Fatti e misfatti sul Canale Palocco
di Luca Leonardi

Molti lettori di Zeus hanno telefonato in redazione per chiederci lumi sui lavori per l'adeguamento dei ponti sul canale Palocco, resisi necessari per aumentarne la portata nei tratti in cui costeggia il Consorzio di Casalpalocco e interseca Via Alessandro Magno (2 volte) e la Cristoforo Colombo.
In tali punti infatti, l'ostacolo al deflusso delle acque, provocato dalla strozzatura dovuta ai ponti, causò nel passato, nel caso di forti e persistenti piogge, la tracimazione del canale nelle aree circostanti.
Il Consorzio di Bonifica Tevere e Agro Romano ottenne pertanto dalla regione Lazio il finanziamento delle opere e nel marzo '99 sono iniziati i lavori. E qui viene il bello.
Per presentare immediatamente il progetto esecutivo, era stato inviato alla Regione Lazio il solito progetto di ponte che si è sempre costruito nelle zone agricole del Lazio e della Toscana: travi in cemento armato, alte 90 cm, che creano l'unico inconveniente di formare con il piano stradale preesistente un dosso di circa un metro.
Sfortunatamente, però, i due ponti in rifacimento insistono in un'area completamente urbanizzata (Casalpalocco) per cui le rampe di accesso avrebbero creato problemi alle abitazioni costruite, a suo tempo, in vicinanza dei ponti, sia per quanto riguarda i passi carrabili che per i muri o le siepi di cinta a protezione della privacy.
Sarebbe bastato un semplice sopralluogo per rendersene conto, è stato invece necessario il pronto intervento dei consorziati abitanti vicino i ponti in questione e del Consorzio di Casalpalocco, i quali, intuendo cosa sarebbe successo vista l'altezza dei travi, hanno ottenuto la sospensione dei lavori e si sono incontrati, il 28 aprile scorso, con l'ing. Besson, della Regione Lazio.
"Dopo una serie di riunioni - ci dichiara il geom. Marco Guerra, del Consorzio di Casalpalocco - la Regione Lazio ha ordinato al Consorzio di Bonifica di presentare una perizia di variante tecnica per ridurre l'altezza dei travi del ponte a meno di mezzo metro, perizia che è stata inoltrata lo scorso 9 giugno.
Ciò ha reso necessario dimezzare la luce dei ponti e la lunghezza dei travi orizzontali da 20 a 10 metri, utilizzando una pila centrale di cemento armato per sostenere i travi, ovviamente meno alti."
"Ci siamo dichiarati d'accordo al nuovo progetto
- ci conferma Luigi Filippo Alonzo, vicepresidente del Consorzio di Casalpalocco - in quanto la presenza della pila centrale avrebbe innalzato il livello del canale di soli 2 cm, secondo la studio fatto a suo tempo dal compianto ing. Ottolino.
E così, a settembre, i lavori sono ripresi. "
Resta il fatto, tuttavia, che un ponte in ferro, certo più costoso, avrebbe permesso di non variare il piano stradale, ma sembra che i soldi disponibili non permettano mai la soluzione ottimale. Tutto bene quel che finisce bene, dunque? Certamente, perché siamo sicuri che, visti i precedenti, l'opera di vigilanza del Consorzio di Casalpalocco continuerà con la consueta attenzione…

Il Consorzio Palocco
Somm. Ott. '99 - N° 34
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