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In queste ultime giornate di fine estate, il dibattito politico ha focalizzato la sua attenzione su di un problema che molti sembrano scoprire soltanto adesso, ma che i più avveduti reclamano da tempo: il ripristino della legalità.
Per anni una simile richiesta, ovvia in un contesto sociale sano, è stata tacciata ora di razzismo, ora d'autoritarismo e via farneticando.
Il richiedere il rispetto delle regole sociali appariva come una bestemmia, frutto di un perbenismo becero e superato.
Ad essa si contrapponeva quella teoria tipica della nostra cultura politica, che tende a far decantare i problemi, nella speranza che il tempo trovi la giusta soluzione.
Un modo per non prendere posizione e quindi per non scontentare nessuno.
Questo metodo è stato adottato nell'ultimo decennio nei confronti dei nomadi: molti sociologi improvvisati hanno creduto di poter agevolmente risolvere il problema senza tener conto delle diversità culturali e di quali valori, per noi inaccettabili, erano portatori.
Chi aveva la sventura di vederseli posizionare nel proprio, non doveva far altro che accettarli, unitamente alle loro scorrerie, ai furti e alle condizioni igieniche disastrose che ne derivavano, se non voleva passare per razzista.
La situazione, oggi, sembra non dover cambiare, nonostante tutto il bla-bla-bla che si sta facendo sui giornali e tale preoccupazione è stata avvalorata dalla situazione che si è venuta a determinare a San Giorgio di Acilia, in Via Saponara (angolo Via di Macchia Saponara), ove un consistente numero di nomadi-giostrai (che non si capisce quando lavorino se non durante l'estate) ha occupato senza alcuna autorizzazione un pubblico parcheggio con roulotte gigantesche.
Aggiungendo altro degrado a quello dovuto allo sfasciacarrozze e creando seri problemi igienici, vista l'assenza di allaccio in fogna, acqua e luce.
A nulla sono valse le denunce del presidente della Circoscrizione, Massimo Di Somma, né la risoluzione presentata dal sottoscritto e votata a larghissima maggioranza dal Consiglio.
Ancora una volta alle parole non seguono i fatti e sempre più mi convinco che questo nostro Paese dovrebbe essere giustamente rappresentato dalla maschera di Pulcinella, senza offesa per quest'ultimo.
Carlo Barretta - consigliere D.S. in XIII
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