C.d.Q. Acilia 2000
"Erba voglio" ed "erba do"
di Edoardo Foti

Impegnarsi nel sociale, impiegare il proprio tempo libero nel tentativo di migliorare la qualità della vita del quartiere dove si vive è quasi sempre gratificante: talvolta si ottiene più di quanto si possa raccogliere sul posto di lavoro.
Il rapporto tra impegno e risultati diventa positivo quando le istanze di un Comitato di quartiere e la volontà di fare di un amministratore pubblico si incontrano.
Così è facile, ma non scontato come pensa il comune cittadino, a volte poco informato, ottenere una serie di interventi che migliorano la vita di tutti: alberi nel parco, panchine, fontanelle, rifacimento del manto stradale, telefoni pubblici, giornalaio, sgombero di aree occupate, parcheggio alla stazione, moduli gioco, miglioramenti della rete fognaria e quant'altro.
Il rapporto diventa negativo quando allo scarso impegno di politici e amministratori si aggiunge il menefreghismo, scarsa cultura dell'ambiente e poco rispetto degli altri da parte di una minoranza di cittadini.
È vero, ad esempio, che non si è ancora bonificata l'area vicino alla Posta di Via Bocchi, ma materassi, cartacce, scatole, buste della spazzatura e mobili rotti non si depongono da soli: qualcuno li avrà pure depositati! Le panchine nel parco da chi sono imbrattate?
Chi rompe la staccionata intorno al parco? Chi scorazza con le moto smarmittate per il quartiere? Chi imbratta muri e panchine? L'elenco potrebbe continuare e fiacca, talvolta, la volontà di chi ha tanta voglia di operare per il quartiere.
A lungo andare scopri di essere un Sisifo come tanti. Forse la risposta sta proprio nel titolo: insieme all'"erba voglio" bisognerebbe chiedersi a che punto si sta con l'"erba do".

C.d.Q. Acilia 2000
Somm. Ago./Sett. '99 - N° 33

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