La Polada - Associazione Storico Archeologico Naturalistica

 

LA POLADA

La Polada è una località posta a circa due chilometri ad est di Lonato. E' una conca inframorenica che un tempo ospitava un piccolo laghetto. Nella seconda metà del 1800 questo laghetto venne bonificato per il recupero della torba e in quell'occasione vennero alla luce numerosissimi ed importanti reperti preistorici raccolti meticolosamente, a partire dal 1872, dal desenzanese Dott. Giovanni Rambotti. Nel 1889 tutta la collezione del Rambotti venne acquistata dal Museo Preistorico Etnografico Pigorini di Roma, ove tuttora il materiale si trova.

Lo studio di tale materiale nel 1939 porto la studiosa Maria Pia Laviosa Zambotti a definire col nome di "Cultura di Polada" l'orizzonte culturale riferibile all'Età del Bronzo Antico, riconoscibile in tutto il nord Itaia e con particolare sviluppo proprio nella regione benacense.

Dall'esame del materiale si è giunti ad una generica datazione del materiale, datato a partire dal  2200-2000 a.C. per giungere al 1500 a.C. Il materiale raccolto va dai manufatti litici (cuspidi, lame, lamette, elementi di falcetto e altro in selce; asce, pestelli, lisciatoi, fusaiole in pietra), ai manufatti in osso (pugnali,zappette, spilloni, punteruoli, spatole, bottoni, anelli, aghi,..) in legno (falcetti, spatole, palette, recipienti, nonché strutture dell'abitato), in terracotta ("poculi" monoansati, boccali troncoconici, anfore a doppia ansa, scodelle, fusaiole, tutti di impasto grossolano), in bronzo (due asce ed un pugnale).

Di particolare interesse sono il ritrovamento di un frammento di pane di forma ovoidale e di una piroga monossile lunga oltre 7 metri.
I manufatti in osso hanno permesso di ricostruire, almeno in parte, la fauna presente all'epoca, nella quale compaiono il bue, il cane, la capra, il capriolo, il cavallo, il cervo, il cinghiale, il gatto, il maiale, la pecora e anche l'orso.
La vegetazione era caratterizzata dalla presenza di querce, ontani, aceri, tassi, cornioli, olmi e altre essenze.

Dalle poche ricognizioni effettuate alla Polada in questo secolo, si può presumere che l'ampiezza del villaggio, costituito da un impalcato aereo posto ai margini orientali del laghetto in corrispondenza di una "penisola", avesse dimensioni di circa 60 x 20 m, dotato probabilmente di una passerella che collegava il piano dell'impalcato con la terraferma.

Proprio per la scarsità di interventi di scavo in questo importante sito archeologico non è possibile, ad oggi, avere dati sufficientemente precisi sulle caratteristiche e sulla storia di questo insediamento l cui stratigrafia è stata peraltro sconvolta durante i lavori di estrazione della torba.

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