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Caro Direttore,
nella annosa questione tra il Consorzio di Casalpalocco ed il sig. Corvini non si può non ammettere che quest’ultimo ha gestito un ottimo affare.
Anch'io gliel'ho favorito, non partecipando all'asta dei beni e non offrendo oltre i 260 milioni: ma il partecipare ad una astazione di beni e di strutture richiede esperienze non comuni in ogni aspetto.
Ritengo infatti esemplare che il mio giardino di circa 400 m² - separatamente dall'immobile - possa valere almeno 200 milioni e che Corvini con 260 milioni si sia aggiudicata la superficie di 22 ettari e - su di essa ubicati - anche i manufatti, le strutture, le infrastrutture, i capannoni a suo tempo utilizzati a plessi scolastici su terreno edificabile per realizzare uffici ed alloggi del Personale comunale operante nel nostro territorio.
E non basta poiché, mi dicono, oltre ogni particella catastale descritta nell'atto, i Liquidatori della Società Generale Immobiliare gli hanno ceduto "quanto altro - non descritto in atto - che possa comunque competergli in quanto ubicato sui 22 ettari": la diatriba si trascina e non siamo in grado di prevederne l'esito, cioè se Corvini avrà definitivamente le sue ragioni ovvero se la Magistratura vorrà depennare dai beni acquisiti in asta quelli di peculiare interesse di tutti noi.
Chi vivrà vedrà. Auguriamoci perciò reciprocamente lunga vita.
Nel frattempo non voglio continuare a guardare le stelle, non voglio continuare a rincorrere Corvini - anche perché, non neghiamolo, molti consorziati sono amici del ... giaguaro, nel senso di stare palesemente dalla parte di Corvini perché - con peregrine motivazioni - vogliono stare contro il CdA del Consorzio: questo è autolesionismo della proprietà e della comproprietà.
Molti di Voi invocano un accordo con Corvini, ma per farlo bisogna essere in due, quindi il sig. Corvini ci dica che cosa intende per accordo - ma se intanto continua a vendersi appezzamenti di terreno che appartengono al verde pubblico di Palocco, che appartengono al nostro verde, allora non c'è accordo che tenga.
Quindi in virtù della mia indipendenza di pensiero e di azione sono intenzionato a chiamare in giudizio i Liquidatori della S.G.I. Voglio farlo individualmente - pur rischiando denaro in spese legali che andranno tuttavia a tutelare i miei interessi di ben maggiore portata.
Mi spiego: allorquando ho acquistato dalla S.G.I. la mia unità abitativa - in virtù della convenzione con il Comune, dello statuto del Consorzio, dei regolamenti di condominio e intercondominiali - ho avuto ragione di credere che con la singola proprietà acquisivo diritti sostanziali e non soltanto d'uso di strutture e infrastrutture di urbanizzazione: ad esempio i manufatti adibiti a sede amministrativa del Consorzio, i capannoni di ricovero automezzi, la centrale di sollevamento e il vascone di accumulo di acqua irrigua, il depuratore etc. - ma repentinamente, con la cessione dei beni a favore del sig. Corvini, apprendo che, se è vero che dette strutture sono di mia comproprietà avendone pagata la quota parte con il prezzo dell'appartamento (e qui -come si suol dire- casca l'asino e con l'asino cadiamo tutti noi) dette strutture e infrastrutture insistono su terreni che i Liquidatori della S.G.I. hanno ritenuto di poter offrire al migliore offerente e Corvini li ha acquisiti.
Questo significa che il sig. Corvini, lasciandoci la comproprietà, potrebbe pretendere da noi il canone di insistenza di dette strutture su terreni acquisiti nella gara d'asta.
Ma se il Sig. Corvini con questo assunto ci chiederà milioni, milioni e milioni per l'occupazione dei suoi terreni, il bilancio del Consorzio di Casalpalocco non sarà più di tre miliardi ma di sei, di sette, di otto: chissà !!!
Posso quindi prevedere che sarò chiamato a pagare spaventosi contributi di gestione dei servizi consortili e volendo (non so quando) alienare la mia unità abitativa, essa risulterà gravata di spropositati oneri che ne renderanno difficile la vendita.
Voglio vederci chiaro. Perciò chiamerò in causa i Liquidatori della S.G.I, per accertare i danni - sia pure per ora presunti - che coincidano sulla svalutazione del prezzo di mercato del mio appartamento, sullo svilimento ambientale e sull'alterazione dell'equilibrato piano di urbanizzazione.
E se danni risulteranno ne pretenderò il risarcimento.
Approfitto inoltre dello spazio concessomi per comunicare ai lettori di Zeus che, per conflittualità verso un componente del Collegio dei Revisori dei Conti, mi sono dimesso, dopo ben 19 anni, dalla carica di Consigliere del Consorzio di Casalpalocco.
Giuseppe Gallerati
Egregio Direttore,
vorrei, attraverso queste righe, ringraziare di tutto cuore gli addetti dell’anagrafe di Acilia, i quali, lo scorso 22 novembre, si sono rivelati di una gentilezza e di una competenza estrema nella soluzione di un problema legato alla mia carta d’identità scaduta.
Mettendosi prontamente in contatto con il mio comune di residenza (Teulada) sono riusciti a rinnovarmela in tempo record, consentendomi così di non perdere l’aereo per Londra. Mille grazie!
Alessandro Contu
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