Martedì 30 gennaio 2001, aula 4, 15.30 18.50
L'unità di lavoro verte sull'analisi simbolica del testo audiovisivo. Si procede in due tappe:
a) viene anzitutto fornita la metodologia di intervento sul testo secondo questa prospettiva (cfr. F.Gavazzi, P.C.Rivoltella, L'analisi simbolica dello spettacolo. Un itinerario metodologico-fondativo, ISU, Univ. Cattolica, Milano 1990);
b) si passa, inseconda istanza, a descrivere con l'aula una simulazione di applicazione didattica sul film La ricotta, di P.P.Pasolini.
La trascrizione grafica di cui si è proposto un modello nelle lezioni precedenti, rientra all'interno della pratica analitica, ma non esaurisce ovviamente il lavoro interpretativo, anzi propriamente non lo inizia neppure. Anche se ogni approccio al testo, compreso il più oggettivo (come ad esempio l'individuazione delle sequenze), presuppone una precomprensione di fondo e la presenza di un'ipotesi interpretativa già operante nell'attitudine di rilevamento dei dati dell'analista, si può comunque constatare come qualunque tipo di analisi consista essenzialmente in un procedimento di scomposizione (dove è prevalente il ruolo dell'oggetto con tutta la sua resistenza "opaca" ad ogni manipolazione arbitraria) e di ricomposizione (dove maggiore è lo spazio riservato al soggetto, alla sua creatività e alla sua libertà interpretativa).
Se per la scomposizione ci avvarremo di nozioni e strumenti provenienti dall'area semiotica (valga per tutte la nozione di codice), nella fase di ricomposizione utilizzeremo suggestioni provenienti dalle scienze umane, dall'antropologia alla psicanalisi.
Individuiamo dunque le tappe dell'analisi distinguendo tra momenti prevalentemente obiettivi e momenti prevalentemente soggettivi.
1) Il primo passo è ovviamente il visionamento dello spettacolo teatrale o cinematografico. Non si tratta, e' chiaro, di un visionamento ingenuo ed emotivo ma, essendo il preludio ad un'analisi in profondità, richiede una buona dose di distacco critico e di spirito di osservazione. E' consigliabile perciò presentarsi preparati alla fruizione del testo, avendo letto il programma di sala, le dichiarazioni del regista o del gruppo, le recensioni e (se reperibili) copione e note di regia. Tale materiale (il cosiddetto paratesto), arricchito se possibile dal visionamento di altri spettacoli allestiti dalla medesima compagnia o dallo stesso regista o di altri film dello stesso autore (l'intertesto), costituirà in seguito solo una parte degli elementi utili al'interpretazione, ma all'inizio rappresenta il solo punto di riferimento, la sola fonte di informazione preziosa per rendere meno epidermico l'incontro con il testo.
Il Testo Spettacolo andrà visionato almeno due o tre volte, la prima per avere un'impressione globale e le successive per cogliere elementi specifici della messa in scena.
La prima tappa del lavoro si conclude con il rilievo dell'incomprensibilità letterale del testo, cioè dell'inadeguatezza di una decodifica monosemica per una soddisfacente comprensione della ricchezza di significati in esso contenuta. Concretamente, si stenderà un elenco degli elementi "sorprendenti", apparentemente oscuri, stridenti o contraddittori, che costellano la scrittura scenica e che sono rilevabili ad un primo approccio.
2) La seconda tappa, ancora fortemente legata all'oggetto testuale nella sua consistenza significante, prende le mosse dal decoupage del Testo Spettacolo. Si tratta di un lavoro di scomposizione lineare che permette di giungere ad una essenziale struttura narrativa (una sorta di albero del racconto) del testo. Di ciascuna unita' cosi' ottenuta si indicherà il numero, la durata, l'evento diegetico centrale che in essa si compie e l'elemento che giustifica la sua unità come sequenza (nel caso del teatro qualora si sia scelto come elemento differenziante, ad esempio, la partitura musicale, si indicherà il tema musicale di sottofondo. Per gli spettacoli che mettono in scena un testo classico o comunque d'autore, si può anche segnalare a quali versi o a quale scena del testo originario la sequenza si riferisce).
Si procede poi all'individuazione di un segmento campione -composto da alcune sequenze- che, per la particolare densità della presenza di spie trasgressive al suo interno, appare particolarmente rappresentativo dello statuto simbolico dell'intero testo. Di questo segmento verrà effettuata la trascrizione grafica secondo le modalità indicate, essendo troppo oneroso (oltre che poco produttivo) un lavoro di trascrizione dell'intero spettacolo.
A questo punto basterà leggere tale trascrizione verticalmente secondo le colonne in cui è stata divisa per ottenere, codice per codice, un elenco degli elementi testuali che, opportunamente selezionati, confluiranno in una breve descrizione del codice e delle modalità trasgressive del suo utilizzo nel segmento-campione. A queste segnalazioni puntuali possono seguire, sempre divise per codici, delle indicazioni più generiche, allargate all'intero spettacolo, su ricorrenti modalità espressive o rilevanti scelte di regia.
In parte attingendo alla trascrizione, in parte all'albero del racconto, in parte alle osservazioni annotate nel corso dello spettacolo, è possibile stilare un profilo dei personaggi che tenga conto del ruolo narrativo e attanziale di ciascuno (corredato da osservazioni circa lo stile recitativo con cui viene interpretato dall'attore corrispondente). L'individuzione delle funzioni dei personaggi, insieme all'albero del racconto, costituisce la descrizione dei codici narrativi.
L'insieme di queste osservazioni, nel suo complesso, restituisce -sia pure in modo imperfetto- la struttura testuale, vale a dire l'intreccio complesso e unico di codici di cui lo spettacolo è intimamente costituito. Si è compiuta con ciò la scomposizione dello spessore del testo, assai più complessa e significativa della scomposizione della sua linearità.
3) Con la terza tappa, esaurita la fase di scomposizione, inizia la ricomposizione, vale a dire il lavoro propriamente interpretativo.
Esso consiste nell'individuazione di un tema-guida, scelto tra le ossessioni ricorrenti che percorrono l'asse diegetico del testo e che, intuitivamente, si segnala come particolarmente denso di significati, di rinvii, come capace di coagulare attorno a s gran parte dell'intenzionalità comunicativa dell'autore. Per la scelta del tema può essere utile, oltre ad un'attenta rilettura del lavoro fin qui svolto per individuare la struttura testuale, prendere in considerazione elementi contestuali e intertestuali. Sia dalle dichiarazioni dei responsabili circa la genesi dell'ispirazione che ha poi preso forma nel Testo Spettacolo, sia dal confronto con altri lavori dello stesso regista o dello stesso gruppo, possono emergere elementi interessanti (anche se non vincolanti) per l'individuazione dell'ossessione tematica più pregnante che innerva il testo spettacolare.
Per mettere alla prova l'ampiezza e la duttilità del tema prescelto, che deve essere capace di veicolare nuclei significativi di diverso livello, si passa ad iscriverlo nei diversi piani di senso che si sovrappongono e si intersecano nello spettacolo. Per piano di senso intendiamo un livello di significazione che può andare, secondo una struttura a cerchi concentrici, da quello intimistico-biografico (o comunque individuale-psicologico) a quello storico-sociale (o comunque riguardante la collettività, le dinamiche interpersonali e di gruppo) a quello metastorico (che può assumere di volta in volta una valenza mitica, religiosa o filosofica).
Si tratta ora di comprovare la vitalità del tema-guida nei diversi livelli di senso individuati, richiamando momenti topici del Testo Spettacolo senza preoccuparsi della loro collocazione nella diegesi quanto piuttosto dei nessi tematici che li legano tra loro. Si ottiene così una mappa dell'articolazione del tema prescelto per cerchi concentrici che può anche venir schematizzata con un diagramma.
4) L'ultima fase ha lo scopo di delineare il funzionamento simbolico del testo, la sua produzione di un universo di senso articolato eppure organico, determinato eppure aperto all'universale, di cui sa cogliere un'emergenza significativa, una declinazione tipica. Gli elementi individuati analiticamente nelle precedenti fasi vanno qui recuperati in chiave sintetica e fatti interagire con elementi paratestuali, intertestuali e contestuali selezionati dalla sensibilità dell'analista sulla base delle indicazioni emerse nel corso dell'analisi testuale. Se è vero infatti che il contesto illumina il testo, è pur vero che è il testo l'oggetto di analisi e che del contesto vanno recuperate quelle suggestioni in qualche modo estrapolabili o intuibili già dal testo stesso.