano cancro ed altre gravi patologie.

Inoltre, l’idea che i germi fossero la causa di tante malattie non trovava credito presso i vertici geovisti dell’epoca; infatti nella rivista citata si diceva: "la medicina trae le sue origini dalla demonologia e fino a un secolo e mezzo fa si è spesa ad esorcizzare i demoni. Nell’ultimo mezzo secolo essa ha cercato di esorcizzare i germi"(The Golden Age del 5/8/1931, p. 728)

Altro impegno della rivista diretta da Woodworth era quello di screditare la classe medica, individuando i medici come "discendenti degli sciamani, adoratori del demonio" (cf. The Golden Age del 5/8/1931, pp. 727-728) [37]. A quest’opera di discredito della classe medica e delle sue ricerce scientifiche faceva da contraltare la promozione di una teoria in base alla quale la malattia era l’effetto di "cattive vibrazioni"; e addirittura l’Organizzazione geovista commercializzò - al prezzo di 35 dollari - una speciale apparecchiatura, nota col nome di Electronic Radio Biola [38], con la quale si pretendeva di curare i malati sottoponendoli a speciali "onde radio", che avrebbero corretto le "vibrazioni".

Figura 5 - Riquadro pubblicitario dell’Electronic Radio Biola tratto da The Golden Age del 22/4/1925, p. 479

Alla luce di quanto precede, com’è possibile prendere aprioristicamente sul serio le opinioni dei vertici del Movimento su tematiche scientifiche e mediche in particolare?

Diritto all'integrità psicofisica

Una critica mossa al Movimento geovista è che esso assomiglia a una società dove viene esaltata non la libera espressione della personalità individuale, ma la supina obbedienza alle direttive dei vertici; in tale struttura non può esservi che un bassissimo grado di rispetto e di considerazione per la persona come tale e, quindi, per i valori sociali di cui la persona è portatrice.

Effettivamente, alcuni ricercatori si sono espressi in tal senso. Ad esempio, Miriam Castiglione dell’Università di Bari, qualche tempo fa osservò a proposito del movimento geovista: "La creatività e la potenzialità espressiva vengono coartate entro gli schemi di un ritualismo fisso, standardizzato, che non conoscerà mai la ricchezza espressiva di altre realtà religiose appartenenti al cristianesimo occidentale … resta la sensazione di aver toccato con mano il più rilevante esempio di coercizione psicologica e di manipolazione di massa che il protestantesimo statunitense sia riuscito a partorire nel corso della sua storia" (M. Castiglione, i I testimoni di Geova: ideologia e consenso sociale, Torino 1981, p. 65).

Per dirla con John Stuart Mill, "l’unica ragione per cui il potere si può esercitare contro un membro della società civilizzata è di prevenire che danneggi altre persone". Pertanto, appare immeritevole di tutela anche il credo religioso che, pur non imponendo istituzionalmente ai propri adepti il suicidio come mezzo diretto di ascesi, tuttavia lo prevede come conseguenza indiretta e ineluttabile di pratiche o divieti manifestamente ingiustificati, bizzarri e futili. Del resto, il divieto geovista delle emoterapie è assai poco giustificabile sotto l'aspetto della serietà se si considera che, mentre da un lato non si consente l'uso del sangue per finalità terapeutiche dall'altro si ammette l'uso alimentare della carne con la disinvolta giustificazione che essa, dopo la macellazione, ha perduto gran parte del sangue che conteneva. Appare sufficientemente chiaro, a questo punto, quale possa essere il gradiente di credibilità di chi vieta l’emotrasfusione fino all'estremo sacrificio e consente il trionfale ingresso della "fettina" sulla tavola dei propri adepti e in che misura soprattutto, in tal modo, si attui il rispetto per la persona umana.

Il dettato dell’art. 32 della nostra Costituzione, nato dall’esigenza di evitare illecite interferenze da parte dei pubblici poteri nella sfera del singolo, è stato talvolta interpretato come una sorta di "magna charta" degli autolesionisti e dei suicidi. Si rileva che il rispetto della persona umana costituisce un limite all'esercizio di qualsiasi diritto o potere e, quindi, l'insuperabile parametro di legittimità dell'esercizio, non solo del potere statuale, ma anche dell'autodeterminazione del singolo. Spetta al legislatore il potere di valutare i principi delle varie confessioni religiose ai fini del loro riconoscimento giuridico; comunque è pacifico che il cittadino non gode di una sorta di libertà illimitata e incontrollabile nel perseguire l'osservanza del proprio credo religioso (o politico), che è costituzionalmente garantito solo nell'ipotesi in cui non interferisca, all'esterno, con diritti aventi pari dignità costituzionale e non si risolva, all'interno, in uno svilimento della stessa persona umana che lo propugna.

Stranieri in Patria!

I Testimoni si considerano "ambasciatori di una nazione straniera" (il loro "Regno di Dio"), ma poiché nella prassi quotidiana il "Regno di Dio" coincide con la teocrazia di Brooklyn e le sue ferree leggi, talvolta conflittuali con quelle delle nazioni in cui operano i suoi "ambasciatori", ciò che il Testimone italiano richiede al suo Stato è il riconoscimento della sua qualifica di "ambasciatore" come "cittadino di uno stato straniero", stato col quale l'Italia non ha ... relazioni diplomatiche!

Serio rischio, connesso all'adesione a questo tipo di ideologia è costituito dalla possibilità che gli adepti siano chiamati a violare il segreto professionale nel "superiore" interesse dell'Organizzazione. Partiamo da un caso concreto, pubblicato dal periodico americano Medical Economics, relativo al dott. G.L. Bullock di Plano, nel Texas [39]. Il dott. Bullock narra che presso il suo studio lavorava da anni una giovane Testimone di Geova, amica di famiglia. Egli descrive questa donna, "Toni" (nome fittizio), come una buona lavoratrice e una persona allegra. Tutto andò bene fino a quando un'altra Testimone (che egli chiama "Linda" e che era conosciuta da "Toni") venne nel suo studio per una visita. La paziente confidò al dottore d'essere stata violentata da diversi uomini dopo essere andata in un bar di Houston, nel Texas, e di aver contratto la gonorrea. Si era fatta visitare da un altro medico e adesso desiderava sottoporsi a degli esami per accertarsi d'essere definitivamente guarita. Poche settimane dopo il medico ricevette una telefonata da questa paziente che, adirata, lo informava di essere stata espulsa dall'Organizzazione geovista e persino allontanata dalla sua famiglia. Minacciava di citarlo in tribunale, dicendosi certa che fosse stata Toni a dare agli "anziani" locali le informazioni relative al suo caso, sottraendole dall'archivio dell'ufficio del dott. Bullock. Quest'ultimo racconta: "Il mio contratto di lavoro con il personale specifica chiaramente che l'impiegato che viene meno al dovere della riservatezza nei confronti dei pazienti in cura viene immediatamente licenziato. Quando interrogai Toni, fui ancor di più sconcertato dalla sua franca ammissione che era stata proprio lei ad aver parlato. Mi spiegò infatti che nella sua religione ogni membro è tenuto a riferire agli anziani della chiesa le altrui violazioni degli insegnamenti e della disciplina".

Si può notare che, nelle sue riflessioni sulla lealtà, Toni non pensò minimamente al fatto di avere degli obblighi nei confronti del suo datore di lavoro. Il racconto del dott. Bullock continua: "Ciò nonostante, trovai quasi incredibile la storia della delazione fatta da Linda. Tutti i Testimoni che conoscevo mi sembravano persone così perbene. Non riuscivo a credere che la loro religione esigesse d'essere così pettegoli e così disumani nei confronti degli apostati. Telefonai a uno dei principali anziani della chiesa, con il quale eravamo amici sin dalle scuole superiori. Egli mi confermò che era tutto vero. Mi spiegò che gli anziani della chiesa non avevano nemmeno indagato sulla veridicità o meno della storia di stupro narrata da Linda. Per loro era sufficiente che lei fosse andata dove non avrebbe dovuto andare e avesse fatto qualcosa che non avrebbe dovuto fare, contraendo una malattia che non avrebbe dovuto contrarre. Perciò, doveva essere punita con la ‘disassociazione’, che avrebbe potuto evitare soltanto se avesse convinto gli anziani del suo sincero pentimento. La chiesa aveva anche disposto che fosse allontanata da casa fino a che non sarebbe stata trovata degna di perdono." Su consiglio del suo legale, il dott. Bullock ritenne necessario licenziare Toni.

La condotta di Toni trova la sua giustificazione nel diktat di La Torre di Guardia del 1°/9/1987, p. 13, che recita: "Possono quindi esserci delle circostanze in cui anche un cristiano è tenuto a portare un fatto all'attenzione degli anziani. É vero che in molti paesi è illegale rivelare a persone non autorizzate il contenuto di registrazioni private. Ma se un cristiano, dopo aver considerato la cosa in preghiera, ritiene di trovarsi in una situazione in cui la legge di Dio, nonostante ciò che dicono le autorità inferiori, gli impone di riferire ciò che sa, allora questa è una responsabilità che egli accetta dinanzi a Geova ... Tutti quelli che entrano a far parte della congregazione cristiana si sottopongono al 'giuramento' di mantenere pura la congregazione, sia con le loro azioni personali che aiutando altri a rimanere puri."

Nella stessa rivista, con l'articolo "Un tempo per parlare, quando?" (pp. 12-15), si richiede al Testimone di Geova infermiere di rivelare all'"anziano" di congregazione quanto è venuto a conoscere dalle cartelle cliniche circa "fratelli" Testimoni i quali non vogliono confessare all'"anziano" un eventuale aborto o una emoterapia subita in ospedale, anche "valicando il limite di riservatezza imposto dalle norme". Quindi, i Testimoni fondano tale loro comportamento, che richiede di informare gli "anziani" delle infrazioni dei loro conservi anche a costo di violare la riservatezza d'ufficio e i codici di deontologia professionale, sulle disposizioni di La Torre di Guardia che, nell'edizione del 15/7/1994, p. 23, esplicitamente legifera: "i peccati gravi che riguardano la purezza della congregazione devono essere riferiti agli anziani cristiani".

Tra i Testimoni di Geova l'istituzionalizzazione della violazione del segreto professionale ha raggiunto un livello tale che dagli Stati Uniti apprendiamo una notizia, a dir poco, sconcertante: i pochissimi terapeuti di fede geovista fanno redigere ai propri pazienti correligionari una dichiarazione liberatoria [40] prima di iniziare la terapia, con la quale si autorizza preventivamente la violazione del segreto professionale. Infatti, se durante la cura, il paziente dovesse rivelare al terapeuta di aver commesso azioni vietate dal codice geovista e tenute segrete fino a quel momento, lo specialista sarebbe autorizzato - in base alla dichiarazione sottoscritta in precedenza - a rivelare ai responsabili della comunità geovista, cui appartiene il paziente, le trasgressioni rivelate in corso di terapia. Per giunta, se a seguito di tale denuncia del consulente, il paziente fosse espulso dall'Organizzazione, con la citata dichiarazione le parti (il terapeuta ed il paziente) s'impegnano a troncare la terapia in atto.

Nel novembre del 1994 il Consiglio Superiore della Magistratura non ha ammesso un candidato di fede geovista ad un concorso per l'accesso al grado di uditore giudiziario nella magistratura. All'aspirante giudice non è stato contestato il fatto di professare il credo geovista, per il semplice fatto che la Costituzione tutela la libertà di religione; invece il diniego all'ammissione - espresso dal CSM - è dipeso dalla circostanza che nel 1985 il candidato in oggetto si dichiarò obiettore di coscienza "totale" e - in quanto Testimone di Geova - si rifiutò di svolgere sia il servizio militare di leva sia quello civile sostitutivo, di conseguenza fu condannato ad un anno di reclusione militare [41].

Pertanto, il CSM ha ritenuto che "la giustificazione addotta per rifiutare l'adempimento dell'obbligo di leva ... appare tale da indurre che la particolare concezione della sua fede religiosa, evidenziata dall'aspirante magistrato, sia incompatibile con l'atteggiamento istituzionale doveroso degli appartenenti all'ordine giudiziario, i quali sono tenuti, a norma dei precetti costituzionali in materia, ad amministrare giustizia garantendo l'osservanza della legge, e perciò devono essere particolarmente rigorosi nell'osservarla essi stessi. ... In realtà, con il rifiutare di adempiere anche al servizio sostitutivo (che nulla ha in comune con l'uso delle armi e con attività comunque riconducibili a principi di ispirazione militare, ma si esplica in manifestazioni di indubbia utilità sociale spesso anche caratterizzate da connotati benèfici [42] ), l'aspirante magistrato ha rifiutato coscientemente di adempiere un obbligo civile, impostogli dalla legge, ... sotto tale profilo la sua condotta, riconducibile ai fatti oggetto della sua condanna, non si ritiene possa essere giustificata dall'appartenenza ad una particolare fede religiosa, e presenta aspetti di censurabilità tali da impedire che egli sia ammesso al concorso per uditore giudiziario".

Quindi, in sostanza, il principio in base al quale il CSM ha sancito l'esclusione del Testimone di Geova è: non si possono contestare, anche se per convinzione religiosa, le leggi dello Stato e contemporaneamente proporsi di farle rispettare [43].

Siccome il CSM ha rilevato che un Testimone sostiene di rispettare le leggi della Repubblica, ma ci crede nei limiti che la sua religione gli consenteevidente che il punto in questione è la fedeltà allo Stato Per approfondire.... In dottrina "è stato ribadito che il , è dovere di fedeltà alla Repubblica, sancito dalla Costituzione, 'non può essere ridotto solo all'astensione da attentati contro la Costituzione dello Stato, o all'obbligo di una osservanza non meramente formale della legge, in ragione del fatto che la fedeltà precede l'osservanza e ne è il necessario presupposto'."[44 ]

Achille
Scrivi a Achille
1. Per comprendere le conseguenze di questa politica, forniamo qualche esempio concreto. Alla fine degli anni Settanta, a Napoli, un gruppo di "anziani" fu espulso dall'Organizzazione geovista per aver esplicitamente criticato, tra l'altro, le direttive sul sangue. Nel 1999 un Testimone americano, Wayne Rogers, fu denunciato dalla moglie agli "anziani" della locale sede geovista semplicemente perché aveva inviato un e-mail alla AJWRB (Associated Jehovah's Witnesses for Reform on Blood: http://www.ajwrb.org ), esprimendo il proprio sostegno agli sforzi compiuti da quel gruppo di dissidenti per conseguire una radicale riforma sulla posizione geovista relativa all'emotrasfusione; quell'uomo fu prontamente espulso nonostante la sua richiesta di perdono e la sua intenzione di restare Testimone. Recentemente, in Gran Bretagna, Ray Hemming è stato espulso dal Movimento per il solo fatto di aver sollevato obiezioni sulla posizione geovista riguardante l'emoterapia, e Rado Vleugel, un propagandista a tempo pieno del geovismo nei Paesi Bassi, è stato espulso dopo aver discusso la posizione geovista sul sangue con alcuni giornalisti. Torna al testo
2. Per un esame dettagliato delle dolorose conseguenze dell'espulsione sui rapporti familiari e sociali tra l'espulso e gli affiliati, si rimanda a AA.VV., I Testimoni di Geova tra mito e realtà: vittime o artefici dell'intolleranza religiosa?, Foggia 1991, pp. 41-51.Torna al testo
3. Infatti, nel manuale organizzativo geovista, intitolato Organizzati per compiere il nostro ministero (Roma 1991), a p. 150 si equipara la posizione dell'espulso (disassociato) a quella del fuoriuscito volontario (dissociato) con le seguenti inequivoche parole: "la persona che si è dissociata ripudiando la fede e abbandonando deliberatamente l'adorazione di Geova è considerata alla stessa stregua di un disassociato".Torna al testo
4. In Italia l'ente esponenziale dei Testimoni di Geova è la "Congregazione cristiana dei Testimoni di Geova", con sede in Roma; tuttavia, nello statuto di detto Ente, si dichiara che "la Congregazione opera in armonia con i princìpi e con le direttive dell'Organizzazione Mondiale dei Testimoni di Geova" (art. 3, ultimo comma dello Statuto), che il presidente della Congregazione "mantiene i contatti spirituali con l'Organizzazione Mondiale" (art. 10, terzo comma) e che "in caso di scioglimento o di estinzione, il patrimonio della Congregazione sarà interamente devoluto ad altra istituzione in Italia avente scopi analoghi e retta dai princìpi che guidano l'Organizzazione Mondiale dei Testimoni di Geova" (art. 17). Perciò, è importante sottolineare che nel valutare la prassi dell'Ente italiano non ci si può limitare all'ambito nazionale; la Congregazione italiana dipende strettamente dall'Organizzazione mondiale geovista i cui princìpi e la cui prassi è tenuta ad osservare scrupolosamente. Pertanto, la valutazione dei principi cui si uniforma l'Organizzazione mondiale geovista riveste fondamentale importanza, in quanto non è la Congregazione italiana che determina scelte e politiche compatibili con il nostro ordinamento giuridico, bensì l'ente americano: Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania, con sede a Brooklyn.Torna al testo
5. Per comprendere l'effettiva portata di queste istruzioni, è illuminante la testimonianza dell'ex Testimone di Geova Paul Blizard : "Il 10 Agosto 1980, nacque Jenny Leigh Blizard. Eravamo così eccitati, ma una tragedia ci colpì. A cinque settimane, Jenny si fece un piccolo taglio su un dito che non smetteva di sanguinare. I medici del luogo scoprirono che il sangue di Jenny semplicemente non si coagulava. Ci indirizzarono a San Antonio, Texas, per la cura di Jenny. La piccola fu ammessa al Centro Medico Santa Rosa per cercare la cura idonea. I medici spesero giorni per formulare una diagnosi. Finalmente, una squadra di medici ci informò che Jenny aveva bisogno di una trasfusione di sangue di emergenza per salvarsi. Questo era un problema difficile per noi perché la Torre di Guardia non permette ad alcun Testimone di Geova di prendere sangue. Chiedemmo ai medici di uscire dalla stanza e dicemmo loro che presto avremmo dato la risposta. Mia moglie ed io pregammo e implorammo Dio riguardo alla risposta da dare. Ricordo che pensai: "Oh Geova, come puoi chiedermi di prendere una simile decisione, un sì o un no se Jenny vive o muore! Che razza di Dio sei?". Alla fine, mia moglie ed io richiamammo i medici nella stanza e li informammo che dovevamo obbedire alle leggi di Dio e che avremmo dovuto lasciar morire Jenny. I funzionari ospedalieri contattarono il Dipartimento per la tutela del minore del Texas, e fummo denunciati per abuso su minore e trascuratezza. Un'ordinanza fu emessa dal Tribunale per assicurare che Jenny ricevesse il sangue di cui abbisognava per salvarsi. Il Dipartimento dello Sceriffo della Contea di Bexar emise citazioni contro di noi e avvertì lo staff ospedaliero di non permetterci di prelevare Jenny dall'ospedale; sapevano bene che i Testimoni di Geova hanno una lunga storia nel far uscire furtivamente i pazienti dagli ospedali per evitare a tutti i costi trasfusioni di sangue. Mia moglie ed io eravamo convinti di aver fatto tutto il possibile per impedire la somministrazione del sangue. Nel frattempo, i nostri amici contattarono gli anziani del luogo, che subito vennero a farci visita. Furono sollevati dal fatto che c'era ancora tempo per programmare il modo di portar via Jenny dall'ospedale prima che il sangue le potesse essere somministrato. Spiegai loro che il problema era fuori della mia portata e che mi era stato ordinato dal Tribunale di non prelevare Jenny. Ciò non era un problema per loro. Il loro principale interesse era di farla uscire. Sapevo che Jenny sarebbe presto morta, se l'avessi tolta dalle macchine che la tenevano in vita, e che sarei stato accusato di omicidio. Spiegai ciò agli anziani. Essi risposero: "Questa è l'occasione che devi affrontare! Non puoi permettere loro di dare del sangue alla tua bambina". Senza altre discussioni, chiesi loro di andarsene, dichiarando che non potevamo permettere alla nostra bambina di morire in questo modo. 'Se questo è il Dio che io servo, ne ho abbastanza di Lui' - dissi. Gli anziani lasciarono l'ospedale contrariati poiché non ci saremmo sottomessi alle loro richieste. "Spero," disse anche un anziano, "che prenda l'epatite da quel sangue, giusto per provare che è scorretto!". Quando finalmente tornammo a casa con Jenny, ai Testimoni fu detto che, anche se ci eravamo opposti alla trasfusione di sangue, le avevamo permesso di riceverla. Non ci scomunicarono perché la loro legge riguardo all'espulsione poteva essere applicata solo se avessimo liberamente dato il permesso per la trasfusione". Torna al testo
6. Prestate attenzione a voi stessi e a tutto il gregge, Roma 1991, p. 22; si tratta di un manuale geovista soggetto a un regime di riservatezza tale che è addirittura vietato fare copie di qualche parte d'esso (p. 1).Torna al testo
7. Cfr. circolare geovista del 1°/1/1989; la mediazione degli "anziani" locali è necessaria per "fornire utili informazioni circa le condizioni spirituali del malato" (ivi). Torna al testo
8. Ibidem. Come spiega una successiva circolare geovista (del 3/1/1996), "il provvedimento dei Comitati di assistenza sanitaria è solo per i battezzati, i proclamatori non battezzati e i loro figli". Recentemente, Il Ministero del Regno del gennaio 2002 ha precisato (p. 2): "Quando ci si deve ricoverare in ospedale è buono compilare e fare includere nella propria cartella clinica la nuova Dichiarazione di volonta. Siamo incoraggiati ad avvisare del ricovero gli anziani i quali consegneranno la dichiarazione, daranno l'aiuto necessario per compilarla e contatteranno il locale Comitato di assistenza sanitaria.(Il Ministero del Regno è un bollettino distribuito ai soli associati, di cui non è prevista la distribuzione al pubblico).Torna al testo
9. Cfr. circolare geovista del 20/10/1998, in cui addirittura si incoraggiano le Testimoni di Geova "in stato interessante a contattare il locale comitato sanitario all\rquote inizio della gravidanza". Torna al testo
10. Il caso di V.B. dimostra quanto oltre si possa spingere un Testimone di Geova pur di obbedire a questa drastica richiesta del Direttivo geovista. V.B. è un ex Testimone espulso nel 1991 dal Movimento per aver espresso forte dissenso nei confronti del geovismo, anche con riguardo al veto dell'emoterapia. Egli è divorziato e padre di una bambina affidata congiuntamente a lui e alla ex moglie, la quale è ancora di fede geovista. Orbene V.B. ha scoperto che la propria figlia portava con sé un "tesserino d'identità" geovista in cui, accanto al nome della ex moglie compariva il nome di un "anziano" dei Testimoni di Geova; sicché, se fosse capitata un'emergenza alla figlia, V.B. non sarebbe stato direttamente informato dai sanitari sulle condizioni della propria bambina, né avrebbe potuto esprimere il proprio consenso ad un'eventuale emoterapia di emergenza. A tutela della figlia, V.B. ha adito il Tribunale di Los Angeles che, il 24 maggio 1999, ha sancito il sequestro di quel "tesserino d'identità" e ha disposto che la piccola porti con sé documenti che identifichino chiaramente sia il padre che la madre come persone da informare in casi di emergenza. Torna al testo
11. Il Movimento diffonde periodicamente testimonianze di fanciulli che hanno dimostrato di aver fedelmente recepito le direttive in tema di emoterapie (cf. Svegliatevi! del 22/5/1994, p. 9 ss.).Torna al testo
12. Aderendo in tal modo, con incondizionata obbedienza, al precetto stabilito in La Torre di Guardia del 1°/9/1987, dove si narra proprio di un'infermiera che, "dopo aver analizzato tutti i fatti disponibili, decise coscienziosamente che quello era un tempo per 'parlare', non per 'tacere', anche se questo la portò 'a rasentare il limite imposto dalle norme di riservatezza o addirittura a varcarlo, a motivo delle superiori esigenze della legge divina'." Torna al testo
13. Sono disponibili altre testimonianze del genere sul sito http://www.ajwrb.orgTorna al testo
14. Il potere condizionante della paura della sanzione viene implicitamente ammesso da La Torre di Guardia del 15/10/1964, p. 639, dov'è scritto che i Testimoni di Geova "non ubbidiscono alla legge di Dio (sul sangue) solo perché violandola potrebbero incorrere nelle sanzioni imposte dalla congregazione cristiana di cui fanno parte. ... non razionalizzeranno o non cercheranno i modi in cui sembri possibile aggirarla con apparente impunità". Inoltre, con esplicito riferimento al divieto dell'emoterapia, La Torre di Guardia del 1°/3/1962, p.149, poneva la domanda: "Perché è stolto cercare di salvare la vita violando la legge di Dio?"; la risposta geovista era: "Anche se non ne deriva (dalla trasfusione) nessun danno fisico al paziente o alla sua progenie, la violazione della legge di Dio mette seriamente in pericolo la propria opportunità di ottenere la vita eterna nel nuovo mondo di Dio".Torna al testo
15. Sul tema si consultino: Muramoto O., "Recent developments in medical care of Jehovah's Witnesses", in West J Med 1999; n. 170, pp. 297-301; Muramoto O., "Bioethics of the refusal of blood by Jehovah's Witnesses: part 3. A proposal for a don't-ask-don't-tell policy", in J Med Ethics 1999; n. 25, pp. 463-468; Sharp D., "Jehovah's Witnesses' blood policy", in Lancet 2000, n. 356, p. 8; Muramoto O., "Medical confidentiality and the protection of Jehovah's Witnesses' autonomous refusal of blood" in J Med Ethics 2000; n. 26, pp. 381-386.Torna al testo
16. Sotto la sigla AJWRB (Associated Jehovah\rquote s Witnesses for Reform on Blood), con un indirizzo postale di Newark (USA), si cela un gruppo internazionale di Testimoni di Geova - diffuso in oltre 25 paesi e composto da "anziani", funzionari del Movimento, membri dei Comitati di assistenza sanitaria, medici e altri - tutti accomunati da un netto dissenso, portato avanti in modo clandestino, nei confronti della tragica direttiva geovista contraria all\rquote emoterapia. AJWRB gestisce un interessante sito ( http://www.ajwrb.org ) che si propone di far modificare la direttiva geovista sull'emoterapia offrendo ai Testimoni di Geova e alla comunità scientifica internazionale informazioni aggiornate sull'uso del sangue e delle sue frazioni, nonché sulle contraddizioni in cui si dibatte attualmente il geovismo sul tema.(si vedano: Muramoto O., "Bioethics of the refusal of blood by Jehovah's Witnesses: part 1. Should bioethical deliberation consider dissidents' views?" in J Med Ethics 1998; n. 24, pp. 223-230; Elder L., "Why some Jehovah's Witnesses accept blood and conscientiously reject official Watchtower Society blood policy" in J Med Ethics 2000; n. 26, pp. 375-380). Torna al testo
17. Bisogna essere desti a non accettare dal Testimone pubblicazioni da leggere e a non cedere all'invito di parlare con qualche esponente della sua Congregazione, perché è importante capire qual è il suo personale pensiero e perché lui è disposto addirittura a morire pur di rispettare questa posizione di rifiuto dell'emoterapia; il rimando alla letteratura del Movimento o a esponenti "più qualificati" è, di per sé, un segnale di insicurezza oltre che di assenza di chiarezza nelle idee personali. Torna al testo
18. Ormai anche la letteratura recente del Movimento geovista ammette che la trasfusione di sangue equivale a un trapianto (cf. Svegliatevi! del 22/10/1990, p. 9; Salvare la vita col sangue: in che modo?, Roma 1990, p. 8).Torna al testo
19. Inoltre, nell'opuscolo geovista I Testimoni di Geova e il problema del sangue, Wiesbaden 1977, pp. 17-18, era scritto: "Alcuni affermano che la Bibbia proibisce di mangiar sangue come cibo e che questo sia fondamentalmente diverso dall'accettare la trasfusione di sangue, terapia sconosciuta nei tempi biblici. E' valida questa affermazione? Non neghiamo che nei tempi biblici la legge di Dio si applicava in particolare al consumo di sangue come cibo. Allora non si praticava la somministrazione di sangue per via intravenosa. Ma, sebbene la Bibbia non tratti direttamente le moderne tecniche mediche che implicano il sangue, le prevenne e le incluse effettivamente nel principio. Notate, per esempio, il comando che i cristiani 'si astengano dal sangue'. (Atti 15:29) Qui non si dichiara nulla che giustifichi una distinzione fra il prendere sangue per via orale e l'immetterlo nei vasi sanguigni. E, per principio, c'è in realtà alcuna basilare differenza? I medici sanno che una persona può essere alimentata per via orale o endovenosa. In modo simile, certe medicine si possono somministrare per varie vie. Alcuni antibiotici, per esempio, si possono prendere per bocca in forma di compresse o si possono iniettare nei muscoli o nel torrente circolatorio (per via endovenosa). ...In maniera simile, il decreto che i cristiani devono 'astenersi dal sangue' include chiaramente l'immettere sangue nel corpo, sia per bocca che direttamente nel torrente sanguigno". Torna al testo
20. Talvolta la letteratura geovista ha citato qualche fonte medica a sostegno della propria tesi che l'emotrasfusione equivalga ad alimentazione, come in La Torre di Guardia del 1°/3/1962, dove a p. 142 si cita una lettera di Denys, "medico francese e uno dei primi ricercatori nel campo delle trasfusioni", in cui era scritto: "Facendo la trasfusione non si fa altro che nutrire seguendo una via più breve dell'ordinaria" (si veda pure l'opuscolo Sangue, medicina e la legge di Dio, Brooklyn 1969, p. 14). Quel che viene taciuto agli adepti è il fatto che Jean-Baptiste Denys era uno dei medici di Luigi XIV, vissuto nel 17° secolo! E da allora se n'è fatta di strada nel campo dell'ematologia.Torna al testo
21. Cfr. Walknowska, J., Conte, F.A., Grumback, M.M., "Practical and theoretical implications of fetal/maternal lymphocyte transfer", in Lancet, 1969, n. 1, pp. 119-122. Torna al testo
22. Come riepilogava un articolo del 1993 pubblicato nel Journal of the American Medical Association (Simpson J.L - Elias S., JAMA 17/11/1993; 270 (19), pp. 2357-61), "Thus fetal DNA sequences indeed exist in maternal blood. Among the various candidate cells, the most promising appear to be fetal nucleated red blood cells. We isolated nucleated red blood cells on the basis of flow-sorting for the transferring receptor and glycophorin-A" (corsivo aggiunto). Torna al testo
23. Per esempio, una ricerca (Joe Leigh Simpson - Sherman Elias, "Isolating Fetal Cells in Maternal Circulation For Prenatal Diagnosis", in Prenatal Diagnosis, 1994, Vol. 14, pp 1229-1242) consente di concludere che: "Fetal cells unequivocally exist in and can be isolated from maternal blood. Erythroblasts, trophoblasts, granulocytes and lymphocytes have all been isolated by various density gradient and flow sorting techniques" (corsivo aggiunto). Si rammenta che gli eritroblasti sono stadi cellulari della linea eritropietica. Cellule fetali, inoltre, sono state riscontrate nella circolazione di una madre fin dalla quarta settimana di gravidanza e cinque giorni dopo il concepimento, e sono state rilevate durante tutto il periodo di gravidanza, con un graduale incremento in concomitanza con il procedere della gestazione. Di estremo interesse è pure il fatto che " the majority of cord blood samples reveal that the mother's cell's are also present in fetal circulation" (cfr. Early Human Development, Suppl. 47, 1996, pp. S73-S77).Torna al testo
24. Si tratta di una stima prudenziale. La quantità di sangue necessaria è probabilmente molto più grande. Un articolo di La Torre di Guardia del 15/6/1985 (solo nell'edizione in lingua inglese e mai tradotto nell'edizione italiana), intitolato "L'Inghilterra, il sangue e l'AIDS", affermava che ciascuna dose di fattore VIII è tratta da plasma proveniente da non meno di 2.550 diversi donatori.Torna al testo
25. Questo stesso articolo precisava che, invece, l'apparecchiatura per l'emodialisi e la macchina cuore-polmone non sono trattamenti vietati perché si possono considerare "i tubi esterni come un'estensione del loro sistema circolatorio per permettere al sangue di passare in un organo artificiale"; perciò alcuni Testimoni di Geova "hanno concluso che il sangue in questo circuito chiuso faceva ancora parte di loro e non doveva essere 'versato' ... Ma che dire se il flusso di tale sangue autologo si interrompesse brevemente, come quando una macchina cuore-polmone viene fermata mentre il chirurgo controlla l'integrità degli innesti nel by-pass coronarico? In effetti, la Bibbia non pone l'accento sul fatto che il flusso debba essere continuo" (cf. Svegliatevi! del 22/9/1972, p. 29 e La Torre di Guardia del 1°/11/1978).Torna al testo
26. Si tratta di corrispondenza privata con la filiale italiana del Movimento (FPA dell'8 maggio 1980). Torna al testo
27. E ancor più esplicitamente si esprimeva l'opuscolo Sangue, medicina e la legge di Dio, cit., p. 14: "E' violata la legge di Dio da queste cure mediche che implicano l'uso del sangue? E' un errore sostenere la vita somministrando trasfusioni di sangue o di plasma o di globuli rossi o di altre parti che compongono il sangue? Sì". Torna al testo
28. Il veto sull'uso di questi fattori è caduto senza clamore, ma con un danno difficilmente quantificabile: si veda R.V. Franz, Crisi di coscienza, Roma 1988, pp. 161-162.Torna al testo
29. In effetti, già da qualche anno il Movimento aveva escluso dal veto le frazioni estratte dal plasma (albumina, gammaglobuline, fattori antiemorragici ...). Torna al testo
30. Questa nuova concessione è stata particolarmente utile a un tale Jose Orduño, che quasi contemporaneamente alla pubblicazione dell'articolo di La Torre di Guardia del 15/6/2000, fu trattato con Hemopure©. Come ha riferito il Sacramento Bee del 24/9/2000, Gregory Brown, componente di un Comitato di assistenza sanitaria geovista locale, ha approvato l'utilizzo di quella sostanza su Orduño. Ci si chiede: quanti Testimoni sono stati meno fortunati perché abbisognevoli di tale trattamento prima che il veto geovista fosse disapplicato nel caso dell'emoglobina? E quanti di questi sono morti? In tal caso su chi ricade la responsabilità di tali decessi?Torna al testo
31. A conclusione della 276^ sessione della Commissione Europea per i Diritti Umani del Consiglio d'Europa, tenuta a Strasburgo dal 2 al 13 marzo 1998, fu annunciato che il ricorso n° 28626/95, proposto dalla filiale bulgara dei Testimoni di Geova (Khristiansko Sdruzhenie "Svideteli na Iehova") contro il Governo di Sofia, era stato risolto con un accordo tra le parti in causa. Il contenzioso tra il Governo bulgaro e l'Associazione geovista di quel Paese era sorto in seguito al rifiuto del riconoscimento legale del geovismo in Bulgaria. Tale rifiuto era stato motivato anche dalla constatazione che certi principi del Movimento geovista possono compromettere la salute pubblica in considerazione del fatto che essi "non mostrano rispetto per la vita umana allorquando si richiede di rifiutare l'emotrasfusione anche in casi in cui è a repentaglio la vita dell'individuo". A seguito dell'accordo intervenuto tra le parti in causa, il Governo di Sofia assumeva l'impegno di promuovere una legislazione nazionale che consentisse il libero esercizio dell'obiezione di coscienza al servizio militare di leva e di concedere il riconoscimento giuridico all'Associazione bulgara dei Testimoni di Geova; da parte loro, i rappresentanti del geovismo si impegnavano a includere nello statuto dell'Associazione una clausola che consentisse agli affiliati di esercitare una libera scelta in materia di emoterapie, senza alcun controllo o sanzione (come l'espulsione) da parte dell'Associazione. A prima vista sembrava che l'impegno formale dinanzi alla Commissione Europea per i Diritti Umani, da parte dell'Ente geovista bulgaro, di non sanzionare gli affiliati sottopostisi volontariamente a emoterapie, implicasse un radicale cambiamento nella direttiva, valida a livello mondiale, espressa da La Torre di Guardia del 15/7/1961 con le seguenti, inequivoche parole: "chi riceve la trasfusione del sangue dev'essere stroncato dal popolo di Dio mediante la scomunica o disassociazione" (p. 447). Purtroppo, però, abbiamo assistito a una chiara esemplificazione della "strategia della guerra teocratica" adottata dai vertici geovisti; infatti, mentre i rappresentanti dell'ente esponenziale geovista in Bulgaria si accordavano con il Governo di Sofia nei termini suindicati, qualche giorno dopo - il 27 aprile 1998 - con un comunicato stampa, diffuso dalla sede mondiale geovista di Brooklyn a commento della definizione del contrasto con le autorità bulgare dinanzi all'autorevole Organo dell'Unione Europea, i vertici internazionali del Movimento precisavano che "i termini dell'accordo non riflettono un cambiamento nella dottrina dei Testimoni di Geova".Torna al testo
32. Per illustrare, nell'opuscolo Sangue, medicina e la legge di Dio del 1969, su 64 pagine, solo 14 d'esse trattano le implicazioni religiose del veto; in I Testimoni di Geova e il problema del sangue del 1977, su 64 pagine complessive, solo 12 d'esse sono riservate all'esame della "base religiosa" del divieto; delle 32 pagine di Salvare la vita col sangue: in che modo? del 1990, solo 6 pagine trattano le motivazioni religiose del tabù. Torna al testo
33. Cf La Torre di Guardia del 1°/1/1976, p. 16; del 15/11/1976, p. 688; Svegliatevi! del 22/10/1990, p. 9; dell'8/4/1991, p. 29. Torna al testo
34. Si veda l'articolo "Proteggete i vostri figli dalle trasfusioni di sangue" in Il Ministero del Regno del settembre 1992, p. 6.Torna al testo
35. Invece, il dott. Carson ed altri hanno studiato i casi di 125 pazienti Testimoni di Geova, sottoposti a interventi chirurgici, i quali avevano rifiutato l'emoterapia; dalla ricerca è emerso che oltre il 60% dei pazienti, la cui emoglobina prima dell'intervento era inferiore a 6 g/dl, è deceduto dopo l'operazione" (Doyle J., Risks of avoiding "necessary" blood transfusions). Questi dati sostengono l'opinione del dott. Cornelio Salcedo, noto per aver salvato tre giovani Testimoni e uno dei principali collaboratori dei locali "comitati di assistenza sanitaria", il quale - intervistato nel novembre 1998 dalla rete televisiva colombiana CARACOL - ha dichiarato: "Il sangue non ha sostituti; è vero che è tramontato il mito che non è possibile operare senza sangue, ma nessuna tecnica può sostituire il sangue." Torna al testo
36. Per ragioni di spazio si citano solo i riferimenti (tratti da edizioni inglesi del periodico) ai quali attingere per elementi di prova a sostegno delle affermazioni surriportate: The Golden Age del 9/9/1925, pp. 784-785 (suggerimenti sull'alimentazione); del 13/9/1933, p. 777 (consigli sull'elioterapia); del 23/9/1936, p. 828 (messa in guardia contro i raggi x); del 7/4/1926, p. 438 ( dove si equipara il sottoporsi a tonsillectomia a un suicidio). Torna al testo
37. Questa posizione è sopravvissuta negli anni sia a Rutherford che a Woodworth; infatti, Svegliatevi! del 22/2/1969, pp.10-11, dichiarava: "Si può dire che i professionisti siano buoni esempi del frutto della 'istruzione superiore'. Formano una specie di aristocrazia della cultura. Spesso sono superbi, insensibili ai bisogni di persone meno fortunate, dogmatici, competitivi, indipendenti e senza considerazione per gli altri.... chi è oggi a insistere per fare le cose a modo loro e farsi apertamente beffe dell'autorità della Parola di Dio nella questione della santità del sangue? Non sono i medici di professione?". E, ancor più recentemente, La Torre di Guardia del 1°/12/1989, p. 12, sosteneva con sicumera: "La fede dei testimoni di Geova viene attaccata da ogni lato: ... da medici che vogliono imporre trasfusioni di sangue a noi e ai nostri figli, da scienziati atei che negano l'esistenza di Dio e la creazione .... A orchestrare tutta questa opposizione c'è Satana, il governante delle tenebre e dell'ignoranza, il nemico dell'accurata conoscenza". Torna al testo
38. Questa speciale apparecchiatura, messa a punto da un adepto, fu ampiamente pubblicizzata sulle pagine di The Golden Age con annunci del genere: "Disease is Wrong Vibration. From what has thus far been said, it will be apparent to all that any disease is simply an 'out of tune' condition of some part of the organism. In other words the affected part or the body 'vibrates' higher or lower than normal. . . . I have named this new discovery . . . the Electronic Radio Biola, . . . The Biola automatically diagnoses and treats diseases by the use of electronic vibrations. The diagnosis is 100 percent correct, rendering better service in this respect than the most experienced diagnostician, and without any attending cost." (The Golden Age, del 22/4/1925, pp. 453-454). Le modalità con le quali si faceva funzionare questa apparecchiatura rasentano il ridicolo: il paziente doveva scrivere il proprio nome su un foglio di carta; un pezzettino di questo foglio veniva introdotto nell'apparecchio, dopo di che con una sommaria indagine sulla salute del paziente, l'operatore leggeva le "oscillazioni elettroniche" degli organi del paziente sulla base del pezzettino di carta. Un certo Roy Goodrich, stimato seguace del Movimento, si permise di esprimere serie riserve sull'efficacia di tale apparecchiatura, ma quando asserì che tale aggeggio era una vera e propria trappola spiritica, i vertici del Movimento ne sancirono l'espulsione (si vedano le edizioni inglesi di The Golden Age del 22/4/1925, pp. 606-607, e del 5/3/1930, pp. 355-362).Torna al testo
39. Per i dettagli del caso citato si veda R.V. Franz, In Search of Christian Freedom, Atlanta 1991, pp. 365 ss. Torna al testo
40. Pubblicata sul periodico Free Minds Journal, n° 4/1994, edito in California. Tale dichiarazione, comunque, non fa che seguire pedissequamente quanto "suggerito" nella rivista La Torre di Guardia del 1°/9/1987, p. 15, che così recitava: "Prevedendo il problema, alcuni fratelli avvocati, medici, ragionieri e via dicendo, hanno preparato delle norme scritte che fanno leggere ai fratelli che si recano a consultarli, prima che questi rivelino qualsiasi informazione confidenziale. Viene così stabilito in anticipo che se dovesse emergere una seria trasgressione, il trasgressore verrebbe incoraggiato a informarne gli anziani della sua congregazione. Viene spiegato che, se non lo facesse, il consulente si sentirebbe in dovere di informare egli stesso gli anziani". Torna al testo
41. Precisiamo che i Testimoni di Geova non possono essere considerati veri obiettori di coscienza perché si pongono in una posizione non di dialogo con l'ordinamento (da loro recepito come satanico, intrinsecamente malvagio), ma di assoluta indifferenza, se non in contrapposizione netta. Infatti, la Congregazione è pronta ad entrare in clandestinità "nel caso dovessero sorgere delle difficoltà in Italia e fossero poste delle restrizioni sull'opera che compiamo" (si vedano: circolare geovista del 30/1/1984; La Torre di Guardia del 15/11/1985; Vita eterna, nella libertà dei figli di Dio, Brooklyn 1967, pp. 212-213). Che esista una consolidata prassi preparatoria all'entrata in clandestinità è confermato dall'Annuario dei Testimoni di Geova 1999, Roma 1999, pp. 179-180, in cui si descrivono le direttive impartite dal Movimento per conseguire una efficace preparazione degli affiliati al bando subìto in Malawi negli anni Sessanta.Torna al testo
42. Sul tema del disimpegno sociale geovista si veda AA.VV., I Testimoni di Geova tra mito e realtà..., cit., pp. 77-84, con ampia citazione di fonti geoviste.Torna al testo
43. Per giunta, nel caso del geovismo, resta da chiarire un equivoco: come mai per tanti anni La Torre di Guardia ha sostenuto che "per quanto riguarda loro personalmente, i testimoni di Geova non ritengono di dover giudicare altri" (edizione del 1°/3/1974, p. 159) e poi improvvisamente si appoggia la candidatura di un Testimone aspirante a fare il giudice di professione? forse al geovismo converrebbe che qualche affiliato penetrasse nell'ordine giudiziario? I Testimoni di Geova hanno memoria corta: hanno già dimenticato quando La Torre di Guardia medesima intimava agli adepti di non accettare neppure la nomina a giudice popolare, anche se si correva il rischio di serie sanzioni. Torna al testo
44. G. Dalla Torre citato in G.B. Varnier, "Le problematiche del rapporto Stato-Minoranze confessionali", in Normativa ed Organizzazione delle Minoranze confessionali in Italia, Torino 1992, p. 14, nota n. 41.Torna al testo
 
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