Le 'Adorazioni eucaristiche' del servo di Dio Marcello Labor, a cura di Vittorio Cian
Per saperne di più:
Vita di Marcello Labor Conversazioni con i malati Quaderni di Marcello Labor Marcello Labor and Mitteleuropa (in English)
Per l'adorazione eucaristica: |
Le "Adorazioni eucaristiche" del servo di Dio Marcello Labor
"I santi - disse un giorno Furio Gauss, autore di Il miracolo della neve d'agosto (che potete leggere cliccando qui e poi sul link "Curiosità") - sono tutti al di fuori d'ogni schema." Anche le loro opere; anche queste "Adorazioni eucaristiche" in cui si respira la libertà dei figli di Dio.
- Le "Adorazioni eucaristiche" del servo di Dio Marcello Labor, a cura di Vittorio Cian (Edizioni Messaggero: Padova 2004) si può acquistare nelle librerie o via internet da www.ibs.it (fare clic su ibs.it per particolari sul prezzo e modalità d'acquisto), da www.dvd.it ed altre librerie virtuali; inoltre dal Centro Leonard Boyle (tel. 0444/54 46 32) od al Punto d'ascolto Siloe (tel. 040/30 18 66).
- La presentazione al libro è di monsignor Eugenio Ravignani, l'introduzione, la conclusione ed il titolo sono del curatore monsignor Vittorio Cian.
- Per vedere la scheda dell'editore con la foto della Cattedrale di San Giusto in copertina, gentilmente concessa da Bruno Fachin Editore, Trieste, cliccare qui.
- Per leggere le Riflessioni davanti al Tabernacolo di don Pietro Zovatto pubblicate a pagina 3 di Isola nostra del 15 giugno 2004, cliccare qui
.
- Per vedere la recensione il cui autore fu colpito dal "linguaggio semplice e appassionato" delle Adorazioni Eucaristiche cliccare su Il Regno.
- Ora disponibile: Labor, Marcello, I diari del servo di Dio Marcello Labor, a cura di Vittorio Cian. Si può acquistare nelle librerie, presso il Centro Leonard Boyle, Vicenza, tel. 0444/544632, o via internet da www.ibs.it (cliccare su www.ibs.it per ulteriori particolari e modalità d'acquisto); da www.dvd.it e da altre librerire virtuali.
Rettifica: Questo libro non è, come esposto erroneamente nel catalogo delle Edizioni Messaggero, una biografia di Marcello Labor, ma una raccolta postuma di sue riflessioni trascritte da foglietti che egli lasciava come spunti di meditazione sull'inginocchiatoio riservato alle Lampade viventi davanti all'altare del Santissimo a San Giusto.
Le "Adorazioni eucaristiche" nella vita quotidiana
Renata Zille Tedeschi ha colto un accostamento significativo tra il pensiero di Charles de Foucauld e quello di Marcello Labor. Ecco le preghiere che ella ha proposto ai genitori degli allievi della catechesi parrocchiale a Sant'Antonio Nuovo (Trieste), tratte rispettivamente dalle Meditazioni di Charles de Foucauld e dalle Adorazioni eucaristiche di Marcello Labor (p. 52).
Preghiera
Mio Dio, dammi la fede,
una fede viva, una fede ardente,
una fede che si attacca senza sosta a te,
alle tue parole, e che sia
la radice del più grande amore.
Mio Dio, fa' crescere in me
senza sosta queste due virtù:
che esse si spingano in noi l'un l'altra,
che non cessino di svilupparsi
fino al momento in cui la fede
si trasformerà in chiara visione,
per la tua grande misericordia.
Amen.
Charles de Foucauld
Preghiera
Sono nella bufera, sulle acque irose,
che quasi sommergono questa povera navicella.
E tu dormi, mio Signore Gesù?
Dormi: e mi vien voglia di dirti, come i tuoi allora:
"Maestro mio, proprio non ti interessi di me?"
allora tu ti svegli; e mi rimproveri:
"Come mai non hai fede?"
e io insisto:
"Quale fede vuoi dunque da me?"
tu mi rispondi nel tuo divino misterioso silenzio:
"La fede in Gesù che può tutto;
la fede in Gesù che tutto vuole donare;
la fede in Gesù che vuole tutti salvi per l'eternità"
- Salvami, dunque!
- Salvami dai dubbi di una fede monca.
- Salvami dalla paura, dalla timidezza, dalle incertezze, dalla vertigine delle vette.
- Salvami dal mio egoismo.
- Salvami; e spingimi a donarmi a te, e a donarmi alla fatica e all'amore.
- Salvami dalla neghittosità che mi impedisce di essere tra tutti i santi.
Il Servo di Dio Marcello Labor.
* * * * * * * * * * * *
Qualche nota sulle "Adorazioni eucaristiche"
Nonna Maria era un'anima candida che diceva le cose come le pensava, con sincerità assoluta ed a voce piuttosto alta; e fu cosí che si tramandarono in famiglia alcune sue espressioni pronunciate in tutta serietà, ma immediatamente recepite dagli uditori come battute ed eternate come tali nella cronaca familiare.
Mia nonna era iscritta alle Donne di Azione Cattolica della parrocchia di San Giusto e fu cosí che ricevette l'invito a far parte delle "Lampade viventi" (persone che si impegnavano a trascorrere qualche tempo in adorazione del Santissimo). A casa lei riferí sul suo turno d'adorazione, nel suo consueto dialetto triestino: 'Dale 3 ale 4, me va proprio ben. Finisso [finisco] de far i piati e dopo vado su a San Giusto e per quel'oreta proprio me riposo.'
Questo era prima dell'arrivo di Marcello Labor a San Giusto, poiché nonna Maria morí nel 1946, lui divenne parroco nel 1948 ed il primo messaggio delle Adorazioni è del 13 agosto 1949. Le Lampade viventi già c'erano in parrocchia, ma chissà quante fra esse si accostavano all'adorazione con sentimenti affini a quelli della mia ava. Certo la parrocchia era esanime, se nel suo primo foglietto indirizzato alle Lampade viventi Marcello Labor scrisse: 'La rinascita d'una parrocchia ha inizio con l'adorazione di Gesù Eucarestia.' E questa parrocchia era (ed è) in una città dominata da una borghesia gretta, quella che ci balza incontro dalle pagine famose de La coscienza di Zeno e dormicchia in quelle, meno famose ma dall'italiano altrettanto stentato, di scrittorelli locali. Era questo l'ambiente che vide nascere le Adorazioni ed era a persone cresciute in quest'ambiente - buone, ma terra terra e nuove al mondo dello spirito - che Marcello Labor si rivolgeva con i suoi foglietti dattiloscritti. Fin dal primo messaggio egli propose a queste anime uno scopo apostolico: la rinascita della parrocchia. Se quelli che leggevano i suoi foglietti erano, qualche anno più tardi, anime apostoliche, fu lui a renderle tali.
Le Adorazioni si succedono in ordine cronologico. Ciò ne rende più evidente una particolarità: scrivendo per le sue "fiammelle" (cosí lui chiamava le Lampade viventi), inizialmente Marcello Labor usava il 'noi' o la forma impersonale 'bisogna,' più raramente il 'voi'; ma nelle meditazioni scritte qualche mese più tardi e negli anni successivi, egli si rivolge a Gesù, il suo Dio presente nell'Eucarestia. Ben più intensamente che nei primi messaggi il fulcro dell'adorazione è Cristo, e le fiammelle sono coinvolte nel dialogo fra Marcello Labor e il suo Dio. Il parallelo istintivo sono le Confessioni di Sant'Agostino: non ripiegamenti su se stesso, ma colloquio con Cristo che rende partecipi - attraverso l'unione a Gesù - del colloquio eterno del Figlio con il Padre.
Cos'abbia determinato tale sviluppo, è difficile dire. Forse, dopo sei mesi e più, don Labor conosceva meglio le sue fiammelle e pensò di poter metterle a parte della sua preghiera più intima. O forse queste Adorazioni sono un frutto del lavoro di cesello che lo Spirito Santo compie nelle anime inoltrate nella via unitiva. Nei suoi quaderni di riflessioni Marcello Labor medita spesso sulla povertà che dev'essere, scrive, non tanto assenza di beni materiali quanto prontezza nel dare agli altri le piccole cose che a buon diritto vorremmo considerare nostre: il prestar la matita a chi potrebbe benissimo procurarsene una da sé, il lasciar che gli altri usino le nostre idee come se fossero proprie, il non celare agli altri, se ciò può loro giovare, i pensieri che vorremmo mantenere più intimi. Le Adorazioni sono il frutto di questa povertà non riflessioni redatte per altri, con l'implicita superiorità del prete che istruisce i fedeli, ma la sua stessa anima che Marcello Labor metteva a nudo perché la riempisse la luce di Dio. E poiché le Adorazioni non sono prediche calate dal pulpito per un'assemblea di devoti, ma colloqui al cui centro è Dio, esse convincono e trainano - anzi convogliano.
Trahe me [traimi] è l'espressione della sposa nel Cantico dei Cantici (v. 3). Nell'autobiografia [vedi paragrafo 334] di Santa Teresa del Bambin Gesù, che Marcello Labor conosceva bene, c'è un'interpretazione di questo versetto. Il Signore, dice la santa, mi fece capire che non è necessario pregare perché Egli tragga a sé anche le altre anime. Traendo me - ella dice a Gesù - trarrai anche loro; sarà la conseguenza naturale della mia attrazione verso di Te.
Le Adorazioni sono pregne della consapevolezza che la preghiera - il lasciarsi trainare da Cristo - è sempre, per sua natura, comunitaria, anche se c'è un solo fedele nella chiesa vuota; perché quel fedele è unito a tutti gli altri nella comunità soprannaturale che chiamiamo Corpo mistico di Cristo, e l'anelito a Dio di un'anima è l'anelito di tutte. Ed è questo, credo, il senso delle Adorazioni di Marcello Labor.
[Per quelli che preferiscono l'esegesi biblica patristica all'interpretazione di Santa Teresa aggiungo che l'edizione e traduzione latina del commento al Cantico dei Cantici di Epifanio di Cipro ad opera di Cassiodoro (codice BAV, Vat. lat. 5704), che credo fatte direttamente dal testo greco di Epifanio, non, come generalmente si ritiene, da Filone di Carpasia, esprimono lo stesso concetto: Una est ecclesia et pluraliter ait, curremus, quia licet multi esse videamur, unum tamen sumus in Christo. (La Chiesa è una, e dice al plurale "corriamo," perché benché sembri che siamo molti, tuttavia siamo una cosa sola in Cristo; dal codice Vat. lat. 5704 c. 22v, edizione di Aldo Ceresa-Gastaldo, Torino 1979). Lungi dall'essere effusioni sentimentali, le Adorazioni di Marcello Labor sono saldamente radicate nell'esegesi biblica patristica greco-latina.]
Luciana Cuppo
- * - * - * - * - * - * -
Alzatosi lo seguì (Mc 2:14). Profilo di Marcello Labor tracciato da Antonio Santin.
Pagina iniziale [homepage]
Biografia di Marcello Labor
Associazione Siloe: Amici di don Marcello Labor
Radiotrasmissioni di Marcello Labor ai malati