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strieri, debbono coprire un percorso ad otto, al centro del quale è disposta una statua lignea del XVII secolo, denominata Quintana.
Sul braccio destro disteso del simulacro vengono appesi anelli di misura decrescente, l'ultimo dei quali misura sei centimetri di diametro. Il cavaliere che avrà infilato i tre anelli nel minor tempo e con minor penalità vincerà il palio della giostra, eseguito da pittori di fama internazionale.
I dieci cavalieri gareggiano per i colori dei rioni cittadini: Ammanniti, Badia, Cassero, Contrastanga, Croce Bianca, Giotti, Spada, Mora, Morlupo, Pugilli.
Essi sono accompagnati in corteggio per la città e al campo di gara dalle rispettive rappresentanze rionali che sfilano indossando i sontuosissimi abiti dell'epoca. Da segnalare che il sabato precedente la seconda domenica di settembre si svolge per le vie della città il tradizionale corteo in cui sfilano tutti i figuranti (oltre 600) in costumi d'epoca. Il tracciato su cui si effettua la gara ha la forma di un otto e sviluppa 754 metri. I bordi sono scanditi da 44 paletti con piccole bandiere che costituiscono la delimitazione della pista. Nell'intersezione delle due diagonali dell'otto è fissato l'antico ed originale simulacro. Il braccio destro, disteso all'infuori, impugna un gancio metallico sul quale vengono appesi gli anelli che dovranno essere infilati dai cavalieri al galoppo.
La lancia di prescrizione è metallica ed ha una lunghezza di 315 cm ed un diametro di 24 o 26 mm.
Il peso complessivo varia da 2 a 3 kg. Gli anelli della prima tornata hanno un diametro di 10 cm, della seconda di 8 cm e della terza di 6 cm. A parità di anelli infilati, la classifica privilegia il cavaliere che ha impiegato il minor tempo complessivo per effettuare le tre tornate di gara: la possibilità di incorrere in varie penalità e il numero dei casi in cui è prevista l'eliminazione rendono la gara assai difficile e complessa. L'abbattimento di una sola bandierina comporta infatti l'eliminazione del rione dalle successive tornate.
I costumi della Quintana si ispirano al periodo storico compreso tra il 1580 ed il 1618 sulle testimonianze delle fonti iconografiche umbre che mostrano fogge di carattere spagnoleggiante, per le donne: gonna a cono, sostenuta dal verdugale, corpetto a cono rovesciato, doppia manica e collo a gorgiera, a cui fa riscontro la moda italiana, piu morbida e meno accollata; per gli uomini calzoni moderatamente ampi legati sotto al ginocchio con nastri annodati a fiocco, giuppone o farsetto con maniche intagliate.
Le stoffe, preziosissime, sono di velluto, damascate, broccato in seta e arricchite di passamaneria e ricami sontuosissimi.
Foligno, conosciuta come città operosa ed aperta al commercio, da sempre ha avuto centri di ristoro per viandanti e mercanti.
Oggi rivive questa sua caratteristica ricca di folklore attraverso l'apertura delle taverne, dieci quanti i rioni della città, che ci ripropongono piatti d'epoca, nati da un'attenta ed accurata ricerca non solo di cuochi esperti ma anche di studiosi.
Riproposte nel 1975, continuano ad offrirci ogni anno angoli caratteristici ravvivati dall'entusiasmo dei giovani e dalla passione dei contradaioli: il vino scorre a fiumi tra bruschette varie, coratelle, minestre di farro, all'uva sultanina, legumi, lumache, maiali arrosto, agnelli, piccioni ripieni, strangozzi e penne all'arrabbiata.
A meno di 200 chilometri dalla XIII Circoscrizione di Roma, la Giostra della Quintana di Foligno rappresenta un'ottima occasione per una piacevole gita settembrina.
Per informazioni e prenotazioni alberghiere: 0742-35.44.59 (Azienda di Turismo e Soggiorno) 0742-35.40.00 (Ente Giostra).
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