Intervista a:

Vincenzo Cerami
di Silvia Tocci

La vita è bella per Vincenzo Cerami, lo sceneggiatore del film Oscar di Roberto Benigni, del quale tanto si è parlato e per il quale ha ricevuto encomi e premi.
Ma Cerami non ne fa un vessillo, per lui è un nuovo successo, l'ultimo in ordine di tempo, e dai suoi occhi non traspare superbia: Cerami non vuole essere "targato" La vita è bella.
Durante la cerimonia del 30 ottobre scorso presso il teatro S. Carlo da Sezze, in cui è stata sua mamma, l’axapalocchina Adalgisa, a ricevere una targa per i meriti artistici, Vincenzo Cerami ne ha parlato come un'esperienza profonda, che ha portato a lui e a Benigni notorietà oltreoceano.

"Del nostro film se ne parla tanto, in America fanno anche dei seminari nelle università, dove ci invitano continuamente a spiegare come è nata l'idea, a raccontare le tecniche di sceneggiatura e di regia, la scelta degli attori, e le mille altre problematiche che ci si sono poste quando decidemmo di trattare un argomento così delicato, senza cadere nei soliti schemi narrativi.
E dovete sapere che è stato il primo film europeo ad uscire in Cina e a riscuotere tanto successo!

La vita è bella ci viene dietro come un figlio, ma io e Roberto stiamo già pensando al prossimo film... Non posso dirvi nulla, ovviamente!”

Questa è la bella vita con Benigni, ma senza di lui Vincenzo Cerami che sta facendo, e cosa farà?
Per ora i miei impegni da "solista" sono a teatro: fino a gennaio sarò a Milano dove sarò anche attore, oltre che sceneggiatore con lo spettacolo Canti di scena. Poi a fine gennaio andrà in scena un grande musical che ho preparato in onore della figura di San Francesco d'Assisi. La particolarità sta anche nel fatto che stanno costruendo un grande teatro apposta per l'evento.
Oltre a recitare in teatro?
Devo finire di scrivere un libro entro la fine dell'anno. Mi porterò il computer a Milano: scriverò la mattina e reciterò la sera.
Al cinema lavori solo con Benigni?
No, c'è un altro film in uscita, hanno iniziato da poco il doppiaggio, il protagonista è Harvey Keitel, la regia del grande Sergio Citti.
Zeus è un giornale attento alla realtà locale, e la domanda che poniamo di consueto ai nostri intervistati è: cosa pensa di Casalpalocco?
Casalpalocco è un luogo al quale sono fortemente affezionato.
Qui vive mia sorella, con mio cognato e i miei nipotini; si chiama Alessandro e aveva un negozio di abbigliamento a Piazza Eschilo.
E soprattutto qui vive, insieme a mio fratello, la mia mamma...
Per cui passo qui tutti i Natali, le feste e tutte le altre occasioni in cui posso vedere la mia famiglia.
E poi è bellissimo, certe volte per l'aria che si respira sembra d'essere in California o a Miami!
Sono legatissimo a questo quartiere, non riesco a immaginare la mia vita senza Casalpalocco!
E poi sarò grato tutta la vita a questo luogo incantato perché ha fatto rinascere mia madre, è risorta, le ha reso felice la vecchiaia: ha trovato delle amiche fantastiche, personalità coraggiose, spigliate, giovanili, con cui lei vive ogni giorno.
Io sono grato a tutte loro, sono grato a Casalpalocco per tutto questo: qui la vita è molto bella!
Peccato che non possa stabilirmi qui, con tutti i viaggi che faccio, con le relazioni che devo intrattenere a Roma, scrivo anche su La Repubblica, sarebbe un dramma.
Allora potrebbe venire anche lei a vivere qui quando smetterà di girare il mondo?
Perché no, anche se con tutto il lavoro che ho la data potrebbe essere molto lontana!
Un'altra curiosità: anni fa su La Repubblica uscì una specie di rebus, che riguardava Benigni. Tutti cercavano Roberto e lei disse che la risposta di Roberto era stata: "CCC", tre C: ma che significa?
Ah, ah, semplice, la soluzione è: SemiCerchi, non Ci sono!

Le interviste

SOMMARIO Nov. '99 - N° 35
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