Il racconto di Zeus
Il mare
di Anna Maria Mazzoni

Sola, sdraiata su un lettino. Mi guardo intorno. Gente distesa al sole.
Davanti c'è il mare. Sono a Fregene. Qualche coraggioso fa il bagno noncurante del colore dell'acqua e della bandiera rossa che sconsiglia di tuffarsi. Bambini a riva a costruire castelli di sabbia.
Anch'io li facevo quando, bambina, correvo sulla spiaggia di Marina di Ravenna.
Con il secchiello colmo d'acqua raggiungevo gli amici che aspettavano con la sabbia già pronta che, diluita, facendo cadere goccia su goccia, formava delle fantastiche guglie.
Più indietro, i capanni di legno colorati.
Erano verdi, gialli, blu e dentro custodivano quel tanto che serviva per improvvisare un pranzetto. Una botola e sotto, l'acqua e il vino al fresco, insieme ad un grosso cocomero.
Oggi a Fregene c'è più gente del solito. Ferragosto è già passato. Molti sono rientrati dalle vacanze ma in città fa ancora caldo. Spira un po' di brezza e qua si respira meglio.
Socchiudo gli occhi per difendermi dal sole, prendo la penna e continuo a scrivere.
Nella borsa che portavo al mare trovavo sempre le caramelle, quelle con il buco. Le metteva lo zio Emilio, ma solo a me. Carla, la cugina che un anno passò le vacanze in mia compagnia a casa degli zii a Ravenna, non era molto simpatica.
Piuttosto snob, decideva lei cosa fare, dove andare e non ammetteva repliche. Lo zio era dichiaratamente schierato dalla mia parte e, di questo, zia Rosina si doleva perché per lei eravamo nipoti alla stessa maniera.
Solitamente nella borsa, trovavo i soldi per comprare l'aranciata, altro regalo dello zio. Ridevo mentre mi divertivo ad affondare i piedi nella sabbia ed ero lusingata della sua complicità.
Veder punita la cugina Carla, ebbene sì, debbo ammetterlo, mi faceva piacere.
Poi il mare non fu più quello e un giorno costruii castelli di sabbia con Claudia prima e Paolo poi. "Papà, guarda, ti piace il mio castello?".
Alzo la testa, smetto di scrivere.
Un bambino biondo con la paletta in mano, aspetta un "bravo" da suo padre.
È quasi l'una. Ho sete. Andrò a bere un'aranciata al bar dello stabilimento.

I Racconti di Zeus
Somm. Febbraio '00 - N° 38

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