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Potature selvagge a Palocco: un convegno ha spiegato perché di Emiliano Scarcella
Le potature effettuate negli scorsi mesi a Casalpalocco avevano suscitato un tale vespaio di polemiche che, per definire il lavoro compiuto sulle piante, molti abitanti del Pianeta Verde avevano usato, senza mezzi termini, appellativi quali "tortura" o "massacro dei lecci" e avevano dato luogo a una raccolta di firme in cui chiedevano di accertare le responsabilità dell'intervento, criticando fortemente l’operato della ditta incaricata delle potature dal Consorzio di Casalpalocco. Ora la saga si arricchisce di un nuovo capitolo.
Il giorno 16 Maggio si è tenuta, presso il Centro Parchi Internazionale (sede laziale del Parco Nazionale d'Abruzzo) una conferenza tenuta da Sergio Zerbini, direttore della Scuola agraria di Monza, dal titolo quanto mai provocatorio: "Potature selvagge: cause e rimedi".
Il fatto che, nella conferenza, il caso di Palocco sia stato scelto come esemplare per ciò che riguarda le potature mal eseguite, la dice lunga sulla gravità di ciò che è stato fatto al quartiere.
Dal dibattito è emerso un quadro allarmante che mostra la mancanza di una "cultura del verde" (per cui le persone sono portate a credere che più si taglia, più la pianta si rinforza ed a ignorare che le potature migliori sono quelle che non si vedono) e l'assenza di personale con la competenza necessaria ad eseguire i lavori di potatura poiché mancano le adeguate scuole di formazione. A queste due gravi lacune vanno fatti risalire gli “scempi perpetuati a Casalpalocco”.
"Sviluppare una giusta cultura e formare operai specializzati che non siano meri boscaioli a cui tutto è permesso", è un processo che richiede tempo ma che è comunque necessario se si vogliono salvaguardare le ultime oasi verdi rimaste, e senza dubbio Casalpalocco è una di queste.
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