Dopo il T.A.R. anche il Consiglio di Stato dà ragione alla preside del Democrito

La preside Coccarello si aggiudica anche il 2° round
di Luca Leonardi


Continua a fare notizia la vicenda della preside Adriana Coccarello. Dopo la guerra scatenatale contro da alcune docenti del Liceo Democrito, il suo allontanamento dal liceo palocchino nel dicembre ‘97, il trasferimento temporaneo a un istituto di Subiaco,e successivamente a uno dell’Eur fino al settembre ‘98, con il rientro della preside, il 16 dicembre ‘98, nel liceo l’Odissea scolastica sembrava avere avuto termine.
Ma se ora, dal punto di vista didattico, si assiste alla classica quiete dopo la tempesta, la vicenda giudiziaria continua a segnare nuove tappe: lenta ma inesorabile, la giustizia sta emettendo, infatti, i propri verdetti che riabilitano pienamente l’operato della preside Coccarello.
Dopo la sentenza del Tar, anche il Consiglio di Stato dà ragione alla preside del Democrito. Con decisione pubblicata il 2 marzo 2000, l'alto consesso, respingendo, ritendolo infondato, il ricorso del Ministero della pubblica istruzione contro la precedente sentenza del TA.R., ha, infatti, definitivamente sanzionato: che “un'errata imputazione delle cause dello stato di disagio da rimuovere, comportando l'adozione di un provvedimento ingiusto ed illegittimo (il trasferimento d'ufficio a suo tempo disposto per la preside Coccarello), si è in pratica tradotto nella disapprovazione di un comportamento consentito e corretto, con la conseguente sottoposizione agli effetti negativi del trasferimento della parte migliore tra le contendenti”; che “lo stato di tensione, alla rimozione del quale era inteso l'impugnato allontanamento della preside dalla sede di servizio, più che determinato dal suo comportamento, in realtà legittimo e doveroso, era stato artatamente suscitato ed alimentato dall'azione di pochi docenti, insofferenti della decisa opera da lei intrapresa per riportare la vita dell'istituto scolastico nell'alveo della legalità e del regolarità funzionale”; e che infine “non appare legittimo rimproverare alla stessa preside di aver omesso la ricerca del consenso proprio di quella parte del personale dipendente più determinata ad impedire la sua azione”.
Vittoria su tutti i fronti per Adriana Coccarello, in attesa del terzo e ultimo round: è prevista per ottobre, infatti, la sentenza relativa al secondo ricorso che il Ministro della Pubblica Istruzione (in quanto datore di lavoro) ha presentato contro il decreto di condotta antisindacale emesso dal Tribunale del Lavoro.
A seguito del primo ricorso sono stati annullati, nel luglio 1997, 5 degli 8 punti in cui veniva condannata la condotta antisindacale della preside. La quale, col nuovo ricorso, spera nell’en plein.

Il caso Coccarello
Somm. Mar. '00 - N° 39

1