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Anche quest'anno il desiderio di cambiare totalmente ambiente ed atmosfera ha avuto il sopravvento e invece del mare ho preferito andare in montagna. Dolomiti: Trentino, Alto Adige.
In montagna, infatti, sembra che ancora certi aspetti positivi dell'essere umano mantengano il primato su quelli negativi: rispetto dell'ambiente e del prossimo, mancanza di inquinamento acustico ed elettromagnetico.
Rispetto, insomma, delle regole della convivenza civile.
Andare per sentieri, incontrare degli sconosciuti che ti salutano in tedesco, in veneto o altri idiomi e rispondere al loro saluto ti fa sentire bene.
Purtroppo, alla fine, bisogna tornare a casa, nella periferia di Roma. Quel "purtroppo" si giustifica da una serie di considerazioni e realtà che ti coinvolgono in poche ore dal rientro.
Faccio qualche esempio. Da tempo non passavo per Via di Acilia. Mi accorgo che i primi palazzi dell'Axa che da Via Menandro si affacciano su quella via sono stati oscurati.
Una sorta di eclissi di sole a carattere locale. Causata dal “palazzone Ligresti”, bloccato a suo tempo per ragioni di impatto ambientale.
Ora il palazzo sta per essere ultimato, solo che se ne sono aggiunti altri due.
Le ragioni sono state, per miracolo, rimosse. Un consigliere circoscrizionale, serio, coscienzioso e illuminato, qualche tempo fa mi disse: "Ho paura che con il Giubileo rom, extracomunitari, barboni e quant'altro vengano trasferiti in periferia, oltre il raccordo anulare. Spero che non facciano questo errore."
Lo stanno facendo. Basta leggere quello che sta succedendo nel quartiere Massimina e in prossimità dell'Aurelia.
I pellegrini, si sa, vivono con la testa rivolta al cielo e così, come a chi succede a chi sta sempre col naso all'insù, rischiano… di "acciaccarla"! Scusate il termine, ma è così!
Cosa possono "acciaccare"? La realtà: degrado, borseggi, sporcizia, elemosine, truffe. È consigliabile, pertanto, togliere il degrado dalla città eterna e portarlo in periferia.
Ogni anno vengono segnalate per tempo quelle aree che dovrebbero avere un minimo di manutenzione (come l'area dove forse un giorno sorgerà il centro sanitario di Via Bocchi) per prevenire incendi e abbozzi di discarica.
Puntuale l'incendio si è verificato. L'area prospiciente la Posta di Via Bocchi sta già diventando una discarica.
E cosa dire dell'abusivismo delle insegne pubblicitarie poste ovunque: nel parco Arcobaleno, sui marciapiedi.
Andate a vedere l'angolo tra Via Bocchi e Via Funi ad Acilia Sud. La macchina che arriva e gira per Via Funi rischia di non vedere il passante e, il passante, la macchina, entrambi ostacolati dalle insegne.
È possibile che quello che si fa rapidamente al centro di Roma in termini di controlli ed applicazione del divieto diventa difficile in periferia?
So già che queste considerazioni andrebbero supportate con argomentazioni più approfondite e meno superficiali.
Qualche politico potrebbe liquidare il tutto con la solita parola magica: demagogia.
Il tragico è che la realtà, comunque, non cambierebbe di una virgola neanche dopo aver pronunciato la parola magica.
Voglia di ripartire, appunto.
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