IL DATO UNITARIO.

Il dato unitario, o dato base, esprime di norma un valore intermedio che sarà utilizzato per determinare successivi importi da pagare o da contabilizzare. La norma prevede che  detti importi di carattere intermedio, per il calcolo del cedolino in Euro, debbano essere espressi con almeno 5 cifre decimali. L'eventuale presenza di 6 o piu' decimali comporterà l'arrotondamento per eccesso o per difetto del quinto decimale:

Cosi' per esempio:

La paga oraria di un manovale è di Lire 8.352,42 pari a € 4,313664933.

Nel cedolino, la paga oraria in Euro sarà arrotondata a € 4,31366

 

 

 

 

 

RITENUTE E COMPETENZE.

In entrambe le colonne vengono descritti importi che derivano dai calcoli intermedi. Questi importi, sia in ritenuta (imposte, contributi), sia in competenza (retribuzione  lorda, indennità previdenziali, ecc.) rientrano nella categoria delle somme da pagare o da contabilizzare.

Gli importi da pagare costituiscono le varie cifre presenti nella colonna delle competenze,  e, anche se non rappresentano la cifra effettivamente percepita dal lavoratore, vanno considerati tali perche' costituiscono comunque la retribuzione lorda del dipendente, cioe' quello che il datore di lavoro dovrà sborsare per retribuire i propri lavoratori. Inoltre gli importi in competenza sono cifre da contabilizzare

Gli importi in ritenuta, sono somme trattenute al dipendente a titolo di imposte o contributi, e come tali sono da contabilizzare e da versare all'Erario o all'Ente Previdenziale.

In entrambi i casi la norma ha previsto l'utilizzo di due cifre decimali per esprimere detti importi in Euro.

Quindi per esempio: la paga dell'operaio come calcolata è pari a € 4,31366 per n. 168 ore lavorate, fanno € 724,69488.

Nel cedolino paga detto importo verrà arrotondato al centesimo di Euro, ossia: € 724,69

 

 

 

 

 

 

 

L'IMPONIBILE CONTRIBUTIVO.

Pur non essendo stato stabilito un criterio per il cedolino paga, esistono le istruzioni impartite dall'INPS per la compilazione del modello mensile di denuncia delle contribuzioni DM10 in Euro: in detto modello gli importi devono essere arrotondati all'unità di Euro; si ritiene quindi che anche l'indicazione nel cedolino paga dell'imponibile sul quale verranno calcolati i contributi dovrà essere arrotondata all'unità di Euro.

Quindi se per esempio risulta dai calcoli che la retribuzione imponibile del dipendente è pari a € 1156,67 questa sarà arrotondata a € 1157. Pertanto la somma dell'imponibile annuale del dipendente dovrà essere costituita da tanti importi mensili già arrotondati all'unità di Euro. (Come avviene già per il cedolino in Lire)

 

 

 

 

 

 

 

L'IMPOSTA LORDA

L'imposta lorda IRPEF, viene calcolata sull'imponibile fiscale arrotondato al centesino di Euro. Il calcolo dell'imposta, come risaputo, avviene per scaglioni, ad ognuno dei quali occorre applicare differenti aliquote: in questo caso si tratta di calcoli intermedi che daranno luogo a risultati con 5 decimali. Il risultato finale (l'imposta del mese da trattenere al dipendente) dovrà essere arrotondato a due decimali (centesimi di Euro).

Per esempio: reddito imponibile rapportato ad anno: € 19.714,56

Calcolo per scaglioni di reddito (scaglioni  e aliquote non aggiornate con le regole vigenti, a solo titolo di esempio):

fino a € 7746,85349 aliquota 18,5% pari a € 1.433,1679

da € 7746,85349 a € 15493,70749 aliquota 26,5% pari a € 2.052,9163 + 1.433,1679

da € 15493,70749 a 19.714,56 aliquota 33,5% pari a € 1.413,9856 + 2.052,9163 + 1.433,1679 =

= € 4.900,06980 arrotondato a € 4.900,07

 

 

 

 

 

 

 

L'IMPONIBILE FISCALE.

Le Finanze hanno fornito indicazioni utili per la compilazione dei modelli fiscali di versamento F24. L'imponibile fiscale risulterà dalla sommatoria della retribuzione nella colonna "competenze" del cedolino meno le voci contributive nella colonna "ritenute" e tutti gli importi facenti parte di questa sommatoria saranno già arrotondati al centesimo di Euro (due cifre decimali), pertanto anche l'imponibile fiscale sarà al centesimo di Euro.

 

 

 

 

 

 

 

 

LE DETRAZIONI FISCALI.

Le detrazioni d’imposta, sia per lavoro dipendente sia per carichi familiari sono espresse in una cifra annuale da applicarsi rispettivamente per i giorni e per i mesi di spettanza.

Costituendo queste un importo di detrazione d’imposta da restituire al contribuente va arrotondato al centesimo di Euro (due decimali dopo la virgola). Pero’ nel contesto dei calcoli intermedi, cioe’ quando vengono determinate le detrazioni spettanti per ciascun periodo di paga, l’importo annuale delle detrazioni per lavoro dipendente, per esempio, verrà diviso per 365 giorni (366 se anno bisestile) e moltiplicato per i giorni di spettanza del mese; questo significa che per detti calcoli intermedi verranno adottati almeno 5 decimali, per poi arrotondare l’importo risultante da riportare nella colonna competenze, a 2 decimali.

 

 

 

 

 

 

LA RETRIBUZIONE NETTA.

Per ovvi motivi non potrà essere espressa che in centesimi di Euro, essendo la risultanza della sommatoria tra importi in competenza ed in detrazione gia’ arrotondati a due decimali. Si tenga conto inoltre che comunque ogni importo da pagare o da contabilizzare sarà sempre espresso in centesimi di Euro. Potrà comunque essere applicato un arrotondamento all’unità di Euro, riportando i centesimi in eccesso o in difetto alla mensilità successiva, come si usa fare sulla busta paga in Lire. Il netto cosi’ risultante verrà pagato senza centesimi. Questa prassi potrebbe risultare utile in caso di pagamento in contanti. Dato che e’ consuetudine oramai il pagamento in assegno o per mezzo di accredito su conti correnti bancari, non ha piu’ molto senso arrotondare l’importo all’unità di Euro e riportare l’arrotondamento alla mensilità successiva.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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