Intervista a:

Cristiano Zanetti
di Silvia Tocci

"Di solito rifiuto le interviste, soprattutto quelle televisive perché è facile dare un'impressione errata, distorta, della tua vera essenza. È facile essere fraintesi,  è facile per la stampa adattare dichiarazioni date ad argomenti diversi dal vero ambito in cui sono state fatte. Mentre io preferisco rimanere me stesso, è meglio che il pubblico non mi conosca affatto anziché in modo non esatto.
Voglio restare quello che realmente sono, cioè un ragazzo impegnato per vincere con la sua squadra  e a dare sempre il meglio per se stesso e per i compagni".

È forse per questo che i tifosi della Roma non hanno mai sentito o letto interviste a Cristiano Zanetti: lui è un calciatore, non un uomo di spettacolo, o meglio si sente un ragazzo "normale", fortunato, ma con tutte le caratteristiche di un 22enne impegnato in qualcosa in cui veramente crede.
Per
Zeus è quindi un  vero onore che Cristiano ci abbia dedicato un po' del suo prezioso tempo, e un grazie iniziale ci sembra il minimo, soprattutto per la fiducia nel nostro giornale. Forse quest'intervista non compenserà tutte quelle non concesse alla stampa intera, ma speriamo che i lettori, tifosi, siano almeno sufficientemente appagati dalle dichiarazioni di un razionale e caparbio Cristiano Zanetti.

Dallo scorso agosto centrocampista della Roma in serie A, nonché in Nazionale under 21, sempre più presenze in campo, protagonista anche dell'ultimo derby, ti sei fatto squalificare per due giornate! Come è iniziata la tua avventura nel mondo del calcio?
Sono nato per il calcio, a 12 anni già mi ero trasferito da Massa, dove sono nato, a Firenze per avere più possibilità. Nella città toscana sono rimasto fino ai 19 anni, quando poi sono approdato al Venezia in serie B, e lì ho giocato un anno. Poi ancora un anno l'ho passato a Reggio in prestito dal Venezia, e poi sono arrivato al Cagliari, la squadra che mi ha permesso di essere notato e scelto addirittura da due grandi squadre, la Roma e l'Inter.
Tra le due ti si è aggiudicata la Roma, o meglio ora stai giocando con la Roma, ma sei in comproprietà con l'Inter. Come ti trovi con la tua attuale squadra, con i tuoi compagni?
Ti rispondo che mi trovo molto bene, ma non per retorica o per obblighi "morali". I miei compagni sono bravi, hanno grande esperienza e quest'anno abbiamo trovato un nuovo vigore, sicuramente anche grazie al nostro allenatore, che ha uno stile ineccepibile. La Roma è una grande squadra con tutti i reparti equilibrati e a posto. All'ultimo derby si è visto ad esempio un Marco Delvecchio in gran forma, ma tutti stiamo dando il meglio per rimanere ai vertici fino alla fine.
A proposito del derby, tu che sei da poco alla Roma e non sei romano pensi di averlo vissuto intimamente quanto, ad esempio, capitan Totti?
In effetti possono esserci delle differenze tra i giocatori nell'affrontare il derby, in quanto appunto la stracittadina è vissuta più profondamente da chi è della città stessa, ma non significa che io non abbia provato forti emozioni e non abbia combattuto come gli altri romanisti-romani per vincere.
E poi il risultato è stato strepitoso, era da tanto che i romanisti, giocatori e tifosi aspettavano una giornata così entusiasmante.
Da cosa è dipeso allora questo successo, diamo merito a Capello?
Fabio è la persona giusta, è molto apprezzato dai tifosi, ed è importantissimo per il morale di tutti, e poi finora ci ha fatto vincere. Il suo merito è pieno.
Raccontaci la tua giornata, e come vivi la tua vita da campione.
Sono uno che pensa alla giornata, che vive affrontando uno alla volta i problemi e le esperienze che mi si pongono davanti, sono molto concreto, e ripeto, affronto la vita momento per momento. Ora mi divido tra il calcio, gli allenamenti, le partite e il servizio militare, per cui non ho molto tempo per altre cose, pensa che ancora non ho visitato il centro di Roma.
E infatti tu vivi, o meglio hai casa, visto che stai sempre fuori, proprio qui a Casalpalocco, come molti altri tuoi compagni…
Certo, infatti quando dovevo scegliere dove risiedere a Roma, Francesco Totti mi disse che dove stava lui, cioè Palocco, era bellissimo e che lui l'aveva scelto subito!
Aveva ragione, a me ricorda Forte dei Marmi, perché è così verde, pieno di prati e alberi. E poi la gente è simpatica, discreta, qui si può andare in giro tranquilli.

Oltre che a casa tua a Casalpalocco, dove vai in zona quando hai una sera libera?
Sono stato al cinema a Cineland a Ostia, che è veramente un luogo fantastico, e poi di solito vado dai miei amici, che per il momento sono i miei colleghi e pochi altri: sai ancora non ho potuto dedicare molto tempo alle relazioni per via dei miei impegni, ma con loro passiamo lunghe serate divertenti in un ristorante di Ostia, "Al Pescatore" di Luciano Felici.
Devo dire che lì sto molto bene, si mangia meglio e Luciano e la sua famiglia sono dei grandi amici!
Ultima domanda: cosa vorresti dal nuovo anno?
Continuare così!

Cristiano, sei stato gentilissimo, magari ci rivediamo proprio "Al Pescatore"!  Vogliamo augurarti un in bocca al lupo grandissimo per la tua carriera e la tua vita, e speriamo che l'esperienza con
Zeus si ripeta al più presto! Grazie!

LE INTERVISTE
SOMMARIO DIC. '99 - N° 36
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