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FACILI ENTUSIASMI...
Stagione turistica '94: un'effettiva ripresa?
E'
opinione comune che la scorsa stagione turistica sia stata, per l'Isola,
una delle migliori del decennio. Si è verificata, infatti, un'inversione
dell'andamento negativo delle presenze e degli arrivi che, nel tempo,
aveva indebolito e minato alla base un'economia che sembrava ormai consolidata.
Un incremento effettivo, ma...
L'incremento relativo, anche
se lieve (si parla complessivamente di un +10% negli arrivi), ha generato
un clima di ottimistiche aspettative sul futuro nella convinzione che
questo sia un chiaro segnale di ripresa. Tali aspettative potrebbero essere
pienamente condivise, se vi fossero inequivocabili segnali che la
ripresa provenga da mutate condizioni dell'offerta interna e quindi sia
il frutto di una innovativa politica turistica (che renderebbe l'economia
isolana al riparo da future crisi) e non solo da mutate condizioni economiche
nazionali ed internazionali (che rendono il sistema vulnerabile alla congiuntura).
In effetti, come largamente
riconosciuto da analisi del settore, i fattori che hanno contribuito alla
buona stagione nazionale di quest'anno sono prevalentemente esogeni (dipendenti
da cause esterne al settore). In particolare avrebbero avuto un ruolo
determinante il robusto deprezzamento della lira rispetto alle principali
valute e la situazione socio-politica di alcuni paesi del Mediterraneo
che, tradizionali concorrenti dell'Italia, o risultano praticamente chiusi
ai flussi turistici internazionali (Algeria, Egitto ed ex-Jugoslavia)
o attirano sempre meno (Turchia e Marocco).
Poiché non si riscontrano
sull'Isola sensibili mutamenti nella politica del settore (non sembra
che i vari problemi da noi denunciati in passato siano stati, nel frattempo,
risolti),per induzione possiamo concludere che il miglioramento registrato
nella passata stagione sull'Isola sia anch' esso strettamente legato all'andamento
della stagione turistica nazionale: abbiamo assistito ad un incremento
congiunturale e quindi temporaneo, invece che strutturale e quindi permanente.
Consolidare all'interno
Da questo punto di vista, le
aspettative future non sono più così rosee, in quanto una
mutata condizione della congiuntura (si parla, ad esempio, della lira
sottovalutata) non farebbe altro che far ripiombare l'economia nazionale
e quindi anche quella isolana in crisi.
E allora si rende sempre più
urgente, sperando che i buoni risultati raggiunti nella stagione agiscano
da stimolo, una strategia che consolidi il settore dell'interno e lo renda
meno vulnerabile alla congiuntura internazionale.
E' sempre più attuale
la necessità di formulare delle politiche che rendano l'Isola buona
per tutte le stagioni e cioè effettuare interventi chiaramente
anticiclici che tengano effettivamente conto della notevole variabilità
di questo mercato. Un primo obiettivo potrebbe essere quello di aumentare
l'utilizzazione lorda annua del posto letto che oggi si attesta intorno
al 26%. Se consideriamo questa percentuale come un indicatore grezzo dell'efficienza
della produttività alberghiera, è chiaro che ci troviamo
di fronte ad un'economia che, nel suo complesso, utilizza male le sue
risorse.
Ciò provoca, a causa
dell'alta incidenza dei costi fissi, bassi profitti e questo, a sua volta,
causa un equilibrio economico insufficiente alla continuazione delle attività.
Un primo effetto di un maggior
utilizzo lordo dei posti-letto potrebbe essere maggiori profitti che,
a meno di comportamenti miopi da parte degli imprenditori, si potrebbero
tradurre in maggiori investimenti.
Numero dei posti-letto: un problema esclusivo?
Ma le strategie aziendali,
per questo scopo, non dovrebbero essere solo mirate alla massimizzazione
della capienza per fare fronte alla domanda estiva (cosa di cui si comprende
la necessità, ma non l'esclusività), ma anche alla ricerca
di nuovi spazi di mercato che consentirebbero di riempire gli alberghi
anche in quei periodi della stagione che tradizionalmente sono di bassa
affluenza.
Gli obiettivi della pubblica
amministrazione dovrebbero invece mirare sia ad interventi concreti che
valorizzino e migliorino il patrimonio ambientale, creando in tal modo
economie esterne (tutela della bellezza del paesaggio) i cui risultati
potrebbero aprire nuove ed inesplorate possibilità di sviluppo,
sia ad intreventi di sostegno e di fattiva collaborazione con l'imprenditoria
che non si riduca, come avviene oggi, ad un mero supporto ai fini edilizi.
Guido Borà
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