Venerdì 12 gennaio 2001, aula 4, 15.30 – 18.50

Viene ripresa l’analisi narratologica del testo affrontata nella lezione precedente, prima della sospensione delle lezioni. Si assume come programma di analisi una puntata del format di Canale 5, C’è posta per te.

Terminata l’analisi si porta l’attenzione sulla fase successiva del lavoro di analisi, cioè il momento pragmatico dello studio della comunicazione che il film porta in gioco. Viene fornita una griglia di analisi che lavora su tre descrittori.

1) Il punto di vista, cioè l’angolatura a partire dalla quale l’autore implicito e il narratore orientano la comprensione del testo. Seguendo Genette si possono individuare due possibilità:

Dalla combinazione di queste due coppie concettuali si ricavano quattro modi secondo i quali il punto di vista si può articolare (cfr. il già citato C. Segre, Avviamento all’analisi del testo letterario):

  1. il narratore, presente nella storia come personaggio, analizza la vicenda dall’interno (p.d.v. omo/intradiegetico – Harrison Ford in Blade runner);
  2. il narratore è presente nella storia come testimone della vicenda senza prendervi parte (p.d.v. omo/extradiegetico – il Dott. Watson nei romanzi di Conan Doyle);
  3. l’autore implicito, assente dalla storia come personaggio, la analizza dall’interno (p.d.v. etero/intradiegetico – Agatha Christie nei confronti di Poirot);
  4. l’autore implicito, assente dalla storia come personaggio, la analizza dall’esterno (p.d.v. etero/extradiegetico – il caso di Hitchcock in Delitto perfetto).

2) La focalizzazione, cioè la localizzazione dell’enunciazione, vale a dire la posizione che il soggetto enunciatore assume in rapporto ai diversi personaggi della vicenda narrata. Sempre seguendo Genette si possono distinguere tre tipi di focalizzazione:

  1. focalizzazione zero, quando il Se non assume mai la prospettiva dei personaggi;
  2. focalizzazione interna, quando questo succede (la focalizzazione è multipla quando varia tra più personaggi);
  3. focalizzazione esterna, quando i personaggi agiscono la vicenda senza che il Se mostri di sapere cosa pensino o sentano.

3) Il tipo di sguardo, cioè il tipo di inquadratura selezionata dall’autore implicito. Anche in questo caso si deve sottoarticolare il concetto distinguendo:

  1. l’oggettiva, ovvero l’inquadratura che tende a riprodurre lo sguardo naturale dell’osservatore sulle cose;
  2. l’oggettiva irreale, che fa assumere allo spettatore una posizione naturalmente impossibile per l’osservatore, modalizzando un sapere assoluto;
  3. la soggettiva, cioè il tipo di ripresa in cui la m.d.p. fa vedere le cose allo spettatore con gli occhi del personaggio;
  4. l’interpellazione, e cioè lo sguardo in macchina.
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