|
Intorno alla torre di Michelangelo, allora indicata come il Torrione Maestro, si ergevano la Niccolina, bassa e quadrata, eretta da Niccolò V nel 1450, la Bovacciana, le cui origini si perdono all'epoca dell'imperatore Traiano, e la Torre di Porto. In seguito, nel 1662, Alessandro VII aggiunse l'Alexandrina al borgo di Fiumicino, mentre Clemente XIV la Clementina, alla foce del Canale.
Tutte queste torri avevano lo scopo di sbarrare l'accesso al fiume: oggi molte di esse non esistono più, altre sono ridotte allo stato di rudere, di qualcuna è in corso il recupero.
Questo è il caso, per esempio, del nostro Torrione Maestro, che per la bellezza dell'architettura e il ruolo importante avuto nella storia del nostro territorio, meriterebbe sicuramente maggiori attenzioni da parte del pubblico, oltre che della pubblica amministrazione.
Invece esso si trova in una delle aeree più malfamate di tutta l'hinterland romano, quell'Idroscalo, per intenderci, dove trovò la morte Pasolini (e che dopo 25 anni non ha cambiato di molto il proprio aspetto).
Un'area, comunque - al di là del degrado sociale e urbano - che ha da offrire grandi bellezze naturali, tanto da venire sempre destinata a parco naturale in tutti i vari piani di recupero e valorizzazione che Ostia ha visto; ultimo quello dell'architetto Portoghesi.
I lavori alla torre sono in corso ormai da vari anni; tuttavia nessuno sa quando finiranno.
Il manufatto, per misteriosi motivi, non è di pertinenza della Sovrintendenza di Ostia, bensì direttamente del Ministero dei Beni Culturali, al S. Michele di Roma.
Qui non nascondono che i fondi sono pochissimi, centellinati anno dopo anno, e che finora si è riusciti a consolidare solo le fondamenta.
Tutto il resto, laterizi, infissi, copertura, è ancora di là da venire, "se e quando", come dicono sconsolati al Ministero.
Alla fine, ma non prima di vari anni, il monumento potrà finalmente essere aperto al pubblico.
|
|