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Percorsa dai camion che si dirigono verso i cantieri interni, pericolosa per chi vi incappa nei giorni di grosso traffico per evitare gli imbottigliamenti sulle due arterie che uniscono Ostia a Roma.
Il traffico sulla via, che unisce l'Ostiense alla Cristoforo Colombo, ha stravolto non solo la flora e fauna del luogo, (fiore all'occhiello di quelle associazioni ambientaliste che vi operano) ma anche le frequentazioni: da strada di "signorine" e coppiette in cerca di intimità negli anni ‘70-’80 a strada di collegamento cementificato.
Certo, se si poteva chiamare allora strada degradata, ora se ne deve dire ben altro, poiché le strade laterali aperte per i cantieri sono numerose e si immettono direttamente nel centro in costruzione a caricare maggiormente il traffico e rendendo così invivibile la vita dei residenti.
Le battaglie di alcuni anni or sono per evitare la costruzione di queste migliaia di appartamenti non hanno prodotto l'effetto sperato, i piani alti svettano tra il poco verde rimasto e quei metri cubi lasciati lasciano mal sperare per il futuro.
Eppure la macchia mediterranea, gli uccelli, l’antica via romana, i siti archeologici che insistono nel territorio potevano forse suggerire qualcosa ai vari ministri succedutisi negli ultimi decenni.
Niente da fare. Ma quanto si deve attendere per avere la sicurezza viaria di chi vi transita?
Vogliamo rendere vivibile e sopportabile questo scempio, oppure fare come il centro abitato di Malafede, la consorella che si affaccia su via di Acilia; anche lì non hanno ancora risolto il problema della via principale (quella che porta poi all'interno dell'abitato) e si continua a costruire.
Ma forse storia vecchia non fa notizia...
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