Oebalus
Associazione Culturale Onlus



Sabato 12 dicembre 1998 alle ore 17,30
presso il  Centro Congressi - Vico Sella Orta, Capri

si terrà un incontro su

La Comunità Europea

Per un nuovo rapporto
tra etica e politica

Interverranno
Simona Marino
Giuseppe Ferraro

Simona Marino è docente di Filosofia presso il Dipartimento di Filosofia "A. Aliotta" dell'Università di Napoli "Federico II", è direttrice della Collana di narrativa e scrittura femminile della casa editrice Filmena, lavora in collegamento con il Provveditorato agli studi di Napoli per un progetto di nuova formazione. Ha pubblicato nel corso del '98 L'immensità dell'esilio, in M. Zambrano, per la Laterza e La donna e l'abisso del proprio, in AA.VV., Donne e proprietà, Liguori ed.
 
Giuseppe Ferraro è docente di Filosofia presso il Dipartimento di Filosofia "A. Aliotta" dell'Universita di Napoli "Federico II", è direttore della Scuola estiva del Seminario Internazionale di Camerota, membro del Collegio di internazionale di filosofia della religione e della Società di Studi fenomenologici, ha pubblicato studi su fenomenologia e nichilismo, di cui basta segnalare: I giardini di Armida o della solitudine del filosofo; Amore differenza mondo: un'educazione sentimentale; Il poeta e la filosofia; e il più recente La verità dell'europa e l'idea di comunità.

La premessa
La realizzazione della Comunità Europea, ormai avviata ad un pieno consolidamento, ha portato notevoli cambiamenti nei rapporti sociali e politici per le amministrazioni economica e giuridica degli stati nazionali, per la cultura e il lavoro. La conseguente sperimentazione di nuove formazioni politiche e alleanze di governo in Italia rendono tanto più urgente la discussione dei rapporti tra etica e politica come luogo d'incontro dei comportamenti pubblici e comuni delle relazioni di rappresentanza.
 
Il problema
Il punto di volta è la ridefinizione della giurisprudenza e della cultura della cittadinanza nella formulazione di ciò che significa essere cittadino europeo, quando non è più la sua nascita, e perciò la nazione, a uniforme i diritti di cittadinanza. A questo si aggiunge il disorientamento quotidiano per la richiesta di nuove abitudini di vita in relazione al tempo, al lavoro, al multiculturalismo etnico, religioso e ideale, oltre che di modelli di sapere e di pensiero.
 
La domanda risolutiva
Di qui la domanda più generale che avvicina l'argomento politico a quello esistenziale: che cosa significa impare a vivere? Com'è il rapporto di ognuno col tempo e con gli altri in una comunità esposta a continui cambiamenti e fondata sull'instabilità culturale e sulle continue "provocazioni" tecnologiche, che si estendono alla biotecnica reclamando nuove risposte etiche e politiche sul piano dei diritti e dei sentimenti? Ci si chiede allora che cosa significa vivere in rapporto ad una comunità la cui decifrabilità si perde nella non uniformità di costumi e di vita e che pare perciò inventarsi di giorno in giorno, fino a reclamare un rapporto d'invenzione della propria stessa vita e della stessa comunità.




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