NOTE
(presentazione del progetto "Vegetali Ignoti")


Salve, siamo Vegetali Ignoti1. Forse vi ricorderete di noi per mostre come Coram Populo o Pseudomonas, o forse per il quaderno stagionale che informa della nuova arte ed altre proiezioni sensibili più o meno private2. Anche se è una petizione di memoria3 onestamente inesigibile se prodotta da chi, per definizione, si conosce inconoscibile, non-noto, i-gnoto appunto. D’altra parte, non è richiesta da poco quella di definire sè stessi; in un passo di Eraclito si legge:

"I confini dell’anima, per quanto tu vada, non potrai trovare, dovessi pure percorrere tutte le strade: così profondo ragionamento essa richiede."4

Definire Vegetali Ignoti è un paradosso della comunicazione. Il progetto artistico che li sottende è lavorare con l’eterogeneità delle forme di rappresentazione, ma5, come ben sapeva Wittgenstein, non si può rappresentare la forma della nostra rappresentazione6; non se ne può fare discorso, si può solo mostrarla, metterla in azione ed indicarla: ecco, lì, in quello spazio, "si danno"7Vegetali Ignoti. Altrimenti si corre il rischio di perseguire la strada dell’oggettivazione riducendo il tutto ad un ennesimo tentativo dell’arte di reificare lo spirito, che nel caso8 di Vegetali Ignoti sarebbe come infilare un senso unico dalla parte sbagliata9.
  C’è un’intesa implicita ma non per questo meno vincolante tra chi scrive e chi legge: il primo comunica qualcosa al secondo. E’ un patto tra gentiluomini dove il lettore attende qualcosa che sente come dovuto. Cediamo pure a questa tradizione, anche se per essere davvero esplicative queste righe richiederebbero di essere intenzionate nella loro forma più che nel loro contenuto. La parola parla di arte, e nel momento in cui lo fa ne assume il linguaggio, che è la forma, e si fa sintassi più che semantica. Vegetali Ignoti non è una metafora: non c’è traslitterazione di senso e non si richiede nessuno sforzo ermeneutico. Non è un cartello stradale, che indica la direzione: la parola è la cosa, il cartello è la direzione. Vegetali Ignoti non "significa" qualcosa, semmai è qualcosa, ed esattamente ciò che dice di essere, anche se nella forma subdola della negazione10. Gli artisti11 che lavorano al progetto Vegetali Ignoti12 sono realtà organiche che "vegetano", e che come tutti gli organismi, dal cucciolo alla piantina di basilico, necessitano di acqua, di spazio e di luce, amalgamati grazie al calore di un sole generoso e di attenzioni affettuose e costanti. Agiscono nell’assenza di definizione per definizione, per scelta, per una marcata volontà di non definirsi, per l’incapacità loro e nostra di farlo. Bestie rare in attesa di classificazione, sono il limite delle nostre certezze.


(1)  In inglese, "Unkown Vegetables". In latino, "Incognita Virentia" (aggettivo sostantivato). Per una lettura più approfondita del concetto, improponibile nello spazio ristretto di questo intervento, rimandiamo a AAVV, "Il grande libro della natura", Milano, Mondadori, 1980.

(2)  Cfr. "Salve, sono Troy Mc Lure, forse vi ricorderete di me per sketch come Ladri di costolette o Amaro Cord" in "The Simpsons", La paura fa novanta IV, aprile 1998

(3)  "Per aumentare la quantità di memoria [corsivo del Curatore] disponibile per il programma,, è possibile avviare il computer utilizzando l’opzione di conferma passo passo, quindi scegliere di non caricare DriveSpace [...]". AAVV. Introduzione a Microsoft Windows 95, Olanda, 1995, p. 82. Vedi anche AAVV, "Discworld II - Manuale in italiano", in special modo il capitolo "Risoluzione dei problemi in MS-DOS", pp. 19-20.

(4)  Eraclito, "Frammenti", Milano, Marcos y Marcos, 1989, p. 37 (fr. 45).

(5)  "Di violenti il primo cerchio è tutto; / ma [corsivo del Curatore] perché si fa forza a tre persone, / in tre gironi è distinto e costrutto." (Inferno, XI, 28-30) Dante Alighieri, "La Divina Commedia", ediz. Firenze, La Nuova Italia, 1986, p. 127. Per la semantica disgiuntiva del "ma", vedi anche Angelo Marchese, "Dizionario di retorica e di stilistica", Milano, Mondadori, 1991.

(6)  "4.121 Ciò che nel linguaggio si specchia, il linguaggio non può rappresentare. [...] La proposizione mostra la forma logica della realtà. L’esibisce." L. Wittgenstein, "Tractatus logico-philosophicus" Torino, Einaudi, 1994, pp. 28-9.

(7)  Nel senso dell"es gibt" heideggeriano.

(8)  O nel caos ? Basterebbe così poco per passare dall’uno all’altro, come del resto basta poco, o nulla, per transitare dall’essere al nulla, che forse sono solo modi di dire senza una reale consistenza ontologica.

(9)  Nell’accezione negativa assegnata ad un gesto simile dal comportamento quotidiano, nel quadro di un impulso normativo che prescinde da ogni valutazione funzionalistica o contestuale. Vedi anche AAVV, "La patente di guida".

(10)  "Vegetale" ricorda meno una varietà di realtà organiche che uno stato di privazione (il grado di vita cui scende l’uomo cui è venuta meno la ragione), mentre "Ignoto" è parola secondaria, che esiste solo in quanto negazione del proprio opposto (il "noto").

(11)  "Artista, s. (pl. m. -i). Chi professa un’arte liberale e gentile, come musica, disegno e sim." Da Zingarelli Nicola (a cura di) "Vocabolario della lingua italiana", Milano, Zingarelli, 1932.

(12)  Dal 1995 (primavera) Luca Scarabelli e Riccardo Paracchini organizzano il quaderno, dedicando ogni numero a una donna.

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