Traffico: problema principale della XIII Circoscrizione (o Roma Marittima che dir si voglia), in particolare del suo entroterra: quartieri che fino a qualche anno fa non sapevano cosa significasse un semaforo, in cui il parcheggio di fronte casa era un sacrosanto diritto e dove l’inquinamento acustico un termine a dir poco anacronistico hanno visto palazzi e palazzi costruiti intorno a strade interpoderali vecchie di trent’anni, che ora chiaramente scoppiano di auto.
Il perverso meccanismo “abusivismo-sanatoria” ha dato vita al “Corvialetto” di Malafede; licenze edilizie sono state rilasciate in spregio a ogni logica di rispetto ambientale.
In assenza di bacchetta magica, il traffico nei nostri quartieri si può ridurre solo in due modi: diminuendo il numero delle auto circolanti e/o costruendo nuove strade, visto che quelle esistenti sono fin troppo congestionate.
Dando, ad esempio, ai cittadini la possibilità di usufruire dei mezzi pubblici, quelli su rotaia e già esistenti in primis: la Roma-Lido attraversa un territorio di quasi centomila abitanti e prevede una sola stazione principale, Acilia, le cui difficoltà di raggiungimento spingono i meno temerari a desistere: i quarti d’ora di coda su Via Macchia Saponara e i chilometri di girotondo alla ricerca di un parcheggio in Largo Bertolla operano una selezione darwiniana, per la quale solo i migliori capiscono che, nonostante tutto, è ancora il caso di insistere.
Gli altri preferiscono lamentarsi delle mezze ore (abbondanti!) necessarie a raggiungere in auto l’Eur dalla C. Colombo nelle ore di punta.
Ma di costruire la nuova stazione di Acilia Sud e di Via Canale Palocco (necessaria, fra le altre cose, perché si possa raggiungere la stazione anche da Casalpalocco) si parla da anni e, chissà perché, non si riescono a trovare i soldi per costruire un paio di pensiline dove far fermare il treno.
Nonostante non servano megacostruzioni, perché di cemento, in XIII, ne abbiamo anche troppo!
Nel frattempo, però, i palazzoni escono fuori come funghi...