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Andrea, com'è nata l'idea Frantic?
Ho iniziato l'avventura nel campo dell'abbigliamento nel 1990 in Indonesia con camicie patchwork, poi l'esigenza di cambiare, di rinnovarsi dal punto di vista creativo mi ha portato sulle Ande, dove esiste una recente ma solida tradizione di tessitura a mano e una manodopera altamente specializzata.
E che magari costa poco...
Guarda che, a comprarli in Italia, forse li pagherei di meno, ma non sarebbero gli stessi maglioni. Con una moda italiana indirizzata verso prodotti massificati e industriali, chi produce ormai più in Italia maglioni fatti esclusivamente a mano, come quelli fatti con i ferri della nonna?
A proposito, perché il nome Frantic? Non è un termine andino, né tantomeno un termine da nonne!
Più che "frenetico" mi piace nell'accezione inglese di "fuori di testa", anzi di "fuori dagli schemi", come ad esempio quelli dell'occupazione intesa in maniera classica e limitata ai confini della XIII.
La tua massima soddisfazione?
Nel 1995 abbiamo esposto per la prima volta a Pitti Immagine Uomo: per noi era come entrare nella fossa dei leoni ed è stato bellissimo vedere, tra troppe giacche e cravatte, i nostri clienti indossare i coloratissimi maglioni della Frantic!
Andrea sta partendo ma i suoi maglioni restano: da Radio Londra ad Ostia (Via delle Baleniere), nei 4 punti vendita Blu Marlin, da Bassetti in Via della Vite, Ponderosa in Via Cipro e USA.to in Via Leonori. Oppure potete contattarlo digitando FRANTIC@mclink.it
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