Incontri
tra Capri, il Mediterraneo e l'Oriente - è il titolo
di una serie di conferenze ed incontri, promossi dall'Associazione Culturale
Oebalus, che mira a sollecitare l'interesse e, soprattutto, a giungere
alla rivisitazione di uno dei settori della storia dell'Isola che,
da sempre ritenuto di importanza particolare, nondimeno non è stato
mai fatto oggetto di indagini concrete o realmente approfondite.
Il rapporto fra l'Isola di
Capri ed il mondo dell'Islam naturalmente non si lascia ricondurre a precisi
ed unici contesti cronologici o specifiche circostanze storiche: dalle
scorrerie saracene precedenti l'anno 1000 ai viaggiatori contemporanei
provenienti dal mondo islamico, dal rifiuto del "moro" alla acquisizione
indiretta di caratteristiche riconducibili al mondo islamico, il rapporto
tra l'Isola di Capri e l'Islam oscilla per più di un millennio
fra momenti di contatto diretto (la pirateria, le scorrerie corsare, la
riduzione in schiavitù, i passaggi da una fede all'altra...) e
momenti di contatto indiretto (influssi sull'immaginario e la religiosità
locale, sull'architettura civile...), fra situazioni dichiaratamente conflittuali
e momenti di dialogo e scambio culturale.
Senza la minima pretesa di
considerare Capri un unicum a livello storico né un osservatorio
particolare del problematico rapporto fra l'Occidente cristiano e l'Islam,
gli incontri programmati, le cui relazioni confluiranno in un volume di
studî, intendono soprattutto favorire la conoscenza e il dialogo
con una cultura, quale appunto quella dell'Islam, notoriamente considerata
altra, diversa se non addirittura fuorviante rispetto al modello della
cultura cristiano-occidentale.
Gli incontri inoltre, pur assumendo
la piccola isola di Capri come centro d'interesse, non intendono ridursi
ad un'operazione di storia locale né procedere alla celebrazione
di "glorie" e specificità locali contrapposte ad una cultura dichiarata
e condannata ad essere "estranea" - emblematico di ciò è
l'elevazione a santo protettore dell'Isola di un santo, Costanzo, venerato
particolarmente come santo anti-saraceno - , ma si offrono allo
stessa comunità isolana come un momento di formazione e di recupero
della memoria storica, recupero attuato attraverso la più specifica
conoscenza di quello che l'immaginario collettivo ha per ragioni diverse
qualificato come il versante "negativo" della storia dell'Isola, presenza
ostile e minacciosa al vivere "serenamente cristiano" della comunità
isolana.
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