Il Pentateuco, Mosč e i Testimoni di Geova
-
- Se le
conclusioni generali circa la composizione del Pentateuco
(e segnatamente della Genesi) oggi sono meno attestate
che mai, ciņ non č dovuto tanto all'inadeguatezza dei
princģpi scientifici, quanto a una migliore comprensione
della intrinseca complessitą del problema.
- Nessuna
critica letteraria o storica ha potuto negare il
fondamentale ruolo di Mosč quale capo religioso capace
di indicare il senso degli eventi, rendendolo concreto e
applicabile alla vita dei suoi contemporanei,
collegandolo ad accadimenti straordinari tali da influire
radicalmente sulla concezione che Israele ebbe di se
stesso e della sua relazione con Dio.
- Date
queste premesse, abbozziamo delle riflessioni partendo da
un quesito decisamente problematico: chi scrisse il
Pentateuco? se fu Mosč, in che senso questi fu l'autore
della Genesi e dei restanti quattro libri che compongono
il Pentateuco biblico?
Ruolo letterario di Mosč
- In
relazione a queste domande molti studiosi ritengono che
Mosč avrebbe scritto un Pentateuco sostanzialmente
corrispondente all'attuale, ma che redattori posteriori
avrebbero aggiunto la notizia della sua morte e fatto
ritocchi e aggiunte successive. Tra i dati favorevoli
all'autenticitą mosaica del Pentateuco sono annoverati:
- - la
tradizione ebraica e cristiana che ha sempre ritenuto
Mosč autore del Pentateuco (va ricordato, perņ, che
alcuni ne dubitarono: Pseudo-Clementine (4° secolo), R.
Isaac (9° secolo), Aben Ezra (12° secolo);
- - la
descrizione viva, particolareggiata degli eventi, che
puņ derivare solo da testimoni oculari;
- - lo
stato farraginoso e disordinato della legislazione
mosaica, che sembra seguire passo passo le vicende del
popolo nel deserto;
- -
esplicite affermazioni nella Scrittura sulla paternitą
mosaica (Neemia, Gesł ...).
- Ma in
che modo Mosč sarebbe venuto a conoscenza della storia
dell'uomo a cominciare da Adamo nell'Eden?
- La
risposta della Chiesa cattolica si ricava inizialmente
dai responsi della Pontificia Commissione Biblica del
27/6/1906 (Enchiridion Biblicum, nn. 181-184, giugno
1906): "Mosč, nel comporre la sua opera, puņ aver
adoperato delle fonti, cioč documenti scritti e
tradizioni orali, rivedendole sotto l'influsso della
divina ispirazione secondo lo scopo che si era
prefisso". L'influsso dello Spirito di Dio su Mosč
avrebbe stabilito cosa scegliere e dove fare aggiunte per
chiarire o completare; questo spiegherebbe gli
anacronismi del racconto e le ripetute precisazioni
parentetiche indicanti nomi geografici posteriori (Genesi
14,2.3.7.15.17). Questa posizione č stata ampiamente
diffusa e condivisa negli ambienti religiosi fin dalla
sua definizione.
- "Sebbene
la possibilitą d'una rivelazione diretta degli
avvenimenti e dei loro particolari agli agiografi non
possa essere negata a priori, non la si puņ nemmeno
presupporre. Di fatto, il modo d'agire di Dio nella
storia si opporrebbe a tale supposizione. Inoltre,
l'analisi letteraria delle narrazioni indica un'origine e
uno sviluppo naturali e molto pił complessi. ... Inoltre
Israele afferma di se stesso che i suoi padri provenivano
'dal di lą del Fiume e servivano ad altri dči' (Giosuč
24,2). Questi 'padri' politeisti non potevano essere
portatori d'una tradizione monoteistica. Pertanto,
giacché la materia narrativa antecede lo stesso
Israele, deve aver avuto origine al di fuori di esso. Il
luogo d'origine pił probabile č il nord della
Mesopotamia donde verrebbero gli antenati d'Israele. Il
confronto letterario delle narrazioni della Genesi con
simili racconti mesopotamici conferma questa
supposizione, ma non implica la dipendenza diretta
d'Israele dai pagani suoi vicini, per il contenuto di
questi capitoli, radicalmente contrassegnati dalla
teologia propria ad Israele" (cfr. Grande
Commentario Biblico Queriniana, Brescia 1973, p. 10;
si veda pure A. Aveta, Storia e dottrina dei Testimoni
di Geova, Roma 1994, cap. 6).
Variazioni geoviste sul tema
- Anche
i Testimoni di Geova sostengono la paternitą mosaica del
Pentateuco. Tuttavia, almeno dal 1946, lo spirito di
contraddizione geovista venne a galla in tutta la sua
presunzione; i Testimoni ritennero di dovere escludere
sia la possibilitą di una trasmissione orale delle
informazioni pervenute a Mosč sia l'idea di una diretta
rivelazione divina dei "fatti"; ecco il loro
assunto con indicazione delle fonti ufficiali del
Movimento: "la Bibbia non dice che le informazioni
storiche furono tramandate a Mosč di generazione in
generazione mediante la tradizione orale
(oralmente)" (del 1946 - p. Preparato per ogni
opera buona, Brooklyn 1960 - edizione inglese 102);
"benché potesse averle avute per diretta
rivelazione da Dio, o mediante la tradizione orale,
l'evidenza č che ottenne queste informazioni da antiche
fonti scritte" (Svegliatevi! dell'8/12/1965,
p. 29).
- Allora,
quali fonti ebbe Mosč per Genesi, secondo il Geovismo?
Questa la risposta fornita, allepoca, dal Corpo
Direttivo geovista: "Dal modo stesso in cui scrisse
la Genesi, Mosč indica che le informazioni gli furono
trasmesse per iscritto mediante undici documenti storici,
e non mediante la tradizione orale" (Preparato...,
cit., p. 102).
- Questa
teoria geovista prendeva lo spunto dalle tesi di un
olandese vissuto nel 18° secolo, Campegius Vitringa, il
quale basņ la sua conclusione sulla frequenza con cui
ricorre in Genesi l'espressione "questa č la storia
di ..." (cfr. Genesi 2,4; 5,1; 6,9; 10,1; 11,10.27;
25,12.19; 36,1.9; 37,2), detta colofone o conclusione, la
quale conteneva il nome dello scrittore o del
proprietario del documento; i Testimoni, quindi,
attribuivano queste "storie" a Adamo, Noč,
figli di Noč, Sem, Tera, Ismaele, Isacco, Esał (due) e
Giacobbe (cfr. Svegliatevi! dell'8/12/1965, p.30).
- Vitringa
aveva concluso che ogni volta che questa espressione
ricorreva nel libro di Genesi, identificava un documento
gią esistente (cfr. La Torre di Guardia del
15/1/1972, p. 61). La tesi di Vitringa appare decisamente
fantasiosa se si considera che l'espressione "questa
č la storia di ..." sia semplicemente una frase
introduttiva avente lo scopo di suddividere le varie
parti di una lunga storia (cfr. Tutta la Scrittura č
ispirata da Dio e utile, Brooklyn 1971 - edizione
inglese del 1963 -, p. 13).
- Questa
teoria dei colofoni comportava che Mosč fosse
considerato un "compilatore" del libro di
Genesi: "Noi diciamo «compilare» perché č
evidente che Mosč possedette documenti scritti
preservati dai suoi antenati come preziosi, stimati
racconti delle origini del genere umano ... (Adamo)
scrisse i primi due documenti, che terminano coi colofoni
di Genesi 2:4 e 5:1,2. Questi scritti furono portati
oltre il Diluvio da Noč".
- Obiettiamo:
Se le prime due "storie" fossero state scritte
veramente da Adamo in persona, molte domande sarebbero
destinate a restare senza risposta: come faceva Adamo a
conoscere l'esistenza dell'Assiria (Genesi 2,10-14)? Fu
Dio a inventare le spade (Genesi 3,24)? Come faceva Adamo
a sapere che l'Eden era "a oriente" (Genesi
2,8), a oriente rispetto a chi o a che cosa?
- Secondo
i Testimoni di Geova, "i documenti originali molto
probabilmente furono scritti su tavolette d'argilla e
tramandati di padre in figlio" (Svegliatevi!
dell'8/12/1965, p. 30).
- Col
tempo si venne evidenziando la superficialitą delle
argomentazioni a sostegno della teoria dei colofoni, fino
al punto di renderla insostenibile. Pertanto, con molta
cautela, il Corpo Direttivo cominciņ ad attestarsi su
posizioni pił ragionevoli, peraltro gią affermate fin
dall'inizio di questo secolo in ambienti cattolici e
protestanti: "Nel tempo attuale, non si puņ
pervenire a nessuna definita conclusione circa
l'immediata fonte da cui Mosč ottenne le informazioni
che scrisse. Egli avrebbe potuto riceverle per mezzo
della diretta rivelazione, per mezzo della tradizione
orale o per mezzo di documenti scritti. Forse furono
usate tutt'e tre queste fonti" (La Torre di
Guardia del 15/1/1972, p. 63; si noti la sostanziale
somiglianza di questa dichiarazione con le citate
affermazioni della Pontificia Commissione Biblica del
1906).
- In
questa occasione ci troviamo di fronte a un ennesimo caso
di trasformismo ideologico geovista: da una posizione di
esplicito diniego della possibilitą dell'esistenza di
una tradizione orale, a cui Mosč avrebbe potuto
attingere, e da un'asserita evidenza contraria a una
diretta rivelazione divina a Mosč, si passa a generiche
dichiarazioni del tipo: " E' dunque impossibile
arrivare a una conclusione precisa circa la fonte
immediata da cui Mosč ebbe le informazioni che mise per
iscritto" (Perspicacia nello studio delle
Scritture, Roma 1988, vol. 1, p. 1018).
- Non
sconcerta il fatto che il Geovismo, dopo aver accreditato
la teoria dei colofoni per circa 30 anni, sia pervenuto
ad ammettere la validitą di tesi ampiamente sostenute in
ambienti di studiosi biblici fin dall'inizio del secolo;
ciņ che sconcerta, invece, č che il Corpo Direttivo fa
di tutto per passare sotto silenzio questo suo
ripensamento, che certo non suffraga la teoria della
"rivelazione progressiva". Infatti, a
dimostrazione della loro "vergogna", i
Testimoni si sono affidati alla generica dizione
"altri dopo Vitringa" hanno difeso
l'anacronistica teoria dei colofoni, dimenticando di
essere stati proprio loro i principali fautore di questa
tesi per decenni; i Testimoni hanno pure ritenuto
doveroso cancellare l'onta riscrivendo il libro Tutta
la Scrittura č ispirata da Dio e utile, che
accreditava con fermezza la tesi di Vitringa. Infatti,
l'edizione italiana del 1991 (quella inglese risale al
1990) del volume appena citato differisce dalla prima
edizione, a p. 13, per l'omissione di un paragrafo (il n.
4 della prima edizione) e per la riscrittura del
paragrafo n. 3. Si suggerisce di approfondire le molte
differenze tra le due edizioni di questo libro.
Ruolo storico di Mosč
- Sempre
in relazione alla domanda che inizialmente ci siamo
posti, sono state proposte tesi differenti da quella
della paternitą mosaica del Pentateuco. Alcuni ritengono
che Mosč non abbia scritto nulla, o quasi nulla, del
Pentateuco: egli ne sarebbe l'autore solo perché le
tradizioni storico-legislative si riallacciano a lui come
iniziatore della legislazione, della religione jahvista e
dell'epopea nazionale.
- I
sostenitori di questa tesi osservano che racconti
indipendenti (per esempio, Genesi 26,6-11), narrazioni
cultuali (per esempio, Genesi 28,10-22), canti primitivi
(per es., Genesi 4,23-24), oracoli (per es., Numeri capp.
23,24), spiegazioni etimologiche (per es., Genesi
25,22-26) formarono materia per la primitiva storia
d'Israele; essi suppongono che tale raccolta di materiale
storico, forse in forma poetica, fosse trasmessa
oralmente fin dall'epoca dei Giudici. Si fa anche
rilevare che, quando lo stesso Pentateuco dice - molto
raramente - che "Mosč ha scritto", applica
questa formula a un passo particolare; infatti lo studio
moderno di questi cinque libri biblici ha fatto spiccare
differenze di stile, ripetizioni e disordini nei
racconti, che impediscono di vedervi un'opera uscita
tutta intera dalla mano di un solo autore.
- Oggi
si č abbastanza d'accordo nel riconoscere che la
semplice critica testuale non basta a rendere conto della
composizione del Pentateuco; bisogna aggiungere uno
studio delle forme letterarie e delle tradizioni, orali e
scritte, che hanno preceduto la redazione delle fonti.
Secondo la teoria documentaria classica, il Pentateuco
sarebbe la compilazione di quattro documenti, diversi per
etą e ambiente di origine ma tutti molto posteriori a
Mosč. Ci sarebbero state dapprima due opere narrative:
la Jahvista (J), scritta nel 9° secolo in Giuda, e
l'Elohista (E) un po' pił recente della prima e redatta
in Israele; dopo la distruzione del regno del nord (722
a.C.) i due documenti sarebbero stati fusi; dopo Giosia
vi sarebbe stato aggiunto il Deuteronomio (D); dopo
l'esilio, il Codice sacerdotale (P) sarebbe stato unito a
tutta la compilazione precedente, alla quale sarebbe
servito da armatura e da quadro. Questa teoria č stata
rigettata in blocco da alcuni; altri studiosi l'accettano
solo con modifiche talvolta importati.
- Ognuna
di queste fonti, anche la pił recente (P), contiene
elementi molto antichi. La scoperta delle letterature
"morte" del Vicino Oriente e il progresso fatto
dall'archeologia e della storia nella conoscenza delle
civiltą vicine a Israele hanno mostrato che molte leggi
o istituzioni del Pentateuco avevano paralleli
extra-biblici molto anteriori alle date che si
attribuiscono ai "documenti" e che numerosi
racconti suppongono un ambiente diverso - e pił antico -
da quello in cui questi "documenti" sarebbero
stati redatti.
- La
pluralitą di queste correnti di tradizione č un fatto
reso evidente dai doppioni, dalle ripetizione, dalle
discordanze che colpiscono il lettore fin dalle prime
pagine della Genesi: due racconti della creazione (1-2,4a
e 2,4b-3,24); due genealogie di Caino-Kenan (4,17 ss e
5,12-17); due racconti combinati del Diluvio (6-8); nella
storia dei patriarchi ci sono due presentazioni del patto
con Abramo (15 e 17); due espulsioni di Agar (16 e 21);
tre racconti della disavventura della moglie di un
patriarca in un paese straniero (12,10-20; cap. 20;
26,1-11); ci sono poi due racconti della chiamata di
Mosč (Esodo 3,1-4.17 e 6,2-7 cap. 7); due miracoli
dell'acqua a Meriba (Esodo 17,1-7 e Numeri 20,1-13); due
testi del decalogo (Esodo 20,1-17 e Deuteronomio 5,6-21);
quattro calendari liturgici (Esodo 23,14-19; 34,18-23;
Levitico 23; Deuteronomio 16,1-16). E si potrebbero
citare ancora altri esempi.
- I
sostenitori della tesi della non paternitą mosaica del
Pentateuco fanno rilevare che la soluzione del problema
implica anche la comprensione del concetto di
"autore", quale fu concepito dagli Israeliti e
dai primi Cristiani. Mosč č una figura perfettamente
credibile del 13° secolo a.C.: la sua missione di guida,
com'č presentata nel Pentateuco, spiega tanto l'agire
unitario degli Ebrei liberati di quel tempo, quanto lo
sviluppo omogeneo delle tradizioni in epoche posteriori.
Mosč, perciņ, č nel cuore del Pentateuco e puņ, in
accordo con quanto si riteneva comunemente
nell'antichitą, esserne giustamente chiamato l'autore.
E' il caso di distinguere il ruolo storico di Mosč da
quello letterario: quello storico č il ruolo primario,
che riguarda la sua funzione di legislatore, ma il ruolo
letterario di Mosč derivņ e dipese da quello storico;
in sintesi, la tradizione storica č del tutto valida, la
tradizione letteraria č condizionata.
- Comunque,
il mondo contemporaneo ha un concetto rigido
dell'inviolabilitą di un autore e, quindi, una forte
ripugnanza alle redazioni successive del materiale in un
lungo arco di tempo, specialmente nel caso della Parola
ispirata. Tuttavia questo concetto non era condiviso dai
popoli dell'antico Vicino Oriente, abituati al ruolo
della comunitą nel pensiero e nella parola scritta. Il
lavoro di consapevole redazione, che rimase in atto anche
in epoca molto tarda, č messo in luce da un confronto
tra il Testo Masoretico, la Versione dei Settanta ed
altri testi.
- Achille
Aveta
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