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In Piemonte si cominciò a dipingere graffiti nel 1981, oggi sono 150 i pittori "murari".
In Puglia, a S. Maria del Bagno vicino Lecce, negli anni '40, un ebreo sfuggito alla deportazione, iniziò a dipingere murales; a Camogli in Liguria, a Diamante in Calabria e in Campania presero piede i pittori naïv con le loro pitture ingenue e colorate.
A Vietri sul Mare sempre in Campania i murales sono in ceramica, alla maniera degli azuleios portoghesi. Mentre a S. Giovanni in Persiceto alle porte di Bologna nel 1982 si iniziò a colorare interi quartieri con scene cinematografiche, dando vita nel 1996 a paesaggi surreali che ancora oggi sono visibili nella piazza principale, dove è stato ricreato un set completamente illusorio.
Nel Lazio a Cervara di Roma si possono trovare molte testimonianze di pittura e l'azienda del turismo locale è molto disponibile.
Nella lontana America negli anni '60 un ragazzo smanioso di ripercorrere in lungo e largo il nuovo continente lascia su muri di ogni Stato, la sua firma: 300 mila schizzi contornati da lettere, Taki 183.
La curiosità che ne scaturì, provocò da parte della stampa la domanda "chi è Taki?"
Esplose così una vera mania della firma: Jean Michel Basquiat, che percorreva strade armato di bomboletta spray per lasciare la sua tag (firma), quando lasciò le strade per le metropolitane (subway) o sui muri, arrivò a dipingere nelle gallerie d'arte.
In Italia la bomboletta arrivò negli anni '80 ed esplose a seguito di gruppi musicali di hip-hop, rap, break dance.
Uno stile di writer, se così possiamo definirlo è l'hip-hop seguito nel nostro territorio da moltissimi ragazzi, mentre l'arte più povera, quella dei messaggi graffiati su muri, la ritroviamo sul pontile di Ostia.
Ma i giovani non hanno spazi per esprimersi e se chiediamo loro (come qualcuno suggerisce) di dipingere in spazi delineati e definiti non ci stanno, preferiscono rischiare ( la legge punisce i writers).
Un esempio di cultura hip -hop e dello stile dei giovani sono rappresentati degnamente dalle nostre metropolitane, che nate in colori abbastanza anonimi, risaltano lungo i binari con disegni di ogni tipo.
Un writer di zona, anonimo, ci dice che per fare un buon disegno occorrono circa 15 bombolette spray (a costi abbastanza notevoli).
Dalla metro B, alla Roma-Lido, alla linea A del centro romano è tutto un pullulare di colori e disegni: segno che dall'età primitiva ad oggi non si è perso il gusto di disegnare, dipingere, colorare, lasciare il proprio segno.
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