Latino propedeutico - Sintassi latina Modulo C: Lezione 6
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Il Congiuntivo: un altro Indipendente (talvolta) (FL4.13-17)
Anche nelle proposizioni indipendenti resta valido il concetto di base che regola l'uso del congiuntivo: il congiuntivo si usa per esprimere qualcosa che non è un dato oggettivo o di fatto. Il non-fatto può essere dubbio, possibilità, desiderio, invito, comando. Per ciascuna di queste varietà i grammatici hanno escogitato uno o più nomi. Ecco - in sintesi - le definizioni più frequenti, quelle che che sarete tenuti a ricordare. Trovate i vari tipi di congiuntivo indipendente, in ordine sparso, in FL4.13-17; ecco qui una lista riassuntiva.
Congiuntivo esortativo: Ne attingant rem publicam [la cosa pubblica non si tocca]
Congiuntivo concessivo: Fuerit ille sapiens... [sia stato pure sapiente...
Congiuntivo ottativo (desiderativo): Utinam homines semper viverent [magari gli uomini vivessero sempre]
Congiuntivo dubitativo: Quid agam? [che (potrei) fare?]
Congiutivo potenziale: Quis hoc neget? [chi mai potrebbe negarlo?]
Congiuntivo suppositivo: Roges me quid sentiam...[supponiamo che tu mi chieda cosa penso...]
Congiuntivo irreale: Vellem tacuisses [vorrei che tu fossi stato zitto]
*** In alcune grammatiche questo tipo di congiuntivo non costituisce una categoria a sé, ma viene considerato protasi di un periodo ipotetico dell'irrealtà - irrealtà che caratterizza appunto il terzo tipo di periodo ipotetico].
In margine al Flocchini
Per ben tradurre:
La gamma di significati del congiuntivo esortativo è molto vasta, perché l'esortazione che caratterizza questo tipo di congiuntivo può andare dall'ultimatum di Cicerone ai congiurati: Proinde aut exeant aut quiescant (FL4.13 esercizio 1 # 1= Catil. 2.5.12) al discettare pacato di Seneca: Secundis nemo confidat, adversis nemo deficiat (FL4.13 esercizio 1 #4= Natur. 3 praef. 8). Come di consueto, il contesto vi darà gli elementi per cogliere il pensiero dell'autore. Ecco quindi, contestualizzati, i due esempi proposti dal Flocchini:
Domesticum bellum manet, intus insidiae sunt, intus inclusum periculum est, intus est hostis. Cum luxuria nobis, cum amentia, cum scelere certandum est. Huic ego me bello ducem profiteor, Quirites; suscipio inimicitia hominum perditorum; quae sanari poterunt quacumque ratione sanabo, quae resecanda erunt non patiar ad perniciem civitatis manere. Proinde aut exeant aut quiescant aut, si et in urbe et in eadem mente permanent, ea quae merentur expectent.
Questa è la conclusione del quinto capitolo della seconda Catilinaria, orazione in cui Cicerone si rivolge non al senato, ma al popolo, parlando dai rostra. Il nemico, afferma Cicerone in uno splendido crescendo, è al di dentro (intus) e si chiama dissolutezza, crimine, follia; qualità che Cicerone esemplificherà poi, in riferimento ai congiurati ed in notevole dettaglio, in tre capitoli successivi. Solo dopo questo crescendo l'oratore lancia il suo ultimatum - andarsene o tacere.
Con il secondo esempio, tratto dalle Naturales quaestiones 3.praef.9, siamo in ttt'altro clima. Seneca contrappone la meditazione sulle alterne vicende delle umane sorti (perdonatemi la reminiscenza foscoliana) allo studio affannoso delle imprese guerresche di Annibale, non meno perniciose delle peggiori catastrofi naturali:
Quemadmodum Hannibal Alpes superiecerit, scribunt, quemadmodum bellum Italiae inopinatus intulerit fractisque rebus etiam post Carthaginem pertinax reges pererraverit, contra Romanos duces promittens exercitum petens; quemadmodum non desierit omnibus angulis bellum senex quaerere.
Quanto satius est, quid faciendum sit quam quid factum, quaerere ac docere eos, qui sua permisere fortunae, nihil stabile ab illa datum esse, eius omnia aura fluere mobilius? Nescit enim quiescere, gaudet laetis tristia substituere, utique miscere. Itaque secundis nemo confidat, adversis nemo deficiat. Alternae sunt vices rerum.
Utinam e ut
Utinam viene a volte sostituito da ut, "specie nelle imprecazioni", avverte l'OLD, con lo stesso valore e lo stesso significato. Poiché l'uso di ut per utinam è relativamente frequente, ecco alcuni esempi:
Ut illum di perdant, qui primus holitor caepam protulit, e cioè mannaggia al primo contadino che ha prodotto una cipolla; non elegante, ma espressivo [da Nevio].
Ma guardate Catullo 66.48:
Iuppiter, ut Chalybon omne genus pereat [perisca, o Giove, la Calibia stirpe], derivato dal frammento 35 di Callimaco, dove l'ut traduce puntualmente e con l'eleganza propria di Catullo, il greco hos.
[Fatto in classe il 1 aprile: versioni da Trogo/Giustino, FL4.116 e 119. Per il 3 aprile: versione da Sallustio, FL4.115, ed esercizio 10, FL4.122].
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