Storie inventate e lacrime vere
di S.N.

La compagnia Noi Grandi di Adalgisa Cerami ha ripresentato, questa volta in un vero teatro, due pieces che già avevano riscosso successo: Quando penso a te, io canto di A. Cerami e La patente, liberamente tratta dall'atto unico di Pirandello, il tutto inframezzato da canzoni, romanze e poesie.
Davanti ad una platea gremita, gli attori, tutti dilettanti ma di valido spessore, hanno al meglio interpretato le parti loro assegnate.
Nella prima pièce ci ritroviamo in una carovana di zingari con i loro problemi quotidiani complicati dal fatto di aver raccolto tra loro Matteo (interpretato da Flavio Polisetti), un moribondo manager che, ingiustamente accusato di appropriazione indebita, aveva cercato di suicidarsi.
Complici le amorevoli cure di Zaira, Regina degli zingari (al secolo Fiora Lorenzetti), sboccia fra loro un tenero sentimento ma.... come in ogni storia d'amore che si rispetti, ecco spuntare il triangolo.
Avvisata dal Commissario De Carolis (un credibile Lucio Leonardi che, con la sua presenza, riempie figurativamente, e non solo, il palcoscenico), compare la moglie di Matteo (Patrizia Farneti) che, con una stupenda interpretazione e con l'ausilio di vere lacrime di dolore, riesce a convincere Matteo a tornare da lei.
Il dramma è all'epilogo, ma il finale questa volta è incruento: il messicano Josè (Antonio Cabella) impedisce a Zaira di suicidarsi e la convince che fra lei e Matteo esiste un abisso incolmabile e che deve restare nel suo mondo, quello degli zingari.
Ai principali personaggi fanno da contorno, bene abbozzati, gli altri zingari della carovana, la cartomante Dosolina (Wally Ursini), le zingare confusionarie (Maria Lentini e Maria Bordonaro) e gli svampiti Ivan e Manolo (Vito Lentini e Bernardo Tacito).
Nell'intervallo abbiamo potuto ascoltare le belle voci di Enzo Cuoco e Flavio Polisetti.
Nel secondo spaccato di vita in una Corte di Giustizia, la fa da padrone un possente Giudice (Lucio Leonardi, ancora lui!) alle prese con Dommimì lo jettatore (un convincente Antonio Cabella) e sua sorella (Wally Ursini).
La bravura del terzetto è fuori discussione e tale da non far rimpiangere attori più famosi ed affermati.
Valido contorno sono stati gli avv. Raf e Mirabella (Patrizia Farneti e Fiora Lorenzetti) e spumeggiante dessert l'avv. Luce (Lutje Vantomme) insieme alle altre comparse (Enzo Cuoco, Maria Bordonaro, Vito e Maria Lentini).
Che dire dello spettacolo? Per quanto si è divertito il pubblico, un successo!
Meritato per l'impegno profuso dal cast e dalla regia (una intramontabile Adalgisa Cerami, ben coadiuvata da Piera Silvestri).
Qualche entrata fuori tempo, qualche battuta dimenticata (colpa dell'età, dell'emozione o della superficiale preparazione di qualcuno?) nulla hanno tolto alla riuscita della rappresentazione.
Gli spettatori hanno applaudito e si sono divertiti passando un piacevole pomeriggio.
Il teatro è anche questo!

Recensioni Teatrali
Somm. Febbraio '00 - N° 38

1