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La Compagnia in cui svolgo la mia attività è tra quelle che, in questi due ultimi anni, sta vivendo la fusione con un'altra Compagnia straniera, olandese nel mio caso.
Un'esperienza traumatica ma esaltante allo stesso tempo.
Culture e metodi di lavoro diversi che, in alcuni momenti, possono essere da ostacolo, in certi altri possono arricchire e migliorare.
Se ci si accosta a questi eventi portandoci dietro scarsa apertura mentale e pregiudizi non si arriva da nessuna parte.
Chi ha incarichi di responsabilità, più di altri, ha la possibilità di un contatto giornaliero con il collega straniero, all'inizio tramite confronti di lavoro, ... poi con qualche pizza al ristorante e partite di calcetto infrasettimanali con sfottò il giorno dopo.
Vedere poi i colleghi olandesi durante il pranzo e il contenuto dei loro vassoi è un piacere: mangiano con gusto tutto quello che gli metti a tavola.
Però vi voglio far partecipi di un breve colloquio avuto con un simpatico e spiritoso collega olandese durante la pausa pranzo.
Peter all'improvviso mi chiede: “Edoardo, sinceramente, cosa pensi di questa fusione?”
"Francamente, Peter - rispondo io - con voi funziona. Però bisogna stare attenti a lasciare a casa vecchi pregiudizi, supponenza e luoghi comuni."
A questo punto Peter mi chiede di fare un esempio. Gli chiedo se conosce Benigni.
Risponde di sì, ridendo. Allora gli chiedo di immaginare Benigni al posto mio e un ipotetico George, inglese anziché olandese, al suo posto.
Al primo tentativo di Benigni di dire qualcosa in inglese, George risponde con aria infastidita "I beg your pardon?"
"Airbag cosa? - risponde Benigni, che aggiunge - Ho capito. Tu stai pensando, com'è nella tua cultura, di dover sottolineare i difetti degli altri: la scarsa conoscenza delle lingue e, magari, mafia, disonestà e poca voglia di lavorare.
"George annuisce, come per dire che è così.
Allora Robertone gli dice: "George, quando imparerai a vivere? Non conosci la storia della trave e della pagliuzza negli occhi, vero? Vogliamo parlare della mucca pazza e della famiglia reale inglese?
Della pedofilia in Belgio e della corruzione politica nella grande Germania?
Del terrorismo basco, forse? O di Monica e Clinton e dei bambini che sparano in classe in America?" A questo punto Peter già ride e mi dice di andare avanti.
E io continuo: "Senti, George, di chi è il vestito che indossi, il tuo orologio, le scarpe e la cravatta?"
Mi risponde: "Di Armani, Bulgari, Campanile e Valentino, e allora?"
"Ah, Giorgetto, Giorgiazzo, airbag your pardon? E la pizza la mangi?"
"Sì, certo. - risponde George - E anche la pasta quando vengo a fare le vacanze in Toscana d'estate."
"Senti, Giorgettino, tu devi andare anche a Napoli. Lì c'è la più grande Università open-sky (a cielo aperto) del mondo, che insegna a vivere e a ridere. Tu sorridi, George, non ridi. La conosci Napoli?"
Risponde di no. "Vacci, Giorgellino, vacci!" A questo punto Peter, che se la rideva di cuore, mi dice: "Edoardo, è chiaro, spero che tu non debba mai fare Benigni con me. Oggi il caffè lo offro io!"
E sotto braccio siamo andati a prendere il caffè parlando di Van Basten e Baggio. Lui con un ottimo inglese, io un po' più zoppicante…
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