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Non è a Venezia e non serve la gondola per visitarlo.
Alle già numerose attrazioni archeologiche e naturali del nostro territorio, si sta aggiungendo da qualche mese (troppi, per la verità) una nuova “perla” turistica, visitabile peraltro anche in bicicletta: il “Ponte dei sospiri” di Via Cesare Maccari, un vero e proprio monumento all’incapacità degli amministratore della cosa pubblica.
La cosa pubblica è quella particolare cosa che, poiché teoricamente di tutti, finisce per non essere gestita da nessuno, perché c’è sempre qualcosa di meno pubblico e di più privato da fare.
Nel caso in questioni, si badi bene, non si tratta di trovare fondi o di superare difficoltà tecniche per costruirlo.
Il ponte è pronto da mesi, transennato alla buona con plastica e blocchi di cemento e va solo reso agibile: il problema è nell’apposizione della segnaletica!
Ora, capirete bene che, di fronte a simili ostacoli, anche le migliori intenzioni e capacità progettuali e di disciplina del traffico trovino nella burocrazia e nella cultura del palleggio di responsabilità dei nemici insuperabili.
Tuttavia è lecito sperare (sono ottimista per natura e finché qualcuno non mi dimostrerà che ad essere pessimisti si vive meglio) che entro il 2000 tale problema sarà risolto da qualche “manager” dotato di buon senso superiore alla media e potremo dunque tutti percorrere il ponte felici e contenti.
Sorgerà però un nuovo problema: cosa fare di amministratori tanto rapidi, efficienti e illuminati?
Non sarebbe uno spreco di risorse lasciarli alle prese di problemi così insignificanti?
Una soluzione ci sarebbe. Promoveatur ut amoveatur, dicevano i Latini.
Seguiamo allora i loro consigli: un bel biglietto aereo destinazione Messina, città nella quale, per tutto il prossimo secolo, potrebbero dar sfoggio di tutte le loro innate capacità progettuali e gestionali nei confronti di ponti ben più impegnativi.
Con la raccomandazione che il biglietto sia di sola andata!
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