Sabato 19 ottobre 1996 ore 18.00
presso
il Centro Congressi - Via Sella Orta, Capri
si terrà un incontro su
Culti e religione
nella Capri antica
Presiede
Prof. Marisa Tortorelli Ghidini
Docente di Religioni del Mondo Classico
Università "Federico II" di Napoli
Relazioni
Da
pòntos a limes il ruolo del mare
nella storia religiosa di Capri
antica
Dott. Eduardo Federico
Dottorato di Ricerca in Storia Antica
Università "Federico II" di Napoli
Gli arredi delle ville
imperiali di Capri:
tra mito e storia
Prof. Stefania Adamo Muscettola
Docente di Antichità Pompeiane ed Ercolanesi
Università "Federico II" di Napoli
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L’incontro,
attraverso agili relazioni corredate dalla proiezione di materiale archeologico,
punta l’attenzione su alcuni interessanti aspetti dell’ideologia e della
pratica religiosa sull’isola di Capri nell’arco di tempo che va dall’arrivo
di coloni greci (VII a.C.) alle ultime testimonianze della presenza
di imperatori sull’isola (II d.C.).
Il tentativo di ricostruzione di una "storia religiosa" di Capri nei
secoli suddetti dovrà tenere necessariamente conto di un quadro
storico tuttora sconosciuto (le popolazioni italiche indigene) e notevolmente
nebuloso (la Capri "greca" prima dell’arrivo degli imperatori romani)
nonché di una presenza umana, e quindi di potenziali espressioni
del "sacro", difficilmente riconducibile ad un’unità etnica,
sociale e culturale.
Andranno
in questo senso diversificate e tenute ben separate le espressioni della
religiosità pubblica della comunità dell’isola da quelle
"private", proprie dell’aristocrazia romana e della famiglia imperiale,
individuabili nell’iconografia degli arredi delle ville.
Ma questo quadro appare più articolato se si prendono in considerazione
le tracce di una forma di religione strettamente coniugata alla natura
dell’isola di Capri come luogo di transito: la religione dei naviganti,
la cultualità di gruppi che, prescindendo da ragioni etnico-culturali,
fondano la propria ideologia sulla "mobilità" e che, pertanto,
praticano una cultualità decisamente connotata in senso "transitorio",
con cerimonie e riti collegati ad un’esperienza e ad una permanenza provvisoria.
Il
mare in tal senso, e fino a quando non sarebbero subentrate scelte ideologiche
contrarie, giocò un ruolo rilevante nella creazione, a Capri,
di un "laboratorio del sacro", di un’esperienza aperta ad una religiosità
che fosse "dialogo" prima di divenire espressione dello spirito di autoidentificazione
etnico-culturale.
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