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Con una motivazione scandalosa la II Sezione del T.A.R. del Lazio (presidente Agostino Elefante; consiglieri Bruno R. Polito e Massimo L. Calveri), il 24 maggio c.a. ha respinto la richiesta di "sospensiva", dell'ordinanza del Comandante dei Vigili Urbani della XIII Circoscrizione, con la quale è stato istituito il senso unico su Via dei Pescatori, adducendo la seguente giustificazione: "stante la prevalenza dell'interesse alla sicurezza della circolazione perseguita dall'Amministrazione in raffronto agli estremi di danno allegati dal Comitato ricorrente".
E qui sta lo scandalo!
Ma quale "sicurezza della circolazione", quando nell'ordinanza è detto esplicitamente che l'istituzione del senso unico è finalizzato all'attuazione, da parte dell'A.T.A.C., di una linea di collegamento a Stagni (sulla quale non sale quasi mai nessuno!). Che è poi la ragione che tutti conoscono, anche i ranocchi dei fossati, perché gridata ripetutamente, a gran voce, in ogni assemblea del quartiere.
Di nessuna rilevanza, per il T.A.R., sono state invece le obiezioni di “illegittimità” del provvedimento, da noi denunciate, cioè:
1) eccesso di potere, in quanto un simile provvedimento non poteva essere adottato dall'autorità amministrativa "senza la delibera obbligatoria del Consiglio Circoscrizionale" (v. Parere del Consiglio di Stato del 1° febbraio 1995, n°1272/1994).
2) violazione di Legge: l'art.7 della L.241/90 prescrive l'obbligo per l'Amministrazione, d'informare "i soggetti ai quali può derivare un pregiudizio dal provvedimento finale", mentre non c'è stato alcun confronto con i Comitati di zona che ripetutamente avevano avanzato obiezioni su di un simile provvedimento ;
3) interesse di parte: "è illegittima la delibera dell'organo competente avente ad oggetto una determinata disciplina di traffico, quando questa sia stata adottata sulla base delle sollecitazioni di un'esigua parte della popolazione locale (Stagni) senza sentire, nel corso del procedimento, tutti gli esponenti degli interessi locali, anche in considerazione del fatto che si tratta di via di comunicazione di notevole interesse per l'intera popolazione locale" (T.A.R.Trentino-Alto Adige, Bolzano, 26 giugno 1997, n.258).
Queste erano e sono tuttora le ragioni con le quali continueremo a richiedere l'annullamento del provvedimento del senso unico, insieme a quelle, non secondarie, del danno economico ricadente sui cittadini residenti lungo via dei Pescatori ed esercenti attività agricole, artigianali e commerciali (definiti nella memoria presentata dal Comitato di Stagni: "effimeri interessi commerciali"), ed a quelli di tutti i cittadini del territorio che rivendicano il loro diritto a continuare a fruire di un elevato grado di mobilità necessario alle loro esigenze lavorative e di relazione.
Ragioni che non hanno trovato attenzione presso i Magistrati del T.A.R., che invece di tutelare gli interessi diffusi delle molte decine di migliaia di cittadini di questo territorio, che oltretutto hanno espresso il loro dissenso con migliaia di firme, hanno scelto, con una motivazione pretestuosa, di far continuare il sopruso perpetrato ai loro danni; hanno scelto non di servire quella Legge che dovrebbe "essere uguale per tutti", ma di adattarsi a "servitori del padrone di turno", tanto è chiara la forzatura operata, certamente frutto di una interferenza esterna, suffragata peraltro da altri elementi emersi in sede di udienza.
Da parte nostra, quindi, riaffermiamo l'impegno di continuare a lottare fino all'espletamento dell'intero iter giurisdizionale per ristabilire i diritti violati, richiamando anche il Consiglio Circoscrizionale, che si è appena riorganizzato sotto la presidenza di Paolo Orneli, ad assumersi quelle responsabilità che gli competono, e che nel recente passato sono state in larga misura colpevolmente disattese.
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